Playmobil in lutto…ma il divertimento continua
E’ con un po’ di tristezza che apprendiamo la notizia che i Playmobil sono rimasti orfani dopo la scomparsa di Horst Brandstatter, colui che ha contribuito alla produzione dei famosi pupazzetti di plastica alti quasi 8 cm con i volti sorridenti che hanno fatto la gioia di tanti bambini in tutto il mondo.
Un gioco divertente, sano, educativo e stimolante per la fantasia di quanti sono cresciuti in compagnia dei famosi pupazzetti nati da un’idea del designer Hans Beck, motore creativo dell’azienda bavarese fondata nel 1876.
Due/ tre generazioni buone hanno per lo meno trascorso la maggior parte del tempo divisi a giocare con gli omini dalla buffa capigliatura e con, quelli che potremmo considerare un po’loro cugini, i Lego.
Compagni di mille avventure calate nei più diversi scenari e contesti: dal castello, agli indiani, dai Cow- Boy, ai pirati, dando così vita e sfogo alla fantasia di migliaia di ragazzini che soprattutto negli anni a cavallo tra i settanta e gli ottanta hanno in un certo senso contribuito alla fortuna dell’azienda bavarese che nel 2014 ha visto ammontare il proprio fatturato al top dell’industria mondiale con ricavi pari a 595 milioni di euro.
Un’azienda che conta 3.700 dipendenti che deve la maggior parte del suo successo proprio grazie a due scelte più che fortunate: i Playmobil appunto e prima ancora nel 1958 il lancio sul mercato della produzione dell’Hula Hoop di plastica; infatti la ditta specializzata in giocattoli trasformò la produzione dei giocattoli dal metallo ai giocattoli di plastica.
Un divertimento sano e genuino, lontano anni luce dal mondo dell’elettronica, un gioco manuale in un’epoca dominata dal touch- screen, un gioco analogico contro nell’era del digitale.
Uno dei punti di forza dell’azienda è stato quello di mantenere salde le radici della stessa ben piantate in Europa in un periodo dominato dall’attrazione della produzione dislocata in mercati più competitivi.
Una popolazione di personaggi che arrivano grosso modo a 2,7 miliardi di figurazioni distribuiti in circa 100 paesi in tutto il mondo, con oltre 30 temi di gioco diversi; dicevamo un gioco di ruolo sano per la fantasia e la creatività del bambino promuovendone lo sviluppo intellettivo visto che calandosi nel ruolo possono sperimentare ruoli e situazioni diverse.
Un divertimento che forse dovrebbero riscoprire anche gli adulti andando in soffitta a rispolverarli e ricordarsi com’era divertente giocare con loro.