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Il massacro dei Cristiani nei paesi islamici e comunisti.

IL MASSACRO DEI CRISTIANI NEI PAESI ISLAMICI E COMUNISTI CONTINUA. CHE FA L’OCCIDENTE?

Dal 2000 ad oggi i cristiani vittime di persecuzioni da parte di regimi islamici e comunisti (soprattutto la Cina) sono stati 160 mila all’anno: una cifra incredibile. Ogni cinque minuti un cristiano viene ucciso a causa della propria Fede. Tutto ciò non può essere accettato, perché costituisce un’offesa non soltanto a Dio, ma alla dignità umana; senza contare che essa rappresenta una serissima minaccia alla sicurezza e alla pace.

Sebbene la Repubblica Popolare Cinese continui a dichiararsi un Paese ateo, in realtà esso conta al suo interno una popolazione religiosa costituita da ben 540 milioni di individui (su un totale di 1 miliardo e 300 milioni di abitanti) dei quali, tuttavia, soltanto 300 milioni dichiarerebbero apertamente la propria fede per non incorrere in discriminazioni da parte dello Stato. Nonostante l’articolo n. 36 della Costituzione consenta a tutti i cittadini di esercitare “libertà di credo”, in questo vasto Paese l’essere professanti costituisce ancora un handicap di non poco conto, un effettivo status di ‘diversità’ che può precludere il beneficio dei più elementari diritti umani. Una situazione dolorosa e paradossale se si considera che a partire dagli anni Novanta in Cina nessuno crede più al mito del comunismo. E mentre il patrimonio culturale del socialismo maoista si sgretola di fronte all’epocale mutazione capitalista di questo immenso Paese, i vertici di Pechino si trovano a dovere fronteggiare – spesso con la violenza – una temuta realtà, fino ad appena un decennio fa totalmente inimmaginabile, cioè la spontanea rinascita tra le masse – disgustate dalla crescente corruzione delle istituzioni e deluse dal tradimento degli impossibili ideali di giustizia sociale predicati per decenni dallo stato materialista – del sentimento religioso. Quello che oggi reclamano milioni di giovani cinesi, soprattutto giovani, assetati non soltanto di facile e aleatorio benessere materiale, ma anche di dignità e autentica giustizia.

Alberto Rosselli  è un giornalista e saggista storico che ha collaborato e collabora da tempo con numerosi quotidiani italiani ed esteri e con svariati siti internet tematici di storia, etnologia, storia militare e diplomatica e geopolitica. Rosselli ha al suo attivo alcune opere di narrativa e diversi saggi tra cui Québec 1759Il Conflitto anglo-francese in Nord America 1756-1763 (tradotto anche in lingua inglese), Il Tramonto della Mezzaluna – L’Impero Ottomano nella Prima Guerra Mondiale, La resistenza antisovietica in Europa Orientale 1944-1956, L’Ultima Colonia – la guerra coloniale in Africa Orientale Tedesca 1914 – 1918; Il Ventennio in Celluloide (in collaborazione con Bruno Pampaloni); Sulla Turchia e l’Europa; L’Olocausto armeno; Storie Segrete della Seconda Guerra Mondiale; Il Movimento panturanico e la ‘Grande Turchia’ e La persecuzione dei cattolici nella Spagna repubblicana 1931-1939La persecuzione dei cristiani in Cina, La Guerra Civile in Cina 1927-1949, La Guerra Civile Greca 1944-1949, L’America che non fu; L’aviazione Ottomana durante la Prima Guerra Mondiale; Nei cieli e sugli Oceani (storie di aviatori e marinai italiani); L’epopea dei convogli e la guerra nel Mare del Nord (in collaborazione con Gabriele Faggioni); Le operazioni aeronavali nel Mar Ligure 1940-1945 (in collaborazione con Gabriele Faggioni). Attualmente Alberto Rosselli è Direttore responsabile della Rivista bimestrale Storia Verità (www.storiaverita.org).