IL PIANO CASA – L.10/2011
Il PIANO CASA, approvato dalla REGIONE LAZIO
servizio di Riccardo ABBAMONTE
con approfondimenti ed integrazioni di Giuliano MARCHETTI
Giovedì 15 settembre, presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore Antincendi – ISA, a Roma, in una riunione organizzata dall’on. FRANCESCO SAPONARO, è stata illustrata la legge sul “Piano Casa Regionale” dall’ Assessore all’Urbanistica LUCIANO CIOCCHETTI.
L’incontro è servito per chiarire e approfondire nel dettaglio, di fronte a un pubblico attento e interessato, la L.R. n. 10/2011, varata per fornire risposte concrete alle aspettative delle famiglie, semplificare le procedure amministrative e rilanciare l’edilizia. La riunione è stata aperta da 3 brevi interventi da parte dell’ Ing. MARCO GHIMENTI – Direttore dell’I.S.A., dell’ Ing. ALFIO PINI, comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dell’on. LUIGI ABATE, presidente della Commissione Sicurezza e prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro.
L’on. FRANCESCO SAPONARO, Presidente della Commissione PMI, Commercio e Artigianato della Regione Lazio, ha ricordato come il Piano Casa sia stato approvato in sede di Consiglio prima della pausa estiva, con la Legge Regionale n.10/2011, in 7 giorni e 7 notti, Ecco quindi la opportunità di illustrare tale “Piano” nei dettagli alla cittadinanza, con incontri non solo squisitamente politici ma sostanzialmente tecnici, poiché i politici sono in dovere di far conoscere quel che la Regione fa. Così, anche in futuro saranno programmati ulteriori incontri con tutte le componenti imprenditoriali e professionali interessate.
L’onorevole LUCIANO CIOCCHETTI, Assessore all’Urbanistica ha affermato che con l’approvazione del Piano Casa regionale, tramite la L.R. n. 10/2011, si è cercato di migliorare la società con regole più semplici, a favore dell’ambiente, dello sviluppo e della sicurezza, per trovare risposte a un paese che ha bisogno di andare avanti. Con tale legge approvata prima dell’estate dalla Giunta Polverini si è realizzata una riforma diversa da quella tentata dalla giunta precedente. Vista infatti la situazione difficile per il paese, è stata predisposta una “legge di sistema”, per produrre effetti sul settore urbanistico ed edilizio, modificando le precedenti leggi regionali su tale settore. Dopo 9 mesi, combattendo contro un falso ambientalismo ideologico, realizzando una vera legge ambientalista, per incentivare la riqualificazione dell’esistente, dell’insicuro, con risparmi di energia, riconvertendo strutture abbandonate anche per un bisogno sociale.
I motivi di fondo di questa riforma sono stati:
A) La ripresa dell’economia, rimettendo in moto l’urbanistica e l’edilizia, che dal 2008 ha subito una riduzione fortissima. Negli ultimi anni si è registrato invece un maggior investimento sulla ristrutturazione dell’usato, per cui si è voluto favorire questa tendenza, così come peraltro avviene puntualmente all’estero (vedasi Berlino, completamente ristrutturata negli ultimi anni), al contrario da noi ancora poco utilizzata. Si è quindi data nuova linfa alle imprese del settore, dove purtroppo sono stati persi ben 12.000 posti di lavoro negli ultimi anni, che dovranno essere invece recuperati con questa legge.
B) La riqualificazione attraverso vari interventi, come l’ampliamento e il cambio di destinazione d’uso, legandolo peraltro anche all’interesse della comunità.
C) Demolizione e sostituzione edilizia incentivata attraverso le cubature.
D) Modifica della legge 22/97 per riqualificare e recuperare aree degradate o tutelate, come sono oggi le coste del Lazio, demolendo ciò che si è costruito contro ogni logica e ricostruendolo in alternativa fuori dei 300 metri di rispetto dalla costa.
Per l’emergenza abitativa una parte del riqualificato dovrà essere messo a disposizione della comunità a canone concordato. Si potranno così costruire nuove case popolari. Gli interventi si potranno fare anche in zone vincolate e nei parchi, ove precedentemente ci fossero state zone già urbanizzate, naturalmente previo nulla osta degli enti parchi. In alcuni casi gli ampliamenti saranno possibili anche in zone agricole (salvo i casali) ove si potranno fare demolizioni e ricostruzioni con ampliamento del 20%. Si potranno eseguire delocalizzazioni anche per industrie o attività pericolose.
Inoltre si stanno elaborando circolari esaustive per rispondere alle domande degli uffici tecnici comunali e dei semplici cittadini e si sta istituendo uno sportello per le spiegazioni. Infine si faranno incontri con gli ordini e i diretti interessati, allo scopo di rendere sempre più comprensibile al pubblico la legge in questione.
PIANO CASA – LEGGE REGIONALE N. 10/2011
La Giunta Polverini ha approvato il Piano Casa regionale, che modifica la legge n. 21/2009. Questo provvedimento introduce elementi innovativi. Le parole d’ordine sono:
- Risposta concreta alle aspettative delle famiglie
- Semplificazione delle procedure amministrative
- Rilancio dell’edilizia
- Rinnovo del patrimonio immobiliare esistente
- Tutela del territorio attraverso Piani di Riqualificazione Ambientale, delle periferie e minor consumo di suolo agricolo.
La nuova legge garantisce risposte a diverse emergenze: occupazionale, economica e abitativa, promuovendo la realizzazione di alloggi a canone calmierato a beneficio delle fasce sociali svantaggiate, con la necessaria attenzione alla salvaguardia ambientale. Vuole rappresentare, in modo concreto, un volano di rilancio e di sviluppo per la regione. Il Piano Casa della precedente Amministrazione di centro sinistra non aveva raggiunto alcuno di questi obiettivi: dalla sua approvazione sono pervenute solo pochissime domande, a dimostrazione dell’inefficacia della legge per i cittadini, per le imprese e per le amministrazioni locali.
Attualmente stiamo attraversando una grave crisi economica, che colpisce imprese e famiglie; il Lazio per il 30% della sua economia dipende dal settore dell’edilizia, che da sempre riveste un ruolo strategico e punto di forza dell’economia nazionale. Il Piano Casa rappresenta, dunque, anche un elemento fondamentale per contribuire al superamento della crisi attivando un’azione forte dal punto di vista economico, per innescare quello sviluppo ad un comparto che sta vivendo un momento molto difficile.
PUNTI QUALIFICANTI
1. Estendere gli interventi di ampliamento del 20% anche agli edifici residenziali di dimensioni maggiori ai 1000 metri cubi ma comunque entro un massimo di 70 metri quadrati, nonché prevedere un ampliamento per le abitazioni unifamiliari o aggregate a schiera, ciascuna per il 20% e fino ad un massimo di mq 70.
2. Estensione dell’edilizia sociale anche agli studenti universitari, alle categorie protette o svantaggiate, nonché ai componenti del comparto sicurezza, dei vigili del fuoco e delle forze armate.
3. Reperimento di alloggi a canone calmierato tramite la sostituzione, la demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso verso il residenziale, riservando il 30% all’edilizia sociale. Con l’emendamento per l’introduzione del “mutuo sociale” nella riforma del piano casa e con la copertura dello stanziamento di 100 milioni di euro per un vero piano decennale per l’edilizia pubblica, si è completata positivamente una manovra complessiva per il diritto all’abitare. Il piano può così davvero divenire la svolta per dotare in poco tempo Roma e i grandi centri del Lazio di uno stock di alloggi di edilizia sociale, quale concreta risposta al problema dell’emergenza abitativa.
4. Possibilità di sostituzione di interi condomini in stato di degrado, ampliando il 60% della volumetria esistente ma mantenendo almeno il precedente numero di abitazioni in capo degli attuali proprietari.
5. Rinnovo del patrimonio edilizio esistente, dove il residenziale è per almeno il 50%, attraverso sostituzioni, demolizioni e ricostruzioni con un premio di cubatura fino al 35% con architettura bio sostenibile, contenendo i consumi energetici, utilizzando materiali eco compatibili di nuova generazione ed evitando inoltre, con la densificazione – ove possibile, l’erosione di ulteriore territorio.
6. Recupero ai fini residenziali delle pertinenze agricole entro il limite del 50% delle abitazioni esistenti e comunque entro il limite di mq 70. In tal modo sarà possibile realizzare abita-zioni in un fondo agricolo per le diverse esigenze senza consumare ulteriore territorio.
7. Recupero dei volumi accessori negli impianti sportivi esistenti, per favorire le attività sportive, dato che la legge prevede la possibilità di realizzare impianti e attrezzature sportive nelle aree naturali protette, qualora tali impianti siano finalizzati a valorizzare l’ambiente e garantire una utilizzazione attiva del territorio compatibile con il sito naturale, senza realizzare nuovi manufatti, se non quelli ammessi per le zone agricole. La possibilità di deroga, per realizzare interventi pubblici o di interesse pubblico, ivi compresi gli impianti sciistici, può essere rilasciata solo dopo aver raggiunto l’intesa con il MIBAC in merito agli interventi proposti.
8. Agevolazioni ed incentivazioni per favorire: a) la peculiarità degli ”alberghi diffusi” nei centri storici minori, introducendo tale definizione nel Testo Unico del Turismo; b) l’adeguamento sismico degli edifici esistenti, prevedendo un incremento fino al 35% della volumetria esistente; c)Possibilità ai comuni di ridurre fino al 30% il contributo concessorio dovuto per le opere di urbanizzazione, qualora gli interventi riguardino la realizzazione della prima casa.
9. Semplificazioni ed incentivazioni per predisporre programmi integrati tesi al riordino delle periferie e alla riqualificazione ambientale, con particolare riguardo ai litorali, per restituire la fascia costiera alla naturale fruibilità attraverso premi di cubatura fino al raddoppio di quella esistente da edificare in altro sito. Per quanto riguarda la riqualificazione delle coste – con la demolizione di manufatti in contrasto con le norme statali di tutela – il premio di cubatura è elevato fino al 150%.
10. Attivazione delle procedure di “Silenzio/Assenso”: allo scopo di smaltire l’enorme quantità di domande riguardanti il condono edilizio, è previsto dalla legge il ricorso alle autocertificazioni dopo la formazione del silenzio assenso previsto dalle norme nazionali. Naturalmente tale procedura si attiva solo dopo il deposito di tutta la documentazione prevista dall’ attuale normativa, ivi compresi i nulla osta delle soprintendenze, nei casi di immobili che ricadono in aree sottoposte a tutela.
11. Semplificazione delle procedure tramite l’utilizzo della DIA. Per gli interventi più rilevanti, si accelera l’iter amministrativo attraverso la conferenza di servizi, per raccogliere in un solo giorno tutti i pareri.
12. Esclusione degli interventi sugli edifici situati in zone vincolate, salvo che gli stessi non risultino coerenti e compatibili con gli strumenti di tutela, ottenendo il nulla osta dell’ente preposto e salvaguardando in questo modo le norme alla tutela. La legge prevede la possibilità d’intervenire, comunque, fuori dagli insediamenti urbani e storici propriamente definiti e tali interventi restano subordinati al rispetto delle norme di tutela e dei relativi nulla osta da parte degli organi competenti.
13. Ampliamento delle “Garanzie di Tutela” di tutte le aree di valore storico, estendendo gli interventi alle “zone A” fuori dal perimetro degli insediamenti urbani storici come individuati dal Piano Territoriale Paesistico Regionale.
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E’ da augurarsi ora che in tempi brevi vengano emanati tutti i regolamenti di attuazione affinché la legge riguardante il “Piano Casa” possa veramente iniziare a produrre quegli effetti positivi necessari per una ripresa della Regione Lazio. Non solo una ripresa in termini economici, che sia da volano per il mondo delle imprese e del lavoro, ma anche una concreta soluzione al problema della emergenza abitativa ed un improrogabile risanamento per tante situazioni di degrado. Quindi un rilancio dell’economia non solo per aiutare le imprese, come “entità sociali”, ma per riportare al centro dell’economia il fattore lavoro (si potrebbe riparlare dell’ umanesimo del lavoro), nonché la dignità dell’uomo, quale singolo elemento costitutivo e parte integrante di ogni comunità, locale e nazionale.
Ritornando all’ iter legislativo, al termine del quale è stata definitivamente approvata la Legge 10/2011, personalmente riteniamo che una particolare importanza rivesta il “mutuo sociale”, reintrodotto in questa legge regionale da un emendamento su cui l’Assessore TEODORO BUONTEMPO si è impegnato al massimo.
E, se è possibile aprire una parentesi, va ricordato tra l’altro che TEODORO BUONTEMPO – Assessore alle politiche per la casa, 3 settore e tutela dei consumatori – si è sempre impegnato, essendo un politico atipico e di razza, in battaglie a favore (se ci è consentito l’accostamento) deidescamisados di casa nostra, come per gli abitanti delle “case rosse” nella estrema periferia tiburtina di Roma.
E personalmente ci piace ricordare come quella del “mutuo sociale” sia stata inizialmente una intuizione, poi trasformata in idea, quindi elaborata in un studio e progetto realizzabile proprio da “Casa Pound”.
Se è vero che l’economia deve seguire delle regole, in base alle leggi di mercato, è pur vero che l’economia deve essere regolamentata da una “Politica” che abbia anche un’anima sociale e, per concludere, ci piace riproporre una citazione di OSWALD SPLENGER: “POLITICA ed ECONOMIA non possono risultare separate nella vita delle Nazioni. Esse – lo ripeterò sempre – sono due aspetti della medesima realtà di vita, ma stanno fra di loro come il governo di una nave sta alla destinazione della merce trasportata. A bordo la figura principale è del capitano, non del mercante a cui appartiene il carico.
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