La “Dignità” oltre il “Mercato”
…. LA “PATRIA GRANDE”
Un biennio di slittamento al basso del prezzo del petrolio, il Venezuela galleggia su uno dei più grandi giacimenti del continente, ha determinato una perdita di proporzioni ingenti nelle entrate finanziarie del paese, contraendo di conseguenza, l’ammontare delle importazioni, comprese quelle di primaria necessità, come i prodotti alimentari per i quali il Venezuela è fortemente dipendente dall’estero. Con la moneta sotto il fuoco dell’inflazione, il Bolivar con una erosione del sessantadue e venti percento e con un tasso di cambio al mercato nero di circa 7 Bolivares per dollaro USA, il grande Paese latinoamericano fatica, in un quadro generale di depressione globalizzata, ad imboccare nuovamente la via maestra della normalizzazione economica.
E’ facile, nelle presenti circostanze, alzare il dito accusatore verso gli organismi governativi, soffiare sul fuoco del malcontento e ricordare nostalgicamente i periodi del grande benessere, quando il Venezuela simboleggiava, in una Europa distrutta dalla seconda guerra mondiale, il nuovo “Eldorado” ed attraeva migliaia e migliaia di emigranti, spinti dalla speranza di un cambiamento della propria stentata esistenza. Oggi le responsabilità di quanto accade, sono, in parte, da attribuire anche all’ostilità commerciale ed ideologica di alcuni paesi: si è voluto ignorare, ad arte, il lavoro compiuto nel Paese negli ultimi dieci anni per espandere la partecipazione popolare attraverso una difficile opera di trasformazione costituzionale, con il passaggio da una democrazia rappresentativa ad una partecipativa, ed il conseguente, radicale cambiamento degli obbiettivi nazionali.
In realtà si sono voluti potenziare i livelli di garanzia dei diritti umani, e checchè se ne dica, nell’arco di questi ultimi dieci anni, si è voluto porre la giustizia sociale al centro di ogni iniziativa improntata sulla dignità dell’uomo.
Sarà utile, a questo proposito, ricordare come ai tempi della crescita economica del paese sudamericano, l’80% della popolazione fu tenuta ai margini della “festa , aumentando “le condizioni di povertà di vasti strati della società, a tutto beneficio di quelle oligarchie economiche che il neoliberismo imperante e questo vale non solo per il Venezuela, ha voluto premiare con l’ingiustizia de profitto ad ogni costo. E’ un concetto, questo dell’avanzamento sociale oltre ogni attuale, negativa contingenza, bene espresso anche dall’Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela, nel corso di un recente master all’Università La Sapienza di Roma: “ E’ ancora possibile creare un mondo in cui le culture e gli stili di vita dei popoli siano rispettati ed in cui l’economico non sia il fattore chiave che si impone sui diritti dei cittadini”.
Le ristrettezze dell’oggi, la confusione economico finanziaria non sono un fatto nuovo per il continente; il défault ha toccato tanti paesi, anche in Europa, ma il seme della giustizia e della dignità farà comunque crescere alberi dalle profonde radici.
Alessandro P. Benini