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La fondazione ultima dei diritti

LA FONDAZIONE ULTIMA DEI DIRITTI________________di Don Walter TROVATO *

I diritti dell’uomo oggi sono al centro della politica sociale  e si può dire di tutta la politica. Ma si presentano dappertutto gravi difficoltà di interpretazione e applicazione di tali diritti, per la mancanza di una nozione di fondo della natura umana e delle esigenze che da essa promanano, soprattutto alla dignità e libertà della persona e alla uguaglianza degli uomini, che impongono, al di là di una visione materialista e meccanicista della società, un ordinamento delle condizioni sociali tale, che in esse ogni individuo possa sentirsi libero e godere dei suoi diritti di cittadino, per il semplice fatto di essere un uomo, cioè una persona, che accetta di vivere in una società e di assumervi le responsabilità che le competono.
Se per esempio si riduce il valore dell’uomo a quello della sua produttività e del lavoro, viene meno l’universalità dei diritti dell’uomo, che non sono più da attribuirsi all’uomo–non-lavoratore, per esempio a chi contempla e prega, anche a prescindere dal problema degli inabili al lavoro. Se si nega la spiritualità e l’immortalità dell’uomo, e quindi il primato della persona, è la società che fonda e concede i diritti, anziché riconoscerli all’uomo come tale è operare al suo servizio perché possa esercitarli degnamente. Se si tenta di identificare il bene comune dell’uomo con quello solo della classe operaia, molti individui ne vengono esclusi, pur facendo parte della società e avendo un diritto-dovere d’uomini, antecedente a quello di membri di una classe, a contribuirvi e a beneficiarne. Se si distrugge il fondo unitario e permanente della natura riducendo la realtà umana a una serie più o meno legata di fenomeni transeunti, non c’è nulla di fisso per nessuno, come diritto dell’uomo, ma tutto viene concesso o riconosciuto nella misura in cui si interpreta e rappresenta l’interesse della collettività.

Di qui, ancora una volta, la necessità del diritto (o legge) naturale, riconosciuto come base di ogni ordinamento giuridico e misura di ogni diritto positivo. Non si tratta tanto di un qualsiasi sistema codificato, ma piuttosto dell’insieme di imperativi e, prima ancora, di tendenze o inclinazioni spontanee della natura umana, che l’autocoscienza fa percepire a tutti (in condizioni di normalità), che l’etica coglie e sviluppa come idee base su cui si fonda l’unità è l’universalità del genere umano sotto l’aspetto morale e spirituale, fondamento di quella sociale.
Senza questo ricorso alla legge naturale, cioè alla stessa natura analizzata metafisicamente, psicologicamente e sociologicamente nelle sue espressioni fenomeniche per oltrepassare e giungere a trovare i suoi più essenziali costitutivi e imperativi, non vi è base sicura e unica per i diritti dell’uomo, non vi è garanzia di rispetto per la persona umana, per i gruppi sociali, per i popoli, costituiti sempre da persone.
Di qui deriva pure la necessità di una continua ricerca dei dati sicuri della legge naturale attraverso l’analisi dei fatti sociali umani e una interrogazione dei dettami interiori, il cui valore prevale su tutte le contingenze storiche e i limiti etnici e culturali.

*Presidente dell’ ISTITUTO SAN BENEDETTO per l’EUROPA

N.d.R. – si consiglia di leggere anche il precedente intervento di Don Trovato ” Il Fondamento dei Diritti dell’Uomo”