“La lotta delle nonne di Plaza de Mayo”
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA Corso di laurea in Scienze della Comunicazione in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia, organizzano
“La lotta delle nonne di Plaza de Mayo per la ricerca dei bambini desaparecidos rubati alle famiglie dalla dittatura argentina”
Martedì 21 gennaio 2014 ore 15, Aula Magna Granero-Porati Via Dunant n. 3 – Varese
INTRODUZIONE AI LAVORI – prof. Fabio Minazzi, Presidente del Corso di Laurea, Le ragioni di un incontro sul tema dei diritti umani in Argentina RELAZIONI – dr. Carlos Cherniak, Ministro Plenipotenziario, Politiche e Diritti Umani dell’Ambasciata Argentina in Italia, Le politiche dei Diritti Umani come pilastro della costruzione democratica – dr. Sabatino Annecchiarico, Dottore in Scienze della comunicazione, giornalista, Le vicende dell’Argentina tra cronaca e storia
PROIEZIONE DEL FILM Verdades Verdaderas. La vida de Estela Il lungometraggio racconta la storia di Estela Carlotto, della sua famiglia e della lotta delle nonne di Piazza de Mayo, donne impegnate nella ricerca dei bambini desaparecidos rubati alle famiglie dalla dittatura argentina. Il film Verdades verdaderas, la vida de Estela del regista argentino Nicolas Gil Lavedra ha vinto il Premio per i Diritti umaniassegnato dall’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc) e da Signis World.. Il film racconta la vicenda di Estela de Carlotto, una delle nonne di Plaza de Mayo che promossero la ricerca e reclamarono giustizia per gli oltre 30.000 dissidenti che tra il 1976 e il 1983 la giunta militare argentina rapì e uccise. Il film racconta questa brutta e dolorosa pagina della storia del paese sudamericano «dalla prospettiva di Estela, moglie, madre e nonna che combatte per la giustizia e la ricongiunzione della sua famiglia. È un esempio per tutti coloro che hanno sofferto delle perdite ingiuste e dolorose», si legge nella motivazione del premio. Il film ha un doppio carattere biografico: uno esplicito, dato dalla storia di Estela, e uno implicito, essendo il regista Gil Lavedra, figlio di uno dei giudici che presiedettero il Processo alla giunta militare argentina.”