Skip to main content

La Germania apre le porte

La Cancelliera tra bontà ed astuzia

Se le decisioni improvvise e per la verità quantomai tempestive di ANGELA MERKEL  hanno dato una scossa alla moribonda Europa, hanno però avuto il risultato di consolidare ancora una volta il ruolo guida della Germania. Il filo spinato dell’ungherese ORBAN la lunga diatriba sul numero dei profughi da dividere in quote, la grettezza e la fragilità europee, sono apparentemente scomparse, ma, sciogliendosi come neve al sole, hanno confermato l’astuzia della Cancelliera, che ha mostrato alla mediocre comunità politica una supremazia, non tanto basata sulla visione umanitaria tirata fuori in extremis,  ma sulla capacità di sfruttare la crisi provocata  dell’emigrazione a favore degli interessi tedeschi.

Quale discriminazione nasconde la cernita che si vuole operare tra i profughi ?  Forse esiste una differenza tra le moltitudini sospinte in Occidente dalla guerra e dal bisogno oppure Berlino , questa differenza, la vuole cercare appositamente al fine di favorire una parte dei migranti? Con il gioco, se di gioco in questa tragedia si può parlare, ancora aperto si potrebbe pensare ad una serie A per alcuni profughi, visto che nella prima serie militano i cittadini siriani in fuga. Cosa sarà, qualora questa ipotesi suscitata dall’improvviso buonismo teutonico trovasse conferma, di tutti gli altri?

Sono cinque milioni i migranti pronti a percorrere la strada dei Balcani verso l’Occidente e molti di questi non hanno la nazionalità del paese mangiato dall’ISIS. Oltre le affermazioni del Premier Viktor Orban, che ha descritto i migranti ”una sfida alla purezza della razza” e la democrazia multietnica “un delirio fallimentare”, certo è che i siriani hanno una capacità di integrazione grazie al grado di cultura e alla capacità lavorativa, qualità scarsamente presenti nelle masse dei fuggitivi. Non dobbiamo dimenticare che la Germania, pur nella felice situazione economica attuale, teme il fenomeno demografico per la scarsità delle nascite ed ha bisogno di rinvigorire una popolazione non più  prolifica; la stessa industria, nella prospettiva di invadere ulteriormente il mondo con una produzione d’avanguardia necessita di nuove e motivate maestranze.

I migranti che tutti i giorni attraversano il Mediterraneo per raggiungere il nostro Paese sono figli, in maggioranza, di quel continente che un tempo veniva chiamato “Africa Nera”. La povertà assoluta di queste masse, la totale concettuale lontananza dalle motivazioni d’integrazione rende il problema dell’accoglienza insolubile.  Anche in questa circostanza appare inevitabile  la decisione di muovere – parola che fa rabbrividire l’imbelle Europa – guerra a chi con la guerra ha provocato il disastro. Esistono altre soluzioni ? Vorremmo sperare in una nuova iniziativa diplomatica capace di allontanare l’orrore delle armi e delle distruzioni.  C’è qualcuno capace?

                                                                   Alessandro P. BENINI


Alessandro P. Benini

Esperto di Finanza e di Storia dell'Economia.