Manifestanti curdi assaltano Montecitorio
Distruzione e saccheggio arriveranno anche a casa nostra…con l’ indifferenza,con l’arroganza,con il pensare che a noi non succederà mai: nel frattempo già , qualcosa succede…
In sala stampa della Camera dei Deputati a Montecitorio è arrivato il frastuono di urla, giornalisti e operatori presenti ad una conferenza stampa si sono precipitati fuori,(mentre molti politici correvano impauriti dentro) e, al portone d’ingresso un folto gruppo di manifestanti curdi, riconoscibili da bandiere ad un passo dal coronare con l’ingresso nell’atrio quello che può definirsi un breve quanto concitato ‘assalto’ alla Camera. Gli attivisti sono riusciti a superare il cordone di rispetto che separa la zona di piazza Montecitorio riservata alle manifestazioni dall’area di accesso al Palazzo. Tanto da arrivare a ridosso del picchetto d’onore che lo presidia, nei giorni di seduta. Praticamente subito prima della soglia d’accesso. Un breve e serrato ‘spintonamento’ da parte delle forze dell’ordine ha liberato l’area e portato i manifestanti al di fuori della ‘zona rossa’, mentre all’interno del Palazzo l’androne di Montecitorio si riempiva di cronisti e di assistenti parlamentari per ‘rinforzare’ la tenuta del portone , I manifestanti, inizialmente urlando si sono assediati nella piazza di Montecitorio, tenendosi per le braccia e continuando a scandire cori contro la Turchia “terrorista” e Erdogan “assassino”, chiedendo ascolto all’Italia e all’Europa. Obbiettivo dei manifestanti è quello di concentrare l’attenzione su quello che ritengono un «genocidio» a scapito del popolo curdo, compiuto dall’Isis. In particolare, chiedono all’Italia di rafforzare il proprio impegno nella guerra contro il califfo al Baghdadi.
Gli slogan utilizzati sono «Isis terroristi», «Ieri Hitler, oggi Isis», «Ocalan libertà»,«Viva la rivoluzione di Rojava»
“Dovevamo fare una sorpresa, altrimenti qui chi sente la nostra voce? Nessuno sente la nostra voce”. Così uno dei manifestanti curdi racconta il tentativo di irruzione a Montecitorio, compiuto questa mattina. “Noi vogliamo solo difendere i nostri territori dall’Isis e urliamo slogan contro la Turchia perché la Turchia sostiene l’Isis – prosegue – Noi curdi vogliamo essere liberi, non vogliamo essere attaccati: siamo oltre 50 milioni, non abbiamo il diritto di vivere come tutti gli altri?”. “La maggior parte di noi vive e lavora in Italia. Siamo tutti curdi ma veniamo da diversi Paesi: Siria, Turchia, Iraq – spiega Said – Io sono qui da quindici anni, ho anche due figli che sono italiani. Oggi sono qui con alcuni amici per cercare di far sentire la nostra voce e per chiedere all’Italia da aiutarci”. “Vogliamo parlare con qualche responsabile, vediamo cosa ci dicono: il ministro degli Esteri sarebbe l’ideale”, è la richiesta. E alla domanda se i manifestanti appartengano al Pkk, viste le bandiere con i simboli del movimento e del suo leader Ocalan, risponde: “Noi siamo curdi, apparteniamo al popolo curdo e basta. Apparteniamo a tutti quelli che vogliono difendere i diritti e il popolo curdo”.Un altro manifestante racconta”nel giro di qualche giorno sono scomparse più di 900 persone, negli ultimi tempi sono state rapite circa 5mila bambine, nessuno in occidente si preoccupa, tutti fanno finnta di non sapere”. – Prosegue l’avanzata degli jihadisti sunniti dello Stato islamico, giunti al confine tra Siria e Turchia, mentre il Parlamento di Ankara si prepara a votare l’intervento militare contro l’Isis. I miliziani hanno annunciato di essere giunti alla periferia della città di Kobani, lungo il confine con la Turchia, nonostante i raid aerei degli Stati Uniti e dei Paesi alleati. Il Parlamento turco ha approvato la mozione del governo che apre alla possibilità di inviare truppe in Iraq e Siria per fronteggiare l’Isis e “ogni altra formazione terrorista”.
L’ALTRO FRONTE – In Iraq gli jihadisti hanno preso il controllo delle stazioni di polizia e delle istituzioni governative della città di Hayt, nel governatorato di Anbar, 110 chilometri a ovest di Baghdad. Athal Fahdawi, membro del consiglio provinciale di Anbar, ha accusato l’Isis di utilizzare i civili come “scudi umani”. Da un rapporto dell’Alto commissariato per i diritti umani e della missione Onu in Iraq (Unami) emerge che i miliziani si sono macchiati di esecuzioni di massa, sequestri di donne e bambine come schiave sessuali e dell’uso di bambini-soldato e per questo potrebbero essere chiamati a rispondere di “crimini di guerra o contro l’umanita’”. “Il campionario di violazioni e abusi perpetrati dall’Isis è sconvolgente”, ha commentato l’Alto commissario per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, “e molti di questi atti potrebbero costituire crimini di guerra o contro l’umanità”.
BILANCIO DI SANGUE – Secondo il rapporto, almeno 9.347 civili sono stati uccisi e 17.386 sono rimasti feriti nel mese di settembre in Siria e Iraq. Nel rapporto si denunciano “attacchi mirati a civili e alle loro infrastrutture, esecuzioni, omicidi di civili, rapimenti, stupri e altre forme di violenze sessuali e psicologiche contro donne e bambini, il reclutamento di bambini, la distruzione, e la profanazione di luoghi di culto religioso o di importanza culturale, la distruzione, il saccheggio di proprieta’ e la negazione delle libertà fondamentali”.
Il Questore della Camera dei Deputati Stefano Dambruoso ha ricevuto una delegazione in rappresentanza dei curdi-siriani. “era importante ha spiegato il questore, ricevere le loro proteste contro l’ ISIS, e contro il terrorismo che stanno uccidendo la loro gente. Ho confermato l’impegno del nostro paese” si legge in una nota diffusa dalla Camera dei Deputati.