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I Lupi della Foresta – (Ediz. L’Assalto)

I LUPI della FORESTA – Con i combattenti baltici per la libertà 1947-1950 (L’Assalto Edizioni  — collana Uomini ribelli) di INGO PETERSON

___________________________________recensione di Maurizio BRGONZINI

 Maurice Bardèche, amico e poi anche cognato di Robert Brasillach, ha svolto nel secondo dopoguerra una lunga e proficua attività di saggista, giornalista e critico d’arte tanto che, alla sua morte nel 1968 Jean Marie Le Pen  ebbe a definirlo “un profeta della rinascita Europea, per la quale ha a lungo sperato”. Tra le sue opere tradotte e pubblicate in Italia va ricordata, anche se scritta in collaborazione con altri studiosi, tra i quali va citato almeno  François Duprat, “I fascismi sconosciuti” (edito nel 1968 da Il Borghese e anni dopo ripubblicato  da Ciarrapico) una sintesi storico/ideologica dei “fascismi”  di tutto il mondo in cui veniva ricordata la lunga, eroica opposizione armata dei popoli baltici all’invasione sovietica. Resistenza che ebbe fino al 1950 consistenza militare e il cui ultimo combattente, August Sabbe, fu scoperto e ucciso, sessantanovenne, nel  1978 da agenti del KGB  nel villaggio lettone di Paidra ove è stato eretto in sua memoria un monumento funerario. La recente pubblicazione de  I LUPI DELLA FORESTA, di Ingo Petersson. L’Assalto Edizioni risponde quindi all’interesse per vicende storiche assolutamente e deplorevolmente misconosciute.

Forse  proprio questo interesse rende, parzialmente, deludente la lettura del testo che si vuole romanzo storico. E che come tale si legge scorrevolmente anche se i personaggi appaiono poco caratterizzati nelle loro individualità e lo stile non ha la crudezza diretta di un Sven Hassel. Del resto il protagonista è un SS “non pentita” che si batte con tenacia contro gli Ivan, i bolscevichi con un fortissimo senso di cameratismo e fratellanza nei confronti di chi combatte e ha combattuto la sua guerra. Sono uomini che “hanno perso tutto …… hanno perduto la loro stessa vita. Non appartengono più a se stessi, ma al popolo per ridargli la libertà”. E della lotta di questi uomini, di addestramento, di missioni, di combattimenti narra l’autore con una certa qual  vivacità.

A questo pregio narrativo fa riscontro l’indeterminatezza dello svolgersi dell’azione:  il quadro di insieme, l’atmosfera e la mentalità del periodo vengono  delineate per opposizione: da una parte i fedeli, dall’altra chi si adatta alla nuova realtà e quindi “tradisce”. Il testo è munito di un ricco corredo di note che offrono molte e particolareggiate notizie sui reparti di provenienza (generalmente SS) dei protagonisti, sulle armi in loro dotazione, sulle decorazioni di cui si fregiano (chiaro indizio del tipo di interessi prevalenti nella casa editrice), ma poco dicono sul contesto generale.

Ad esempio nel testo si parla di una missione, fallita,  dei resistenti per ottenere aiuto dagli USA e in nota vengono riportate informazioni sul Counter Intelligence Corps, ma non si riferisce del ruolo che ebbero inglesi e svedesi nel sostegno alla resistenza baltica e i drammatici effetti che su di essa ebbero le attività spionistiche della banda Philby. Una particolare e assai positiva menzione va fatta per la documentazione fotografica che arricchisce il volume:un’ottantina di foto molto significative ed evocative.

Questa recensione è pubblicata anche su Il Borghese (gennaio 2015) – Il volume è reperibile presso la Libreria Europa Roma  Via Tunisi 3/A  00192 Roma Tel. 0639722159