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Matteo Renzi, fra jobs act, lacrime, cerette, analisi del sangue e, goleador…

Piangeva la Fornero, piange Livia Turco, se la ride la Moretti con la ceretta…MATTEO e SILVIO HANNO UNA PASSIONE COMUNE CHE SI CHIAMA CALCIO… E, NOI?LIVIA TURCO

Non abbiamo più sangue neanche per farci le analisi del sangue…Grosso risparmio per il nostro sistema sanitario.Il nostro Premier può stare tranquillo, può continuare a togliere il velo alla bellezza alle donne di sinistra.Nel PC, nei tempi rottamati bisognava mortificare la femminilità, nascondere, sembrare dei maschi…altrimenti niente carriera.Poi è arrivato Berlusconi, la bellezza è fiorita in politica…se  è un demerito a destra, perchè ora è diventato un merito a sinistra?

Nel frattempo la Camera dei Deputati ha approvato la riforma del lavoro (Jobs Act) e l’Unione Europea ha dato il via libera alla legge di stabilità.

Le due leggi vanno lette assieme, si sorreggono reciprocamente, con l’obiettivo principale di creare nuovi posti di lavoro, possibilmente a tempo indeterminato: l’eliminazione dell’IRAP dalla componente lavoro, il nuovo contratto a tutele crescenti, l’abrogazione di molti contratti atipici, l’assunzione a tempo indeterminato di 148.000 precari della scuola vincitori di concorso, l’azzeramento per 3 anni dei contributi a carico del datore di lavoro per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, la sostituzione della cassa integrazione in deroga con maggiore attenzione per i disoccupati e il loro reinserimento nel lavoro, la scelta di escludere gli investimenti dal patto di stabilità europeo, fanno parte di un unico filo conduttore, alla ricerca, tenace e determinata, di rompere la coltre di pessimismo e insicurezza che pervade la società italiana.

A mio avviso si possono avere perplessità od anche contrarietà su singoli punti delle leggi, ma il disegno complessivo è chiaro, coraggioso, condivisibile, e, soprattutto, dobbiamo essere consapevoli che questa è l’ultima occasione per il nostro Paese di ripartire ed agganciare l’Europa.Ma non è tutto oro ciò che riluce.

Adelfia Franchi