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In ricordo di un Maestro

In ricordo del Maestro Giorgio Albertazzi, che dire … certo un personaggio, talvolta scomodo, di grande importanza nel mondo della Cultura non solo teatrale ma tout court; una figura di spicco che ha attraversato la Storia d’Italia traghettando diverse generazioni di spettatori tra le quinte, sotto i riflettori, sulle tavole del palcoscenico perché lui il Teatro lo viveva in ogni angolo più remoto e poco importano le provenienze o le simpatie politiche.

Per alcuni, uomo di destra, per altri un opportunista, per altri ancora un “cane” di attore, per molti invece un vero mattatore, per qualcuno poi un narciso che avrebbe dovuto ritirarsi dalle luci della ribalta già tempo fa, un vanesio che avrebbe voluto far la fine di Jean-Baptiste Poqueline detto Moliere, morendo in scena e invece no…. l’ha fatta in barba alle malelingue andandosene discretamente nella mattina di Sabato 28 maggio alle ore 9 nella sua casa in maremma, lontano dai clangori, dal fragore degli applausi, da quelle luci della ribalta che lo hanno illuminato non solo a Teatro, ma anche in Tv e al Cinema, in spettacoli teatrali, divo in molti sceneggiati, attore cinematografico e anche interprete di letture poetiche, versi lirici, opere letterarie.

Non lontano anche dalla ribalta delle polemiche, come dalle attenzioni del pubblico più chiacchiericcio per esser sempre stato circondato da belle donne,  ma soprattutto per questioni legate alle presunte simpatie e frequentazioni degli ambienti vicini alla destra, che tanto “cozzano” almeno in Italia con il mondo dello spettacolo e della Cultura. Del resto fu nel 1996 che si candidò alla Camera proprio con il centrodestra ottenendo però solo il 31% dei consensi, così come scontò due anni di reclusione per aver aderito alla Repubblica di Salò ed aver presumibilmente comandato successivamente un plotone di esecuzione, scagionato dopo due anni grazie all’amnistia Togliatti nonostante le dichiarazioni del Maestro che ha sempre lasciato intendere di esser stato prosciolto per “assenza di reato”, ma siamo nel pettegolezzo, nel “gossip”, che pure fanno parte del personaggio pubblico di elevato spessore culturale che ha attraversato più di mezzo secolo interpretando ed emozionando platee intere di gente in lungo e largo;  attore, regista, Maestro ha saputo interpretare i classici come i contemporanei della drammaturgia e poi, ancora, sceneggiati tv in cui ha spiccato per talento e recitazione attenta e rigorosa. Cosa importano al talento e alla bravura il proprio “credo” politico, il colore di un ideale piuttosto di un altro quando in ballo c’è molto di più, quando l’Artista è in grado di far battere i cuori e le mani anche delle nuove generazioni che lo hanno seguito quasi fino all’ultimo nei teatri italiani?

 Mi permetto una chiosa come piccolo contributo strettamente personale: ho avuto l’onore ed il piacere di lavorare con il Maestro Albertazzi e da allora ormai è passato qualche anno, di conoscere l’uomo, l’attore e l’artista e passare con lui del tempo prezioso e apprendere della sua scomparsa, per quanto nello stato naturale delle cose, mentre assistevo ad una Convention è stata un’amara sorpresa che mi ha riportato a quei lontani giorni Siciliani mentre si lavorava insieme. Ciao Maestro, ma forse per te che eri così semplice e diretto preferiresti: Ciao Grigio e grazie !

CRISTIAN ARNI 

Giorgio-Albertazzi-