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MED e MED – Un progetto del Prof. L. GENTILINI

AL  CASTELLO della MAGLIANA –  dell’ ACISMOM,

la PRESENTAZIONE del LIBRO  “HUR” del PROF.  LUIGI GENTILINI

servizio ed interviste di Riccardo ABBAMONTE

con annotazioni di Giuliano MARCHETTI

 

Mercoledì 1° giugno ha avuto luogo la presentazione di “HUR”, libro del Prof. LUIGI GENTILINI, presso il Castello della Magliana, nell’Aula Magna dell’ Ospedale San Giovanni Battista – appartenente all’Ordine di Malta.

Ha aperto il convegno la Dr.ssa VALERIA GILESTRO, responsabile dell’Ufficio Formazione e Congressi dell’Ospedale, illustrando le attività dell’Associazione “MED E MED Onlus” – Medicina e Mediterraneo (costituita a Roma l’ 11 gennaio 2001), che svolge un ruolo di supporto sanitario, medico e chirurgico, oltre ad organizzare corsi di aggiornamento e formazione per medici, infermieri e tecnici di laboratorio. L’Associazione ha lavorato intensamente da oltre 2 anni per realizzare un nuovo progetto del Prof. Gentilini, riguardante un ospedale mobile galleggiante, registrato come “FMH”, acronimo di Floating Mobil Hospital, che opererà inizialmente sul lago Vittoria, in Africa.

Negli scafi della nave, oltre alla sala motori, sono collocati il laboratorio diagnostica per immagini, le stive per acqua e farmaci, poi nel 1° livello i locali per emergenze, chirurgia e traumatologia, ostetricia e ginecologia. Nel 2° livello sono la sala riunioni multimediale con il supporto della telemedicina e 4 mini alloggi per il personale di guardia, sanitaria e navigante.

Il “FMH” sarà alimentato prevalentemente con energia prodotta da fonti rinnovabili e questa iniziativa fa parte integrante di un progetto umanitario ideato e varato in tempi relativamente molto brevi dal Prof. Gentilini,.

L’Ufficio Formazione, presieduto dalla Dr.ssa Gilestro, è preposto alla formazione di personale sanitario su tutto il territorio nazionale e rappresenta l’ospedale, appartenente all’Ordine di Malta. Per il prossimo 24 settembre è stata programmata la presentazione di una giornata di formazione per il personale sanitario della nave ospedale, destinata a operare sul lago Vittoria. Qui, in base al progetto del Prof. Gentilini, la nave raggiungerà le persone che hanno bisogno della sanità, senza che queste debbano dover raggiungere con i loro mezzi l’ospedale; cioè, sarà  l’ospedale ad andare verso i malati e non viceversa.

E’ intervenuto quindi il Sen. ANDREA MARGHERI, editore del libro “HUR”, commentando di aver accettato di pubblicare il volume, essendo stato coinvolto in prima persona dalla vitalità e dall’esuberanza dell’autore del progetto in questione. In questo caso dunque sarà la classica montagna che andrà da Maometto e non viceversa; sarà cioè una nave che navigherà per alleviare le condizioni dei popoli africani e questi non saranno costretti a percorrere decine e perfino centinaia di chilometri per raggiungere un presidio medico sanitario. Per concludere, il libro di Gentilini è la storia di un uomo che ora diviene anche l’armatore del suo progetto, grande e nobile, ambizioso e importante.

L’Ammiraglio di squadra LUCIANO ZAPPATA ha affermato di aver voluto a suo tempo costruire una Onlus, insieme a Gentilini,  successivamente divenuta l’attuale MED E MED, allo scopo di fare qualcosa per gli altri. Non si pretende voler insegnare niente a nessuno, ma solo aiutare a crescere altre persone; infatti in Africa è necessario avvicinarsi alle persone con il rispetto e la dignità dovuti agli altri.

A tale proposito da parte della Consul Press si desidera evidenziare come, anziché portare il pane ed i pesci in Africa, sarebbe più utile insegnare – alle popolazioni locali – a coltivare il grano e a pescare (temi sempre sostenuti sia da movimenti comunitari ed identitari, sia dalla c.d. “Destra Sociale”), così come – anziché portare acqua in Africa – sarebbe più utile insegnare agli Africani a costruire i pozzi (vds. la realizzazione da parte del KIWANIS ITALIA del service distrettuale denominato “Sabbia in cambio di acqua” per la costruzione di pozzi d’acqua in Kenia, in collaborazione con l’A.M.R.E.F. utilizzando materiali e mano d’opera locali).

Padre MEDARD CHEGERGE VINCENT – uno dei primi sostenitori del progetto, proveniente dalla Tanzania e presente al convegno, ha effettuato un intervento in lingua inglese, che lo stesso Prof. Gentilini ha tradotto per il pubblico. Egli ha affermato di aver conosciuto Gentilini tre anni prima sul lago Vittoria e di essere rimasto entusiasta del progetto, particolarmente utile alle popolazioni che vivono in quelle zone disagiate, anche come supporto psicologico. Infatti secondo la sua visione, se il sogno di una sola persona rimane un sogno, il sogno di due diventa un progetto e il sogno di tanti inevitabilmente si dovrà realizzare.

L’Ammiraglio medico VINCENZO MARTINES ha ricordato come già a Lissa nel 1866, sul luogo della famosa battaglia che vide coinvolta la nostra Marina Militare contro l’Austria, fosse presente da parte italiana una nave ospedale, così come d’altronde in tutte le guerre coloniali. Anche in occasione del terremoto di Messina, ove i primi soccorsi furono portati da navi russe, il nostro governo inviò sul posto una divisione navale comprendente una nave ospedale.

In Africa queste speciali unità della Marina Militare dovevano soccorrere i marinai feriti e aiutare le popolazioni coloniali.  Dunque l’idea del Prof. Gentilini appare come un concentrato di storia, di umanità e di poesia, riuscendo per questo a penetrare nell’animo del lettore. D’altronde, come afferma lo stesso autore nel suo libro, l’alba va ringraziata ogni giorno al suo apparire.

NICOLA DI STORTI, medico chirurgo – appartenente al Rotary Club, ha coinvolto a sua volta nel progetto i suoi amici “Rotariani”. Egli ha affermato che in Gentilini e nel suo libro traspare  l’amore per il mare, per la medicina e per l’Africa.  Il libro in realtà sembra un diario, ma è un insieme di puzzle per la costruzione di un progetto. MED E MED sta a significare Medicina e Mediterraneo, un sogno da realizzare per portare qualcosa a chi non ce l’ha, ove le persone ne hanno maggiormente bisogno.

ROBERTO ROSSETI – giornalista, già vice direttore GR1, ha evidenziato come “HUR” sia un libro d’amore e d’avventura e come Gentilini ami l’Italia e l’Africa, oltre che l’avventura. E’ bella la storia con cui il giovane Gentilini, che non era mai stato in Italia, torna nella terra dei suoi padri. Il padre è medico nel continente nero e lui sente il bisogno di proseguire l’impegno civile del proprio genitore. Studia così a Roma con quella che definisce la “legione straniera”, composta di studenti di altre nazioni e di origine africana in particolare. D’altronde la parola HUR significa spirito libero e Gentilini è proprio così. Questo libro è anche un sogno, il suo.

A Gentilini – prosegue Rosseti – piace scegliere cose difficili, perché queste danno una maggior soddisfazione; egli dice di essersi ispirato a Gilgamesh, eroe mitologico mesopotamico, il quale lottò per resuscitare un suo carissimo amico defunto. Poi naturalmente si è ispirato ad Ulisse e a Dante, specie per la famosa frase “Fatti non foste a viver come bruti”. E allo stesso Stanley, che andò alla ricerca di Livingstone, che si presumeva sperduto, raggiungendolo con la sua tenacia in 10 mesi a Ogigi, sul lago Tanganika, seguendo le pochissime tracce di cui disponeva.

Tra l’altro non molti sanno che Livingstone, invece di essere contento di essere stato “salvato”,  sussurrò tra sé e sé, rivolgendosi a Stanley: “Ma chi è questo scocciatore?”.

Un altro suo eroe è Albert Schweitzer, il medico alsaziano che creò un ospedale per  lebbrosi a Lambarené, in Gabon. Di lui Gentilini sentì parlare per la prima volta in Somalia, proprio in un ospedale appartenente all’Ordine di Malta.  Altra persona che gli ha dato molto è stato Paolo Caccia Dominioni, il quale gli disse di vivere come se fosse sempre l’ultimo giorno della sua vita, ma di pensare come se fosse immortale.

Naturalmente in Africa Gentilini si è “rapportato” anche con la medicina naturale, fatta di infusi, decotti, erbe curative, ecc. che nel continente nero è ancora largamente diffusa, in mancanza di cure sanitarie adeguate. Il libro di Gentilini denota il suo interesse per la medicina, l’Africa, il mare, l’acqua, bene che deve essere giustamente garantito a tutti e che molte volte in Africa arriva con difficoltà.

Nel libro si racconta anche il suo rapporto con la morte. Nel 1948, all’indomani della guerra, in Somalia ci fu una manifestazione i cui promotori (ndr: manovrati da intelligence della Great Britain)  volevano dimostrare al mondo che gli italiani non erano graditi in Somalia. In quei giorni 52 italiani furono uccisi.  Ebbene, pochi giorni, dopo migliaia di africani si riversarono per le vie di Mogadiscio cantando inni italiani e innalzando bandiere tricolori, tanto che nel 1950 la Somalia veniva affidata dall’Onu all’amministrazione fiduciaria italiana per 10 anni.

L’ autore, rispondendo all’ultima domande posta da Rosseti, dichiara di essersi già impegnato a scrivere presto un nuovo libro, che inizierà proprio dalla odierna presentazione del suo “HUR”.

Nella sede del Castello della Magliana il 24 settembre avrà luogo infatti un evento formativo per operatori sanitari e a fine ottobre si costituirà una squadra con la quale Gentilini tornerà in Tanzania. D’altronde l’Africa per lui è la terra del futuro. La nave stessa sarà allestita in Africa, per risparmiare, e stazionerà quindi in 4 diversi porti del lago Vittoria, tra cui un’isola situata al centro del lago.

La presentazione del progetto è terminata con un intervento di BRUNELLA PAVESI, di Telespazio, la quale ha assicurato che il Prof. Gentilini non sarà lasciato solo nella sua meritoria opera di assistenza alle popolazioni africane, dato che il Ministero della Sanità ha dato incarico a Telespazio di assicurare il suo appoggio all’iniziativa (vds. intervista al termine dell’articolo.

Ed in chiusura vi è stato un brindisi augurale con un ottimo spumante italiano.

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INTERVISTA al PROF. LUIGI GENTILINI

D. –  Professor Gentilini, lei fa parte dei Cavalieri di Malta? 
R. “Io ho militato nei Cavalieri di Malta”.

D.- Perché in particolare  ha deciso di presentare il suo libro qui al Castello della Magliana, di proprietà dei Cavalieri di Malta? 
R. “L’ho fatto perché l’Ordine di Malta ha sentito parlare di questa mia iniziativa, che a loro interessa moltissimo perché i Cavalieri di Malta hanno avuto le prime navi ospedali e sono stati felicissimi di dare inizio a questa  collaborazione”.

D. Coi Cavalieri di Malta ha fatto qualche altra cosa in precedenza o è la prima volta che collabora con loro? 
R. “No, qui oggi faccio solo la presentazione del libro. Con loro ho fatto solo questo. Oggi qui avverrà la presentazione di un libro che ruota intorno alle mie esperienze africane”.

D. Ci racconti allora in breve queste sue esperienze… 
R. “Io ho compiuto circa 12 missioni in Africa, medico chirurgiche, socio sanitarie e di formazione, collaborando con le scuole di formazione, con i giovani infermieri e giovani medici, ricevendo grandi soddisfazioni con le Università. Si riesce bene a comunicare con loro, creando delle situazioni di empatia meravigliosa”.

 D. Professore, lei nella vita che professione fa?  
R. “Io sono chirurgo, ginecologo e oncologo. E, quando posso, continuo a fare il mio lavoro in Africa”.

D. Quindi lei fa del volontariato. Ha trovato appoggi in alto loco per questa sua meritoria missione umanitaria? 
R. “Io in genere mi appoggio a strutture esistenti, a ospedali pubblici, locali o religiosi.

D. Per fare ciò naturalmente dovrà avere alle spalle un’organizzazione che l’assiste? 
R. “Io ho alle spalle la mia associazione, che si chiama MED E MED, Medicina e Mediterraneo, come si può d’altronde vedere sul nostro sito, dove c’è la storia della nostra organizzazione e il modo di contattarci per chi fosse interessato a farlo”.

 

INTERVISTA alla Dr.ssa VALERIA GILESTRO

D. – Dr.ssa Gilestro, quel è la proposta che come Cavalieri di Malta state portando avanti in collaborazione con il Prof. Luigi Gentilini? 
R. “La proposta è intervenire con questo progetto là dove in genere non si può arrivare facilmente, e per questo la nave non  sarà molto grande, 25 metri circa, e quindi potrà risalire i fiumi e raggiungere posti difficilmente raggiungibili con altri mezzi”.

D. E’ peraltro molto bella la sede in cui avete organizzato questa presentazione. Per la cronaca, qual è l’origine del Castello della Magliana? 
R. “Il castello è arrivato ai Cavalieri di Malta perché è stato donato loro dai Papi, nel 1500 circa. Poi il castello è sempre rimasto la residenza estiva dei Cavalieri. Qui era zona di caccia, non era ancora un ospedale. Lo è diventato solo nel 1878, quando è stata costruita l’ala moderna, che è fuori del cortile. Il castello naturalmente nel corso dei secoli è stato defraudato di tutto, dagli arredi alle pitture e alle suppellettili, dagli invasori che si sono succeduti, fino a Napoleone, ecc.  Nella parte antica oggi ci sono gli uffici e la nostra direzione generale, mentre la nostra sede principale è in Roma a piazza del Grillo. Noi in realtà volevamo fare questa riunione lì, ma non c’era abbastanza spazio, mentre qui c’è effettivamente spazio per molta più gente”.

D.  Ma come è nato in pratica tutto questo interessamento per l’iniziativa del Prof. Gentilini per quanto riguarda in particolare i Cavalieri di Malta? 
R. “In realtà siamo stati coinvolti in tutto ciò dal Prof. Gentilini. I Cavalieri di Malta circa 2 secoli fa nascevano come ospedale, per cui questa comunione di intenti ha fatto sì che ci è stato chiesto di fare ciò.  Tutto è nato anche perché il 24 settembre terremo in questa stessa sede una giornata formativa per il personale sanitario per poter accedere e lavorare sulla nave progettata da Gentilini”.

D.  Ma la nave materialmente esiste già?  
R. “Per quanto riguarda la nave il progetto per la sua costruzione partirà a ottobre. Questa giornata e le altre che vi dedicheremo sono per cercare di raccogliere fondi per consentire tutto ciò”.

 

INTERVISTA alla Dr.ssa  BRUNELLA PAVESI (TELESPAZIO)

D.  Come è stata coinvolta in questa progetto e dov’è nata l’idea di tutto ciò? 
R. “L’idea è nata dal coinvolgimento del nostro Ministero della Sanità, che ha coinvolto a sua volta il gruppo Finmeccanica e quindi Telespazio, (Gruppo ove io lavoro), per vedere come si poteva dare un impulso alla realizzazione del progetto. Noi siamo un’azienda tecnologica e stavamo già lavorando in questi paesi nel settore della telemedicina e quindi abbiamo visto bene l’accoppiata, a parte la gestione del trasporto individuale con una persona che è dinamite pura. Poi ci siamo ritrovati sul modo di pensare e sull’approccio e abbiamo cominciato a costruire questa cosa, stiamo portando avanti questo progetto, lavorando  anche ai finanziamenti. Il libro è un racconto di una bella storia, dietro però ci sono problemi pratici con cui dobbiamo confrontarci e ove stiamo lavorando con forte impegno”.

D.  Ma chi è che in pratica chi ha dato l’input a questa bella iniziativa? 
R. “Il Ministero della Sanità aveva promosso questo libro e questa idea, ci ha contattato e io sono la responsabile di queste cose. Poi naturalmente le cose possono andare avanti in molti modi. Il progetto era lontano nel tempo perché noi non entriamo nel meccanismo di manifattura della nave, ma noi seguiremo dal punto di vista sistemistico tutti gli aspetti, la nave, l’installazione delle antenne, la gestione del software e il professore naturalmente curerà gli aspetti specifici medici, logistici e organizzativi”.

 

 

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