Natale: crisi e cibo made in Italy
Natale: a tavola trionfa il “made in Italy”, ma senza sprechi. Il 64% delle famiglie più attente al riciclo
La Cia spiega che le feste alle porte segnano il crollo finale delle mode esterofile in cucina, mentre vince la tradizione, con menù “tricolori” nel 77% dei casi. Per il cenone della Vigilia quasi 900 milioni di euro di spesa: protagonista il pesce, che proprio in questi giorni tocca il picco di consumo dell’anno. Lo spumante batte ancora lo champagne, scelto da meno di un italiano su dieci. Bene la vendita diretta in campagna e nei mercatini degli agricoltori (+7%), soprattutto nelle zone rurali e periurbane.
Tutto è pronto per le tavole di Natale. Tavole casalinghe e assolutamente “made in Italy”. A vincere anche quest’anno, infatti, saranno i “banchetti” in famiglia con prodotti legati alla tradizione e al territorio. Fatte fuori le mode esotiche e ridotti all’osso viaggi e vacanze, ben 9 italiani su 10 (oltre 43 milioni) hanno deciso di trascorrere le feste tra le mura domestiche con parenti e amici e di cancellare i menù esterofili, prediligendo portate “tricolori” nel 77 per cento dei casi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
Certo la crisi si fa sentire e le tredicesime sono già impegnate su tasse, bollette e mutuo. Ma le famiglie preferiscono stringere i cordoni della borsa sui regali (con una spesa in calo del 5 per cento) e sui viaggi (con 30 milioni di italiani che restano a casa proprio per motivi economici), piuttosto che rinunciare alla classica tavola natalizia, che mantiene quasi inalterato il budget del 2013. Secondo i nostri dati -spiega la Cia- solo l’11 per cento degli italiani spenderà meno per cibo e bevande, mentre l’89 per cento lascerà quasi inalterata rispetto all’anno scorso la spesa per gli alimentari.
La spesa complessiva stimata per imbandire le tavolate delle festività alle porte è pari a poco più di 3 miliardi di euro -osserva la Cia- di cui circa 900 milioni solo per il cenone del 24 dicembre. Ma gli acquisti saranno comunque più attenti, con il 64 per cento delle famiglie che farà molta più attenzione agli sprechi alimentari, adottando “trucchi” ai fornelli per “riciclare” gli avanzi natalizi e fare cucina di recupero non buttando via niente.
Niente spese folli, insomma: salmone, ostriche, frutta esotica verranno consumate con il contagocce. Mentre sarà un trionfo di prodotti e tipicità locali: ragù, bollito, tortellini in brodo, torte rustiche e dolci artigianali. E per il cenone della Vigilia, che vedrà al centro del menù il pesce (che registra proprio in questi giorni il consumo più elevato dell’anno), le famiglie compreranno alici, pesce azzurro, orate, spigole, trote, capitone invece del costoso caviale d’importazione.
E poi ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con il 91 per cento dei brindisi “tricolori” e una netta prevalenza nei gusti di quello dolce (57 per cento delle preferenze) rispetto ai secchi e “brut” (34 per cento) -aggiunge la Cia- mentre meno di un italiano su dieci sceglierà le bollicine “made in France”.
A crescere quest’anno è anche la “spesa in campagna”, con un incremento del 7 per cento rispetto al 2013 -ricorda la Cia-. Sono milioni gli italiani che in questi giorni si stanno recando nelle aziende agricole che fanno vendita diretta e nei mercatini di Natale allestiti dagli agricoltori, soprattutto nelle zone rurali e periurbane. Una scelta che premia non solo la qualità, la tipicità, la freschezza e la salubrità dei nostri prodotti agricoli, ma alleggerisce lo scontrino. Nelle aziende agricole, infatti, si acquista a prezzi molto più contenuti, con un risparmio che può arrivare fino al 30 per cento.