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IV Novembre

OGGI IV NOVEMBRE, come oramai da più anni, siamo ritornati a celebrare – anche se nel contesto di un normale e quasi anonimo giorno lavorativo – la “Festa dell’Unità Nazionale”, delle Forze  Armate ed in onore dei Caduti per la Patria.

Mi ricordo quando, ancora studente (essendomi diplomato nel ’61), la giornata era considerata una vera e propria Festa Nazionale, per celebrare l’ anniversario della “Vittoria” nella Prima Guerra Mondiale, allora denominata – in base ai ricordi delle generazioni più anziane e dei nostri nonni – la “Grande Guerra”. Mi ricordo allora di un lungo ponte scolastico di ben 4 giorni, che iniziava con il 1° Novembre,  Festa di Tutti i Santi !

Poi successivamente tale ricorrenza venne declassata (se non quasi rimossa dal calendario) nel marzo del 1977, a seguito di una delle tante manovre governative nel maldestro tentativo di contrastare (abolendo alcune Festività)  le endemiche crisi economiche, divenute pluri-ricorrenti in ogni legislatura, essendosi esauriti ad inizio anni ‘70 i post-effetti positivi dello storico “miracolo italiano”.

Il passaggio dalla crisi economica/finanziaria alla crisi dei valori, degli ideali e dello “stile”, fu estremamente rapido e consequenziale; così sradicata tale ricorrenza dal “Calendario della Storia”, venne abolito dal vocabolario il sostantivo “Patria”, esautorato il concetto di “Nazione” ed annientato quello di “Comunità” per cedere il posto ad altre terminologie pseudo progressiste, come Paese, Territorio e Collettività. Eravamo nel pieno  degli “anni bui” (… e degli “anni di piombo”), con il trionfo della più becera democrazia, di un sindacalismo irresponsabile ed inumano, del più pruriginoso femminismo e della proliferazione delle “zecche”.

Credo comunque che (pur essendo una guerra – obbiettivamente – un avvenimento tragico e negativo) la “Grande Guerra” – soggettivamente – sia stata capace a cementare un Popolo ancora non amalgamato, a rafforzare una Patria e ad edificare una Nazione, ancora non completata. Ciò a prescindere dalla scelta strategica e tattica, se per l’Italia fosse stato più saggio schierarsi con l’Impero Austro-Ungarico, anziché con la Coalizione Anglo-Francese.

Ma torniamo ora alla Data del “Nostro 4 Novembre“.  E se è giusto e doveroso dare a Cesare quel che è di Cesare – fatte le debite proporzioni – senz’altro va riconosciuto a Carlo Azeglio Ciampi, Ex-Presidente della Repubblica recentemente scomparso che, nonostante tutti i suoi ampi demeriti, di essere giustamente ricordato come l’artefice per aver restaurato la parola “Patria”, riconsegnandola agli Italiani … e per aver rinnovato loro la voglia e la gioia di cantare a voce alta l’Inno Nazionale.  E quindi oggi festeggiamo, con un giusto orgoglio di Italiani, questa data e ciò che simbolicamente deve rappresentare.  

GIULIANO MARCHETTI


Giuliano Marchetti

Direttore Editoriale di Consulpress, Commercialista e Revisore Contabile.