LA CORSA DI MIGUEL
Chi era Miguel?
Miguel Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
Quando una banda
paramilitare lo sequestrò a casa sua, nella notte fra
l’8 e il 9 gennaio 1978, trovò la bandiera bianca e
celeste attaccata alla parete.
Gli chiesero:
”Perché?”. E lui rispose: “Perché sono argentino”.
Aveva 25 anni quando gli bendarono gli occhi e lo
infilarono sul Ford Falcon nero, triste e ricorrente
presenza di quegli anni infami governati da una feroce
dittatura.
LO ZUCCHERO
Miguel era nato l’8 novembre del 1952, a Bella Vista, provincia di Tucuman, Nord dell’Argentina, famosa per la coltivazione della canna da zucchero. Anche lui lavorò da bambino in questo campo prima che l’intera area entrasse in crisi.
LA VALIGIA DI CARTONE
Allora, a 18 anni, prese la sua valigia di cartone e seguì i fratelli che erano già partiti per Buenos Aires. Fu qui che cominciò una nuova avventura.
IMBIANCHINO
Faceva l’imbianchino e il calciatore prima di scoprirsi innamorato dell’atletica. Giocava nella quarta divisione con il Gymnasia y Esgrima de La Plata.
ATLETA
Ma l’atletica lo conquistò. Si allenava di mattina presto e alla sera tardi con il tecnico Osvaldo Suarez, mitico personaggio che aveva vinto tre volte la Corrida di San Silvestro.
LUOGHI
Di mattina, all’alba, andava a correre costeggiando un campo da golf, a Ranelagh. Di pomeriggio finito il suo lavoro, era stato nel frattempo assunto al Banco de Provincia, sceglieva la pista di Villa Dominico, dove c’era Suarez.
UNA MELA
La sua giornata era infinita. Sveglia con una mela, primo allenamento, treno, lavoro, ancora allenamento, scuola serale per completare quegli studi che non aveva finito. A volte rientrava all’una di notte.
ADAM
Aveva tanti fratelli e sorelle, in tutti erano dieci. A Villa Espana, periferia di Buenos Aires molto umile, c’era anche il suo cane Adam: dopo la sua sparizione non abbaiò più, aveva perso la gioia di vivere.
PERONISTA
Miguel s’impegnava politicamente nella Gioventù Peronista: aveva pianto il giorno dei funerali di Peron, nel 1974. Ci si vedeva con i ragazzi del quartiere, ma negli ultimi anni gli impegni di lavoro e con l’atletica, ridussero molto la sua politica.
COSA ACCADDE
In Argentina si spariva per niente, per fare politica, per difendere i diritti delle persone o semplicemente per avere un amico “sbagliato” o finire su un’agenda telefonica “pericolosa”. Chissà cosa accadde a Miguel.
POETA
Era un poeta autodidatta. Il suo “Para vos atleta”, “Per te atleta”, fu pubblicato dalla Gazeta Esportiva di San Paolo, il 31 dicembre del 1977, nove giorni prima della sua sparizione. Era un inno alla corsa. Ma Miguel scriveva di tutto: atletica, Argentina, soprattutto amore. Tanto amore che aveva voglia di dare e di ricevere.
Nella mattinata di giovedì 9 gennaio, presso la Palestra Monumentale dell’Università di Roma Foro Italico, è stata presentata alla stampa la XV edizione della Corsa di Miguel. Presenti tra gli altri l’Assessore allo Sport di Roma Capitale Luca Pancalli e il Ministro dell’Ambasciata Argentina Carlos Cherniak. Sono poi intervenuti anche Michele Maffei, presidente dell’Associazione Benemerita del CONI e il presidente dell’UISP Nazionale Vincenzo Manco, oltre al Responsabile dellìOrganizzazione dell’Ufficio Scolastico Regionale Antonino Mancuso.
Nel corso della conferenza stampa sono state illustrate le diverse novità che caratterizzeranno l’edizione del prossimo 19 gennaio, dal nuovo percorso con arrivo allo Stadio dei Marmi al pacco gara rinnovato fino alla Strantirazzismo, la non competitiva di 4 km dal Ponte della Musica. Spazio poi anche per la presentazione del libro di Giuseppe Catozzella “Non dirmi che hai paura” dedicato alla storia di Samia Yusuf Omar.
In conclusione le iniziative solidali della Corsa di Miguel, con gli interventi di Rioberto De Benedittis di Libera e di Alberto Pietromarchi di Luconlus.