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“Karol Wojtyla ed il dialogo interreligioso” Stadio di Domiziano

Incontro con le Comunità Ebraiche, Cristiane e Musulmane,una serie di scatti fotografici per raccontare e far viaggiare con lui :Papa Wojtyla fa vibrare i cuori dei visitatori della mostra  inagurata il 25 marzo a Roma, presso il sito archeologico dello Stadio di Domiziano, appena riaperto al pubblico.Un racconto fatto con immagini straordinarie.Giovanni Paolo II ha compiuto gesti simbolici senza precedenti: èè stato il primo Papa ad entrare in una sinagoga, a riunire in preghiera i capi spirituali delle principali religioni del mondo e, ad incontrare fedeli musulmani all’ interno di una moschea; ha pregato presso il Muro del Pianto (Muro Occidentale)a Gerusalemme.

La mostra ripercorre i momenti salienti del percorso di incontri con le religioni monoteiste come  Ebraismo, Cristianesimo ed Islam, viaggio in Terra Santa, Giornate di Pace (Assisi)2014-03-24 18.54.11

La mostra- curata da Rosanna Cerbo (segretario generale Opera Karol Wojtyla)rimarrà aperta al pubblico fino al 4 maggio, è stata allestita in collaborazione con l’Ufficio Rabbinico di Roma, il Vicariato di Roma e il Centro islamico Culturale d’Italia.

La gestione dei privati salva lo Stadio di Domiziano

Quello dell’antico Stadio di Domiziano, costruito nell’86 d. C. ai limiti della parte edificata del Campo Marzio e destinato alle gare di atletica, è il primo caso a Roma di concessione in uso a privati di un sito archeologico. A sobbarcarsi i costi della riqualificazione e della valorizzazione è stata, infatti, la società Mkt121 del gruppo Markonet, che ha ottenuto in cambio dalla sovrintendenza, come prevedeva il bando del 2010, la gestione dell’area archeologica a quattro metri di profondità per nove anni.

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La Mkt121 -GRUPPO MARKONET- società di marketing, eventi e comunicazione – ha investito 1,6 milioni di euro per il recupero dello scavo, chiuso dopo il crollo di un blocco di intonaco nel 2010 e prima visitabile solo su preno- tazione, l’ammodernamento del lucernario, e la musealizzazione del sito, circa mille metri quadrati di grandi arcate su pilastri e blocchi di travertino, con pannelli espositivi, una mediateca, un bookshop e un percorso accessibile per i disabili.

“L’area archeologica versava in stato di abbandono e degrado e si era riempita di rifiuti ” spiega Francesco Tamburella —. Ora è aperta tutti i giorni, con visite guidate in lingua su prenotazione e fra poco partiranno anche le mostre. Abbiamo voluto realizzare un “infopoint” che illustra non solo la storia dello Stadio, unico esempio in muratura finora conosciuto al di fuori della Grecia e del mondo orientale, e della Roma antica, ma anche quella delle pratiche sportive dall’antica Grecia alla Roma imperiale».

Sono già diecimila i turisti e i romani che nei primi tre mesi dalla riapertura “in sordina” del 14 dicembre scorso hanno visitato questo “gioiellino” sopravvissuto all’evoluzione urbanistica della città nei secoli: l’attuale piazza Navona occupa, infatti, la platea dell’antico Stadio di Domiziano (di cui ha conservato la forma), che misurava 275 metri in lunghezza per 106 di larghezza, e arrivava a contenere circa 30mila spettatori. Mentre dove oggi sorgono i palazzi che circondano la piazza, un tempo c’erano le gradinate.

È qui che si svolgeva il Certamen Capitolinum Iovi, la gara quinquennale istituita nell’86 d. C. a imitazione delle Olimpiadi greche. I giochi erano denominati agones e da qui deriva il nome della piazza, che da “agone” divenne “in agone”, “innagone”, “navone” e, quindi, “Navona”.

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info@stadiodomiziano.com

stadiodomiziano.com

06.45686100 AREA ARCHEOLOGICA DELLO STADIO DI DOMIZIANO-PIAZZA NAVONA

Adelfia Franchi