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Il Distributismo

“Il Distributismo: una proposta per il futuro”. E’ questo il titolo della conferenza che l’associazione Priorità Vitali, in collaborazione con il Movimento Distributista Italiano, ha organizzato mercoledì 17 Aprile presso la sala convegni della Parrocchia Ss. Nereo ed Achilleo a Milano in via Argonne 56.

Relatore è stato il Dr Matteo Mazzariol, presidente del MODIT (Movimento Distributista Italiano, distributismomovimento.blogspot.com) il quale, dopo una breve introduzione del Centro Studi dell’Associazione “Priorità Vitali”, è entrato subito nel merito dell’argomento, cercando di far comprendere al pubblico convenuto quali siano i punti forte della proposta distributista di fronte alla grave crisi strutturale eonomico-­‐politico e sociale che stiamo attraversando.

Il Dr Mazzariol ha affrontato la questione secondo due principali prospettive: una “pars destruens” ed una “pars costruens”. Per quanto riguarda la “pars destruens”, è stato riportato che il distributismo critica aspramente l’attuale finanziarizzazione dell’economia, che considera una conseguenza ineluttabile del fatto che il sistema finanziario si sia di fatto impossessato della proprietà della moneta all’atto dell’emissione: debito pubblico, debito privato, tassazione esosa sono solo le principali di una serie di conseguenze economiche perniciose che derivano dall’esistenza del denaro-­‐ debito.

Tale perversione della funzione monetaria, secondo il distributismo, è però l’ultimo atto di un’altra perversione, anch’essa al cuore del sistema capitalistico, che è la separazione tra capitale e lavoro, per cui chi presta la sua opera lavorativa raramente è anche comproprietario dei mezzi di produzione. Questa condizione determina anche e soprattutto una mancata equità nella distribuzione della proprietà e dei beni, un dato che, oltre che essere contrario al principio di giustizia sociale, è anche un fattore di perenne inefficienza, precarietà ed insostenibilità del sistema economico.

In questo modo infatti diventa quasi una rarità il fatto che ci possa essere sempre chi produca e chi nel contempo abbia sufficiente denaro per acquistare i beni prodotti. Da ultimo il distributismo considera sostanzialmente inadeguato ed inconsistente l’attuale sistema di democrazia rappresentativa, in cui di fatto i cittadini da una parte si vedono privati della possibilità di partecipare alle decisioni concrete inerenti la loro vita lavorativa e sociale, dall’altra si vedono concessa solo la possibilità di esprimere un voto per persone che spesso non conoscono, la cui competenza reale è opinabile, e che andranno a nutrire un oneroso baraccone burocratico, senza più rendere conto del loro operato. Nella seconda parte il Dr Mazzariol ha invece espresso la “pars construens” del distributismo cioè quali siano le proposte di soluzione concrete, pratiche, ragionevoli a questo penoso stato di fatto.

Per prima cosa il Movimento Distributista Italiano propone che la proprietà della moneta all’atto dell’emissione venga restituita allo Stato ed ai cittadini e che la riserva frazionaria sia portata al 100%, cioè di fatto abolita, per impedire al sistema bancario-­‐finanziario di continuare a creare denaro dal nulla. Ciò consentirebbe il rapido superamento dei problemi scottanti della tassazione esosa e del debito pubblico e privato. Parallelamente andrebbero avviate una serie di riforme del mercato del lavoro per incentivare la partecipazione dei lavoratori alla proprietà dei mezzi di produzione. Andrebbero create Gilde o Corporazioni in grado di raggruppare tutti i professionisti ed i lavoratori, non per classe sociale ma per tipologia di servizio, lavoro o funzione sociale svolta, indipendentemente dal grado ricoperto (per es. gilda dell’edilizia, del comparto del tessile, della sanità etc).

A queste strutture, distribuite localmente sul territorio ed espressioni naturali del corpo sociale, andrebbero demandati importanti poteri decisionali circa tutte le questioni gestionali, economiche, fiscali, previdenziali, pensionistiche, assistenziali riguardanti la vita e l’attività dei propri membri.

Gli associati potrebbero quindi prendere parte, secondo i principi della democrazia partecipativa, alle discussioni ed alle decisioni, fornendo il loro bagaglio di esperienza e competenza. Gli organi dello Stato e del governo diventerebbero quindi molto più leggeri e sarebbero svuotati di molta parte del potere reale. A loro verrebbe quindi conferita una funzione essenzialmente di controllo, di indirizzo e di coordinamento nella direzione del bene comune.

Una vera e propria rivoluzione, è stato osservato dal pubblico. Certamente, ha risposto il Dr Mazzariol, la rivoluzione del senso comune e della ragionevolezza, al di là ed al di sopra di ogni pregiudizio ideologico, partitico o confessionale e di ogni dogmatismo tecnocratico, per riconciliare la nostra nazione con l’aderenza alla realtà delle cose, favorendo il soddisfacimento dei bisogni più elementari del cuore dell’uomo.

E’ questa. secondo il distributismo, la strada che bisogna imboccare se si vuole tradurre in realtà, oltre la sterile retorica propinataci da decenni dai nostri politici, la possibilità di rimettere il denaro al servizio dell’economia e l’economia al servizio uomo. In questa direzione sono state anche esposte alcune delle iniziative portate avanti dal MODIT: l’esportazione in altre sedi della mostra sul Distributismo, recentemente tenutasi a Bergamo, e la diffusione della Rete Distributista Territoriale, un’associazione di piccole imprese, ditte, studi professionali e cooperative che già rappresentano una realtà distributista e che tra di loro intendono stabilire legami di solidarietà concreta.

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