NO al Finanziamento ai Partiti !
NO al FINANZIAMENTO PUBBLICO ai PARTITI !
Proprio in questi giorni è esploso nella Regione Lazio uno scandalo riguardante il P.d.L. per uso illegittimo dei finanziamenti pubblici ….. sarebbe più esatto parlare non di cialtroneschi abusi, ma di ruberie continuate, di peculato, di appropriazioni indebite aggravate, di comportamenti indegni e scialacquatori,di mancanza di dignità, di senso civico, di concetto della “res publica”.
Ma questo episodio fa seguito ad alcuni altri precedenti ove è rimasto coinvolto il Tesoriere della Lega e ove è rimasta sconvolta l’intera Lega con i limitrofi territori, citando Amleto, si potrebbe senz‘altro affermare “C’E’ DEL MARCIO IN PADANIA” !
Così come, dopo un analogo precedente episodio ove è rimasto coinvolto il Tesoriere della Margherita ed è rimasta sconvolta l’ ApI – Alleanza per l’Italia, a voler nuovamente citare Amleto bisognerebbe affermare “C’è del marcio in Party-Landia”, intesa come Italia, “Terra dei Partiti” (…. o del “party” inteso come happy hour).
Secondo Francesco Rutelli, attuale Patron dell’ApI, Luigi Lusi ex Tesoriere della Margherita (poi rimasto in parcheggio nel P.D.), era ritenuto “affidabile” in quanto ex Boy Scout. Non sono noti i motivi di affidabilità di Francesco Belsito ex Tesoriere della Lega, né i suoi meriti a prescin-dere dall’essere un plurilaureato, anche se con titoli acquistati al mercato, ma questa è una peculiarità di quasi tutti i componenti del “Cerchio Magico”, oramai molto più simile ad una “Corte dei Miracoli”.
E’ pertanto necessario abrogare le leggi sul finanziamento pubblico ai partiti politici. Già nel 1993, con un referendum promosso dal Radicali e vinto con una maggioranza quasi bulgara, tale normativa era state abrogata, ma prontamente reintrodotta dalla “Casta” sotto forma di “rimborsi elettorali”.
D’altra parte, la partitocrazia è molto abile ad aggirare la volontà popolare, quando questa non è allineata al volere dei “poteri democratici” (…. molto in simbiosi con i c.d. “poteri forti”). Né si tratta di un episodio isolato dato che anche la “non responsabilità” dei Magistrati a suo tempo abrogata da altro referendum, veniva difesa ad oltranza dalla relativa “Casta”, ovviamente disattendendo ed ignorando gli esiti referendari.
Non è comunque sufficiente abrogare il finanziamento pubblico ai Partiti, ma è necessaria una seria riforma legislativa, con normative di attuazione per:
1. trasformare tutti i Partiti Politici in S.p.A. o in Società Cooperative, conferendo loro una personalità giuridica attualmente carente, con una opportuna responsabilizzazione dei rappresentanti legali, sia dirigenziali che amministrativi, in base al diritto societario;
2. regolamentare, con precise normative di attuazione, le attività economiche e gestionali degli stessi partiti politici, pur prevedendo particolari disposizioni per le loro funzioni specifiche e caratteristiche;
3. assoggettare i loro bilanci e la loro contabilità ad un serio controllo da affidare a qualificati Revisori Contabili esterni, dato che gli attuali Collegi Sindacali interni non hanno forse la capacità, o la volontà, o la possibilità per espletare i controlli a loro formalmente (e/o sostanzialmente) delegati – oltre che, dopo la loro pubblicazione, al controllo della Corte dei Conti.
E’ un assurdo infatti che, mentre si tollera che le contabilità dei partiti possano essere lacunose e fumose, le contabilità riguardanti le attività d’impresa debbano essere sottoposte a molteplici severe regole ed adempimenti.
Inoltre, per quanto riguarda i casi precedentemente esposti sulla Margherita e la Lega (nonché tanti altri di cui si è forse persa la memoria), a mio giudizio i componenti dei Collegi Sindacali dei due sopracitati partiti non possono non essere ritenuti responsabili per la mancata vigilanza e/o omissioni di atti d’ufficio, così come i loro “colleghi” di Alleanza Nazionale nella ben nota vicenda dell’immobile di Montecarlo (e non solo).
Sempre nell’ambito dei partiti, va rilevato inoltre che determinati adempimenti, come quelli relativi alla redazione del bilancio, sono stati regolarizzati solo nel 1997 con la L. 2/1/97.
Non desidero vantarmi personalmente (anche se qualche volta non stona) ma, se ben ricordo, quando mi fu conferito l’incarico professionale di provvedere nel 1994 o 1995 alla redazione del bilancio del Movimento Sociale – Fiamma Tricolore, forse fu l’unico ed il primo bilancio di un partito politico (a prescindere dalla modestia degli importi) ad essere redatto con uno stato patrimoniale ed un rendiconto economico, nonché con l’osservanza dei principi di competenza utilizzati nelle contabilità aziendali, mentre all’epoca i bilanci dei vari partiti venivano presentati e pubblicati come “consuntivi delle entrate e delle spese effettive”, alla stregua di sintetici prospetti di contabilità condominiali.
Ritengo comunque opportuno, al fine di una migliore puntualizzazione di quanto esposto e delle motivazioni indicate nei sopracitati punti 1/2/3, ritornare indietro nel tempo, per ripercorrerestoricamente le tappe che si sono cronologicamente susseguite, come in un film di questi nostri giorni:
- nel 1973 esplode uno scandalo maleodorante di petrolio, comportante eclatanti arresti nei vertici del settore, il coinvolgimento di alti gradi della GdF, la scoperta di fiumi di finanziamenti illeciti a numerosi partiti politici …..
- Fanfani, se non erro, all’epoca Presidente del Consiglio, sostiene la necessità di vararesubito una legge di finanziamento pubblico a favore dei Partiti, onde evitare da parte degli stessi (ricevendo introiti “trasparenti” per i loro costi di gestione) la utilizzazione di entrate illecite, il ricorso alle tangenti, ecc.
- nel 1974, viene approvata dal Parlamento la L.195 del 2/5 per il finanziamento pubblico ai partiti, con la sola opposizione dei Radicali e del Pli;
- nel 1978 i Radicali promuovono un referendum abrogativo, ma il fronte referendario raggiunge solo il 43,6% dei consensi
- nel 1981 con la L.669 i finanziamenti pubblici ai Partiti vengono notevolmente incrementati
- nel 1993 i Radicali promuovono un nuovo referendum contro il finanziamento ai partiti che, sull’onda emotiva e scandalistica di “Tangentopoli”, consegue in aprile una grande vittoria con una adesione di oltre il 90%
- con la L.515 del 10.12.93 la “Casta”, senza perdere tempo, reintroduce il finanziamento sotto forma di rimborso spese elettorali già nel 1994
…… E GLI EFFETTI continuano ad essere davanti ai nostri occhi, dato che proprio in questi giorni, a seguito dei ben noti episodi descritti, è in corso un ampio dibattito su tutti i media, nelle istituzioni, nelle segreterie dei partiti politici e dei sindacati, nonché nei più diversificati salotti per proporre riforme legislative, iniziative alternative e provvedimenti bipartisan. Auguriamoci che non si tratti solo di chiacchiericci improduttivi e gattopardeschi per cui, al termine tutto cambiando, si resti senza alcun cambiamento. In queste brevi riflessioni, con la Consul Pres si è cercato di formulare qualche proposta e si cercherà di partecipare al successivo dibattito con un proprio contributo tecnico ed etico
GIULIANO MARCHETTI
[divider style=”tiny”][/divider]
Totale visite al 15/12/2013: 191