La Cristianità dell’ Abete
L’ ABETE, ALBERO di NATALE
La tradizione di addobbare un albero per festeggiare il Natale è una tradizione antica, risalente al 724 quando un Vescovo d’origine britannica, San BONIFACIO, apostolo dei germani (e attuale patrono della Repubblica Federale Tedesca) addobbò un abete sempre verde con candele accese per ricordare la nascita di Gesù Cristo, vera Luce del mondo. Tale tradizione si diffuse rapidamente tra le popolazioni germaniche, prevalentemente tra quelle che in seguito adottarono la riforma protestante luterana (Germania, Danimarca, paesi scandinavi e baltici).
Tallin, capitale dell’Estonia rivendica di essere stata la prima città al mondo dove è stato eretto un albero di Natale nella piazza principale nel 1441, primato conteso da un’altra città baltica, quella di Riga, capitale della Lettonia, che afferma che il primo albero di Natale è stato in realtà ivi eretto nel 1510, tanto che ha posto una targa scritta in otto lingue per affermare quanto sostenuto. Dal baltico dove convivono le chiese luterane ed ortodosse, la tradizione dell’albero di Natale si è estesa anche in Russia e nei paesi dell’Est. Da tempo però, la stampa e la cultura dominante, stanno scristianizzando la valenza dell’albero di Natale, sempre più slegato al significato religioso e associato a mere mode consumistiche, cercano di darne una origine acristiana e se non addirittura pagana. Vero è che nelle religioni pagane antiche, tendenzialmente animiste, quale quella celtica degli antichi Druidi, l’albero era considerato un elemento sacro, come è anche vero che nella religione norrena (germanico-vikinga) era venerato l’albero Idrasil o Albero dell’Universo che congiungeva il regno dei morti (Helheim) con il regno degli Asi o divinità nordiche (Asgard) e che il culto veniva effettuato nei boschi sacri, sotto le sacre querce, ma lì non si festeggiava addobbando l’albero a festa, ma praticando rituali di sangue, denominati blot, a favore delle divinità, sacrifici effettuati in tutti i paesi germanici e del nord Europa.
Sotto le querce sacre, ove venivano consultate come oracoli le maghe veggenti dette volur, i sacerdoti, chiamati godi effettuavano sacrifici di animali, soprattutto cavalli e maiali, le cui carni venivano bollite in grandi pentoloni (vds. il pentolone usato dal druido Panomarix del villaggio gallico di Armorica, nelle storie di “Asterix”) ed il sangue, che credevano contenesse poteri magici, veniva asperso sulle case e sui guerrieri, pensavano desse loro forza. In detti rituali cruenti, conditi con grosse bevute di birra ed altre bevande inebrianti consacrate dai godi che portavano i partecipanti ad uno stordimento e ubriacamento per entrare così in contatto con gli Dei, o con gli Elfi (una sorta di geni che vivono nell’aria e nelle foreste) spesso venivano effettuati sacrifici umani. L’albero pagano pertanto non ha nulla in comune con quello cristiano del Natale, l’uno è collegato a rituali di sangue e di morte, mentre l’altro a rituali di vita e di luce. Le cronache dell’epoca narrano che San Bonifacio (venerato sia dai cattolici, che dai protestanti, che dagli ortodossi) affrontò i pagani che si erano riuniti presso la “sacra Quercia del Tuono di Geismar” per effettuare dei sacrifici umano al fine di ottenere la benevolenza del Dio Thor – Dio del Tuono e figlio di Odino, Re degli Dei, e di Jord, dea della Terra, particolarmente venerato dai guerrieri germani, gridando: “questa è la vostra Quercia del Tuono e questa la croce di Cristo che spezzerà il martello del falso dio Thor” e con una scure colpì l’albero sacro. Un vento si levò all’improvviso facendo cadere l’albero, che cadendo si spezzò in quattro parti. Dietro l’albero stava un piccolo abete e San Bonifacio disse che l’abete, albero il cui legno veniva utilizzato per costruire le case, sarebbe diventato il nuovo albero sacro e, quale albero di pace, avrebbe sostituito la quercia simbolo di guerra e di crudeltà. L’abete, da portare nelle case come simbolo di amore e bontà fu associato dal Santo Vescovo Bonifacio a Gesù Bambino e nella notte di Natale veniva addobbato con candele accese.
L’albero di Natale ha pertanto un’origine e un significato completamente diverso ed opposto a quello degli alberi sacri delle religioni pagane, semmai può richiamare quell’albero della vita posto al centro del Giardino dell’Eden o paradiso terrestre, del quale ci parla la Bibbia nel libro della Genesi (2.9). L’albero di Natale, per i cristiani, ricorda pertanto l’albero del Paradiso e rappresenta simbolicamente la Croce di Cristo, Salvatore dell’umanità, come recitato nella prefazione della liturgia dell’Esaltazione della Santa Croce dove vengono pronunciate le seguenti parole: “Nell’albero della Croce tu hai stabilito la salvezza dell’uomo, perché donde sorgeva la morte di là risorgesse la vita , e chi dell’albero traeva vittoria, dall’albero venisse sconfitto, per Cristo, nostro Signore” a significare che Gesù è venuto su questa terra per riconciliare l’uomo con Dio e a tal fine, l’abete, sempreverde e che se anche reciso mantiene a lungo colore e profumo, rappresenta l’albero della vita eterna. Nel medioevo gli alberi di Natale, denominati anche “alberi del Paradiso”, oltre che con le candele, cominciarono ad essere decorati con mele (richiamo biblico all’albero della conoscenza ed al superamento con Gesù del peccato originale), ai quali furono successivamente aggiunte, anche noci, castagne e a porre ai piedi dell’albero, anche dei dolci fatti con latte e miele, quale richiamo biblico alla terra promessa, o altri biscotti e soltanto in epoca successiva anche altri regali. La tradizione dell’albero di Natale in Occidente è più recente di quella del presepe (tradizione iniziata da San Francesco d’Assisi nella città di Greccio nel 1223) e si è sviluppata soltanto nel XIX secolo. In America fu portata dai coloni protestanti già all’inizio della colonizzazione europea, mentre in Austria fu introdotta nel 1816 a Vienna la prima metà dell’ottocento dalla principessa tedesca Enriette Alexandrine Friederike Wilmine von Nassau-Weilburg, moglie dell’Arciduca Carlo, Duca di Teschen, famoso generale austro-ungarico che sconfisse Napoleone nella battaglia di Aspem-Essling e in Francia nel 1840 dalla duchessa di Orléans. Sebbene in Occidente l’albero di Natale, come tante tradizioni reimportate dall’America, è entrato nel costume, spesso più consumistico che religioso, di tutte le popolazioni europee, non molti sanno che la Chiesa Cattolica lo ha visto per molto tempo con sospetto, tanto che è stato definitivamente sdoganato soltanto nel 1982 da Papa Giovanni Paolo II che ha iniziato la tradizione di far mettere un albero di Natale in Piazza San Pietro. Non molti sanno che l’Italia è stata una delle prime nazioni a maggioranza cattolica dove è stata introdotta la tradizione dell’albero natalizio. Infatti il primo albero di Natale è stato addobbato a Roma nella seconda metà dell’ottocento per volere della Regina Margherita ed è proprio in ricordo di ciò che, quest’anno, è stato allestito un albero, denominato albero della Regina nella Villa Reale di Monza, dove tra i rami ci sono paggi ed eleganti damine, palline rosse in vetro soffiato, perle dorate, putti e soldatini in divisa blu e argento e al posto delle luci tantissime candele bianche su eleganti porta-candele dorate.
Per chi fosse interessato a visitare la Reggia, essa rimane aperta, per tutto il periodo delle feste, Natale compreso.
Filippo Ortenzi