Notizie sulla Sanità
Si parla tanto di spending review, ma in sanità il costo non è certamente rappresentato dai precari, quanto piuttosto da tutte le ruberie perpetrate sugli appalti, sulle nomine improprie, sugli acquisti incongrui.
A Proposito di Precari e di spending review. Lo SMI rammenta gli impegni presi dal Ministero della Salute coi Sindacati della dirigenza medica e del comparto.
E’ di questi giorni la notizia che la Commissione Europea Occupazione, Affari Sociali e Inclusione, ha richiesto un chiarimento alle autorità italiane a proposito del personale assunto a tempo determinato nel settore della sanità pubblica e tale chiarimento andava dato entro il 18 marzo. Infatti risulta alla suddetta Commissione che in Sanità, in Italia si perpetuano le assunzioni reiterate e abusive di contratti di lavoro a tempo determinato di durata superiore ai 3 anni, e ciò in netto contrasto con le direttive Europee (direttiva 1999/70/CE), sancito in particolare nella clausola 5 dell’accordo quadro della citata direttiva.
Se questi chiarimenti non vengono forniti in maniera congrua, afferma Francesca Perri, responsabile nazionale 118 e P.S. dirigenza dello SMI (Sindacato Medici Italiani), il nostro paese rischia l’ennesima sanzione e viene da chiedersi se rientra nel buon senso e nel buon governo nonché nella spending review, pagare la sanzione stessa o piuttosto procedere alla stabilizzazione di tutti quei precari, che ricordo sono 7.500 in tutta Italia, che ogni giorno e con tante difficoltà, garantiscono un servizio pubblico di primaria importanza.
A tale proposito, si ricorda che fra Novembre e i primi di Dicembre, al Ministero della Salute si era proceduto con l’accordo di tutti i Sindacati ad una serie di incontri culminati con la stesura del DPCM teso alla risoluzione parziale del problema precariato (parziale perché i cococo, pur con la contrarietà dei sindacati, risultavano per il momento esclusi). Ebbene , tale DPCM non è stato a tutt’oggi licenziato, non è arrivato alla Presidenza del Consiglio, né tantomeno alle Regioni, le quali continuano, indifferentemente, da Nord a Sud, a regolarsi ognuna in maniera diversa.
Non si vuole mettere in dubbio la buona fede del sottogretario Fadda, aggiunge la sindacalista, che si è mostrato disponibile e sollecito nei confronti del problema precariato, ma sicuramente si vuole richiamare l’attenzione su una questione tuttora irrisolta, che richiede una risposta certa anche visti i recenti fatti di cronaca, compreso l’iperafflusso di tutti i Pronto Soccorso del paese, che si reggono con le poche risorse umane a disposizione, molte delle quali precarie.
Inoltre essendo stato sostituito il sottosegretario al Ministero non vorremmo che questo rappresentasse un ulteriore intoppo all’attuazione del DPCM. Così come si vuole richiamare l’attenzione sul fatto che è diventato intollerabile per noi italiani essere continuamente ripresi e sanzionati dall’Europa, quando le soluzioni sono a portata di mano, ne va del nostro orgoglio come cittadini, ma anche come professionisti della sanità, le cui capacità ci vengono riconosciute in tutto il mondo.