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IL Commercialista …. un “professionista in trincea”

Il Commercialista: presidio di legalità – le difficoltà nel svolgere questa professione

Queste riflessioni sono indirizzate a tutti i commercialisti italiani, ma contemporaneamente anche a tutti i soggetti (imprese, società, aziende, lavoratori autonomi, imprenditori) che si avvalgono della loro opera. Ogni professionista sicuramente si è chiesto: ma ha ancora senso svolgere questa professione oggi? Ecco alcuni dei fattori che incidono nella visione pessimistica del futuro della professione: la situazione economica attualmente in crisi profonda,  la chiusura di attività, la carenza di liquidità, credito ottenibile solo con ampie garanzie (per la banca), difficoltà quotidiana di dialogo con Agenzia delle Entrate ed Equitalia, norme a volte contrastanti e di difficile applicazione, scadenze e adempimenti con date ravvicinate, leggi che impongono aspetti formali e sanzioni spropositate….. e si potrebbe continuare in un lungo elenco composto da molte pagine.

Ma l’aspetto qui trattato non vuole entrare nel merito di nessuno di questi fattori; uno dei punti focali per il quale il commercialista precipita in uno profondo scoramento e cede ad una amara rassegnazione, è sicuramente l’impressione e l’accezione negativa della nostra professione presso l’opinione pubblica, alimentata, forse sistematicamente e periodicamente dai mass-media (giornali, telegiornali, web-tv, radio e chi più ne ha più ne metta….). La figura del Commercialista descritta come il regista e ideatore della più profonda illegalità, abile “slalomista” di norme e regole sempre pronto a consigliare e architettare soluzioni che possano far conseguire al “cliente”, benefici, risparmi d’imposta ovviamente il tutto “sfociando” nella più assoluta illegalità (perché conta il fine che si raggiunge ovviamente, in quanto, ribadiamolo con forza,  il professionista che opera nel rispetto delle regole è assolutamente un soggetto da prendere quale riferimento positivo). La figura del commercialista “furbetto”, “ben introdotto” non si sa dove, “con conoscenze” non si sa di chi, “che risolve tutti i problemi” non si sa come, “azzeccagarbugli” di manzoniana memoria, riscuote sempre molto “fascino” tra coloro che vogliono senza ma e senza se, compiere atti non proprio in linea con la normativa o addirittura voglio utilizzare nell’economia “sana”, risorse finanziarie ottenute in modo illegale.

In materia di antiriciclaggio, il commercialista che rispetta le regole soprattutto nella fase in cui ha sospetti e dubbi sulla provenienza del denaro e sui soggetti coinvolti, diventa un vero e proprio “avamposto” della legalità ed è un valido “deterrente” all’illegalità. Questo modo di operare nella professione, se attuato a tutti i livelli, in tutte le aree, in tutti i territori, rappresenta senza dubbio un “presidio” costante e avvertito da tutti, una specie di zona “inattaccabile” ai “tentativi di furfanterie” avanzate da soggetti poco avvezzi alla legalità.

Ecco perché dopo aver studiato e applicato le norme in materia di antiriciclaggio, aver dialogato con magistrati, sostituti procuratori, comandanti della Guardia di Finanza, avvocati penalisti, ci si rende conto che dietro alle operazioni “sospette” potrebbero annidarsi non solo soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, ma anche organizzazioni terroristiche dedite ad azioni non solo contro il patrimonio ma anche contro l’intera umanità.

Questa attenzione costante da parte della nostra categoria verso queste “regole”, deve fare, con il tempo, assurgere la categoria a “baluardo” della legalità e deve rappresentare la parte “sana” del paese, un po’ come la “Benemerita”. Quando ogni studio commerciale del paese avrà preso coscienza di questa realtà, il titolare sarà visto come un “presidio di legalità” rappresentando, senza volerlo,  un valido deterrente alle forme illegali di gestione delle finanze detenute e ottenute mediante operazioni perseguibili penalmente.

A quel punto, e spero che non si un pensiero utopico, nessun mass-media parlerà più dei commercialisti in modo negativo, ma gli stessi saranno visti come rappresentanti supremi di etica e di responsabilità sociale nelle imprese e di vero fulcro dell’economia del paese, sempre in costante contatto con le istituzioni quali veri consiglieri nell’emanazioni di leggi e provvedimenti in materia di fisco e tributi.

Ma questa è tutta un’altra storia………….

 Renato BURIGANA –  Presidente Co-NE-Pro. 

Comm.ne Antiriciclaggio CNDCEC – ODCEC Roma   mercatoattuale