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Intervista all’Ambasciatotre d’Italia negli Stati Uniti – Claudio Bisogniero

Dopo l’anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti nel 2013, il Made in Italy con le sue eccellenze si afferma in molti settori tra innovazione e tradizione per un futuro ricco di scambi e collaborazione tra i due paesi.

Kansas City, Missouri, Stati Uniti – 17 Novembre siamo all’inaugurazione della Mostra fotografica ” War & Art” al National WWI Museum at Liberty Memorial, abbiamo appuntamento nella Sala Stampa per la Conferenza e l’intervista con l’Ambasciatore Italiano a Washington DC Claudio Bisogniero, con il quale ha avuto luogo una lunga “conversazione”, a tutto campo.  Il  nostro sentito ringraziamento va all’Ambasciatore per la sua cortese disponibilità e ai suoi stretti collaboratori: il Console Generale a Chicago Adriano Monti e il Vice Console Onorario a Kansas City Gino Serra.

Era dal ” secolo scorso “che un Ambasciatore Italiano non veniva a Kansas City; a quanto pare Lei è il primo del nuovo millennio, un auspicio per i futuri rapporti tra Italia e Stati Uniti?  Mi auguro che la mia visita, la prima di un Ambasciatore Italiano da 58 anni, possa contribuire a far sentire l’amicizia e l’attenzione dell’Italia nei confronti del Kansas e del Missouri, realtà importanti negli Stati Uniti e che possa favorire nuovi progetti e collaborazioni.”

Nel 2013 ci sono state le celebrazioni dell’anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti; oggi siamo qui per celebrare questo importante appuntamento insomma, possiamo dire: Italia protagonista indiscussa all’estero?  “All’estero c’è voglia d’Italia, in particolare negli USA. Due esempi: A) l’incremento del numero di studenti di Italiano (+18% di esami, nel 2014, nel cosiddetto Advanced Placement di lingua e cultura italiana, un programma che permette agli studenti liceali di maturare in anticipo crediti universitari); B) la forte crescita delle nostre esportazioni negli USA, che nei primi otto mesi del 2014 sono cresciute del 10% superando i 28 miliardi di dollari, grazie alla crescente attrazione che esercita il Made in Italy nel mercato americano.”

In termini di accoglienza, che tipo di risposta c’è stata da parte del pubblico durante le celebrazioni del 2013 e che risultati sono stati riscontrati sul piano degli scambi culturali tra Italia e Stati Uniti?  “Una risposta calorosa: non solo nelle dichiarazioni dei leader, ma nel successo di pubblico e stampa. Oltre 300 eventi, in 60 città americane, con più di 120 organismi pubblici e privati USA. Centinaia di migliaia di americani hanno apprezzato mostre, rassegne cinematografiche, concerti e spettacoli, ma anche iniziative su design, robotica, nanotecnologie, ricerca spaziale. Grazie all’Anno, sono nate fondazioni per promuovere la cultura italiana, nuovi accordi tra università, musei e agenzie spaziali. La cultura italiana è rimasta protagonista anche dopo il 2013. Nel nuovo portale www.italyinus.org   (una vetrina della presenza italiana negli USA) abbiamo valorizzato oltre 500 eventi culturali nel 2014. ” Italy in US” è ormai un logo e un brand riconosciuto.”

Italia è spesso sinonimo di cultura e tradizione; c’è però anche altro in grado di rappresentarla all’estero altrettanto positivamente che non sia esclusivamente appannaggio del passato?  “Tradizione e innovazione: è il nostro slogan. In questo semestre di Presidenza europea abbiamo organizzato eventi per i 450 anni di Galileo. Ma anche per accendere i riflettori su ciò che si conosce meno. Circa metà della Stazione Spaziale Internazionale è Made in Italy. Con l’Agenzia Spaziale Europea e la sonda Rosetta siamo appena “atterrati” su una cometa. Penso alle eccellenze dei nostri marchi, al ruolo dei nostri scienziati qui, al fatto che il nostro Paese è uno di quelli con la più alta durata della vita media al mondo. All’opportunità di Expo Milano 2015. O alle nostre missioni di pace in tanti teatri difficili del mondo. Tutto ha un filo conduttore, che risale al nostro umanesimo: l’amore per l’uomo e lo spirito di scoperta sono nel nostro DNA.”

Ci troviamo nel cuore pulsante degli Stati Uniti, lontani centinaia di chilometri dalle grandi metropoli intorno cui ruotano i maggiori scambi culturali e commerciali; che effetto fa essere nel Midwest?  “Il Midwest è tra i poli più vitali degli Stati Uniti. E’ al centro della geografia del Paese. Ha rappresentato un crocevia, una porta di accesso alla costa occidentale. Ha gente industriosa e una solida economia, qualità di vita e anche vivacità culturale.”

In particolare qui a Kansas City si respira un’atmosfera effervescente sia sotto il profilo culturale che artistico; secondo Lei, in un futuro non troppo lontano, saranno possibili iniziative simili in sinergia con l’Italia?  “Stimolare collaborazioni in campo economico, culturale e scientifico. Questo è l’obiettivo. Con l’Università del Missouri, a Columbia, è appena partito un bel progetto chiamato Hidden Treasure of Rome: reperti in prestito da Roma verranno studiati, restaurati e catalogati dagli studenti americani. La presenza di numerose aziende e start up italiane, così come di numerosi dipartimenti d’italiano nelle università della regione sono terreno fertile per nuovi progetti.”

Qual’ è ad oggi la principale “mission” dell’Italia qui negli States?  “Difficile fare una sintesi, talmente articolata è la rete dei nostri rapporti bilaterali, sia a livello governativo che di società civile. Ma se proprio dovessi, indicherei due priorità: rafforzare la nostra partnership per affrontare assieme i tanti scenari di crisi nel mondo, dalle instabilità regionali alle minacce terroristiche a Ebola. E lavorare spalla a spalla per superare la crisi economica globale, rafforzando interscambio e investimenti e creando opportunità di crescita e occupazione. Il negoziato per il trattato sul libero scambio TTIP è a questo proposito cruciale.”

Ai tanti giovani italiani che coltivano ancora il desiderio di venire negli Stati Uniti, possiamo parlare ancora oggi di American Dream nonostante tutto?  “Gli Stati Uniti sono un Paese dove tantissimi giovani italiani hanno successo e riescono a mettere a frutto le loro idee, sia in settori innovativi che in terreni più tradizionali. Fare un’esperienza in questo grande Paese, è un consiglio che mi sento di dare a tutti.”

Italia, Europa, crisi economica: qui in USA sembra ci sia una certa ripresa che da noi fatica ad arrivare.  “La ripresa economica americana ha effetti positivi sull’economia italiana, perchè aumenta la domanda di Made in Italy. E’proprio nel cogliere queste opportunità che l’Ambasciata e la rete consolare e commerciale degli Stati Uniti sono impegnate giorno per giorno, lavorando anche per favorire più investimenti nell’una e nell’altra direzione.”

Intervista realizzata da Cristian ARNI 

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