Skip to main content

I Cappuccini in Orvieto

 

UN CONVENTO TORNATO ALLA VITA  –  L’opera dei Cappuccini nel recupero di un vecchio Monastero

Per i frati Cappuccini il restaurare e l’edificare sono sempre stati, fin dai tempi di Francesco d’Assisi, dei dogmi da aggiungere alla Regola: è stato così anche per il Convento di Orvieto, un vecchio monastero un tempo dedicato a San Bernardo restaurato e salvato quindi da una disastrosa decadenza.  Nel 1571 quella struttura fatiscente fu riportata alla dignità di abitazione conventuale con ben 23 celle per i monaci.

La storia di questo luogo, mistico e funzionale, l’ha raccontata con il consueto stile asciutto ed efficace Padre Rinaldo Cordovani nel volumetto “ I Cappuccini e Orvieto”: una storia che dal finire del sedicesimo secolo giunge fino ai nostri giorni segnata dalla santità di eminenti Cappuccini come fra’ Paolo da Porano, fra’ Crispino da Viterbo e Padre Gianfranco Maria Chiti, nostro contemporaneo.

Un uomo che aveva nella sua vita sempre con le stellette perfezionato ed approfondito il sentimento religioso nato in lui fin dall’infanzia.

Allievo dell’Accademia, Ufficiale combattente su tutti i fronti di guerra, sempre pronto, anche nelle situazioni estreme, ad aiutare, confortare e , perché no, comandare con l’intelligenza e l’animo di un vero cristiano.  Da frate Cappuccino, abito indossato appena collocato in ausiliaria con il grado di Generale di Brigata, ha continuato ad operare con la consueta capacità organizzativa, mettendo mano nel vecchio convento di Orvieto, nel frattempo segnato dall’abbandono e dall’incuria. Un uomo, un ufficiale, un frate a cui non sono mai venuti meno  fede e coraggio sempre con l’aiuto di Maria.

Alessandro Publio BENINI

 


Alessandro P. Benini

Esperto di Finanza e di Storia dell'Economia.