Niente sindacati… non c’è tempo, Madia-sindacati, amore finito
“Non è detto che ci saranno dei tavoli perché abbiamo tempi molto stretti”. E’ quanto ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, in merito ad un eventuale tavolo con i sindacati sulla riforma della P.A., a margine del convegno ‘Una proposta di riforma della dirigenza per la P.a. Centrale’ organizzato da Università Bocconi e Eief.
Non sono più cosi idilliaci i rapporti fra la Ministra Madia e i sindacati, dimenticati i tempi dove la Ministra si cimentava con la scrittura, la prefazione di un suo libro è stata fatta dalla Signora Camusso, quando per far vedere che aveva dei meriti incontrava i lavoratori e, li incitava a salire sui tetti per difendere il lavoro di cui avevano diritto
A proposito degli incontri che ci sono stati la scorsa settimana con i sindacati, il ministro ha detto che “sono stati incontri molto importanti, in cui noi abbiamo chiesto ai sindacati di darci proposte per andare oltre il piano Cottarelli -ha spiegato- e cioè di aiutarci a trovare risorse per la pubblica amministrazione, per poter fare tante cose e in particolare, quella che mi sta più a cuore è mettere risorse sull’entrata di nuove energie: di ragazzi e ragazze che da troppo tempo non riescono ad entrare in modo sano nella pubblica amministrazione”.
Proposte da dare? QUANDO SE NON C’E TEMPO?
Al tal proposito il ministro, parlando degli degli 85mila esuberi nella P.a., ha precisato che ‘esuberi’ “è una terminologia assolutamente sbagliata e distorta anche rispetto allo stesso piano di Cottarelli, che invece ha fatto un lavoro importante e strategico per l’Italia, e lo voglio ringraziare”. L’idea, ha spiegato, “sarà quella di provare ad avere delle uscite anche con dei prepensionamenti ma, tutto questo, per reimmettere energie nella P.a. quindi aiutare i giovani a entrarvi”.
Il ministro si è quindi augurata che “i sindacati saranno i primi a collaborare con noi”. Quanto alle modalità ha ribadito che non sa se ci saranno dei tavoli ma ci saranno comunque incontri all’insegna della rapidità e dell’efficienza.
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, davanti alla Commissione Lavoro della Camera, ha invece affrontato la questione esodati su cui il governo sta lavorando. “Stiamo provando a capire come, coagendo con il lavoro che sta svolgendo il Parlamento, si possa arrivare a dare sulla questione degli esodati una risposta strutturale”, ha detto. “Vorremmo evitare la sesta misura di salvaguardia e vorremmo piuttosto immaginare una risposta che stabilizzi la situazione, ne definisca il perimetro perché dietro tutto questo ci sono sofferenze e preoccupazioni”.
All’attenzione del governo, gli ammortizzatori sociali. “Manca 1 miliardo a copertura della cig in deroga”, ha dichiarato Poletti ma il problema sarà “affrontato rapidamente”. Esiste comunque un rischio effettivo: “andandosi esaurendo gli strumenti ordinari di intervento c’è la possibilità che la deroga diventi il rifugio ultimo di tutto quello che non ha più copertura. Serve perciò mettere mano per evitare lo slabbramento dello strumento oltre alla copertura finanziaria”.
Poletti non nasconde che “la dinamica occupazionale per il 2014 continuerà a essere molto, ma molto pesante. Quest’anno infatti sarà una sorta di terra di mezzo tra effetti di crisi di imprese sviluppatasi magari tre anni fa, e dinamiche di ripartenza di alcuni settori”. Tra quest’ultimi, soprattutto quello metalmeccanico: “ci sono dati informali per un suo miglioramento che potrà condurre ad eventuali recuperi occupazionali”. Rassicurando le aziende, Poletti ha poi annunciato che sarà formalizzata a breve, dopo il vaglio del ministero dell’Economia, la riduzione del 14% degli oneri Inail alle imprese. “Noi abbiamo predisposto l’atto perché questo avvenga a maggio”, ha specificato.
Davanti alla Commissione del decreto sul lavoro , Poletti ha detto che questo si dipana “all’interno di una logica di rilancio economico e di ricostruzione sociale”. Con gli interventi sul mercato del lavoro decisi con il decreto, il governo ha anche l’obiettivo di togliere l’alibi alle imprese a non investire. “Se non ci sarà una fase di rilancio – ha concluso – le politiche sul lavoro e sociali ne soffriranno in maniera evidente. Per questo abbiamo prodotto un conteso che massimizzi le nostre politiche”.E, la Grecia avanza: il 2014 sarà un anno difficile
Adelfia Franchi