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Intervista all’On. Fabrizio Santori

Riportiamo l’intervista che ci ha rilasciato l’On. Fabrizio Santori, Consigliere Regionale del Lazio.

Onorevole Santori nel 2012 nel momento in cui il suo coetaneo Renzi  sfidava l’apparato del PD candidandosi alle primarie Lei  sosteneva la necessità  di primarie anche nell’ambito del centro destra dichiarandosi disponibile a sfidare Alemanno. Sulla base di quali considerazioni era giunto a questa convinzione ? E la ritiene ancora valida ?

Tengo a precisare che fu proprio il sindaco Alemanno a indire le primarie come candidato sindaco di Roma. Accettai l’invito perché ritenevo che la giunta Alemanno aveva bisogno di una sferzata, la mia candidatura voleva essere un pungolo per porre al centro alcune questioni nell’azione di governo a Roma, fino a quel momento molto timida, anche perché dall’elettorato di centrodestra provenivano segnali di delusione. Non se ne fece più nulla e purtroppo il dato elettorale mi ha dato ragione. Le primarie sono uno strumento interessante e servono a definire chi è il miglior candidato per battere l’avversario il giorno del voto. Se arriverà l’Italicum, la nuova legge elettorale, le primarie potranno essere senz’altro uno strumento efficace di confronto sul territorio e di scelta dei migliori candidati. Certo non come Renzi, che ha vinto le primarie e con una manovra di Quirinale è andato direttamente a Palazzo Chigi. Queste sono le primarie all’italiana, quelle della strada più furba e più corta!

Quando molti ( a destra ) esprimevano la convinzione che Alemanno  stesse governando bene  Lei era critico con la sua esperienza di governo denunciandone i limiti. In questa sua analisi credo che  abbia potuto fondarsi sul solido rapporto che Ella ha con il territorio. Può ricordarci le sue critiche e le sue esperienze ?

Alcuni problemi andavano risolti con la formula di destra proposta agli elettori, che era stata vincente e aveva battuto lo strapotere delle sinistre nella Capitale. Ci voleva coraggio nel rivoluzionare il sistema Roma imposto da Rutelli e Veltroni, maggior determinazione e anche più qualità nella metodologia di lavoro. Ma rispetto a Marino, mille volte meglio Alemanno!

Oggi come consigliere regionale del Lazio quali le sue critiche al governatore Zingaretti e quali gli input che le giungono dal territorio?

Si tace della nominopoli di Zingaretti, milioni di euro pagati dai contribuenti. Tutti sono muti di fronte alla vergogna dei pronto soccorso da Terzo Mondo e alle liste d’attesa vergognose che devono subire i nostri pazienti. Siamo la Regione con il livello di tassazione più alto, non c’è alcun tipo di incentivo reale all’occupazione, se non operazioni spot che gettano fumo in faccia ai disoccupati del Lazio. Mancanza di trasparenza e una metodologia debole e incompetente di affrontare le reali problematiche del territorio, come ad esempio la questione dei rifiuti. Che altro?

Può parlarci degli interventi contro le roulottes distribuite un  poco in tutto il territorio romano per offrire un rifugio ai clochards e perché considera questa iniziativa a favore anche degli stessi clochards?

Al di fuori delle competenze puramente regionali, il territorio di Roma vive oggi una situazione di degrado e di percezione di insicurezza inimmaginabile. Roma è alla mercé dei prepotenti e vive uno stato di incuria che la Città Eterna non merita. Le roulottes non sono la soluzione quale rifugio ai clochards, e poi crede che dentro a quei mezzi ci siano veramente solo clochards? Per caso gli è stato detto da Sant’Egidio? Ci sono anche immigrati, alcuni irregolari, altri con precedenti. Esiste una sentenza che le ha dichiarate illegali, come se fossero delle vere e proprie costruzioni abusive. E poi vogliamo riempire Roma di roulottes? Non siamo la città dei campeggiatori, siamo la città della solidarietà che deve indicare diritti e doveri di tutti, non solo degli italiani.

Unico eletto alle ultime regionali del Lazio nelle liste de La Destra con un indubbio successo personale (4500 voti di preferenza quasi il doppio rispetto al secondo) ha poi aderito al gruppo misto e domenica  scorsa in un’affollata  assemblea DifendiAMO L’ITALIA ha annunciato la sua adesione a Forza Italia. Ce ne vuole spiegare le motivazioni e quali, insieme agli amici politici che con Lei hanno aderito a FI , ritiene valori irrinunciabili?

C’è bisogno di un centrodestra compatto, forte e che sia in grado di battere le sinistre. Renzi è una macchietta messa lì dalle caste che la sinistra protegge. Le sue riforme sono fumose, non portano alcun contenimento dei costi e anzi lasciano ancora più spazio al potere della burocrazia. Oggi è ancora Berlusconi l’unico in grado di battere le sinistre, e a lui chiediamo maggiore forza per un’Italia sovrana, un’Europa meno burocratica e la rivisitazione di tutti i trattati siglati dall’Italia nell’UE. Accordi firmati in pompa magna proprio dal centrosinistra al governo. Lo chiediamo a lui perché è stata la prima vittima illustre delle lobbies di Bruxelles e di Berlino. Poi chiediamo il contenimento delle caste: da quella del sindacato ad alcuni magistrati, passando per i baronati universitari e la grassa Pubblica Amministrazione, in particolare quella dei manager strapagati. Interventi sullo strapotere delle banche e della grande speculazione finanziaria, tutela delle identità nazionali e della famiglia. Sono queste le ragioni dell’adesione dei movimenti DifendiAMO L’ITALIA a Forza Italia.

Quali ritiene le più urgenti iniziative da assumere nel territorio romano?

Rifiuti, Sicurezza e Occupazione. Se Ama non viene riorganizzata efficientemente, salta raccolta differenziata e decoro in città: ed è un problema culturale perché i romani sono disincentivati ad azioni di sensibilità ambientale, tema su cui molto si è lavorato. Se Marino e Zingaretti non decidono poi cosa fare dei rifiuti, a breve saremo anche in emergenza e faremo la fine della Napoli di qualche anno fa. Se non ci saranno provvedimenti risoluti verso i campi nomadi abusivi e l’espulsione degli stranieri irregolari, a Roma si rischia la rivolta delle periferie di questa città, già troppo abbandonate. Servono poi incentivi seri all’occupazione, come diceva Pound “senza lavoro speranza è follia!”.