Politica e Calcio
Le riforme istituzionali come una brutta partita del Mundial
Noi italiani abbiamo un motto per tutti li eventi (nefasti) “non abbiamo nulla da imparare, è colpa dei politici, l’Europa ci sta affamando”. Italia-Brasile.lo stesso risultato calcistico, comportamenti simili ognuno gioca per se stesso, nessuna armonia di gruppo,contro una Germania composta da giocatori amici, uniti e in armonia, ben preparati, non attori. Sappiamo tutti quanto conta il calcio per il popolo brasiliano, forse anche per loro è arrivato il momento di pensare che il calcio non è vita, imparare a vivere per tutto il resto, un resto importante: le manifestazioni di piazza che hanno lasciato perdere per il mondiale, manifestazioni che avrebbero aperto gli occhi al mondo. Comportamenti che ritroviamo anche fra gli italiani; un pò guerrafondai, devastatori con MANCANZA DI SENSO CIVICO, siamo bravi ad abbassare la testa mentre ci rubano e affamano, altro che grande bellezza , altro che perfezione, non sappiamo quello che fanno i nostri politici, non sappiamo quali e quante tasse paghiamo accusiamo i più deboli di evasione fiscale, l’ arte di lottare è stata adottata per ucciderci tra di noi. Accorgersi che siamo senza soluzioni nel momento in cui siamo morti, non porta sicuramente ad una resurrezione, ma a diventare schiavi di chiunque abbia capacità , culture innovative e, sopratutto l’ intelligenza di non essere sudditi di nessuno. Ultimamente anche il nostro presidente si stà svegliando ( come il Brasile con l’unico goal segnato), infatti Giorgio Napolitano pretende rapidità nella realizzazione delle riforme istituzionali. Il Presidente della Repubblica rompe il suo silenzio sull’argomento, che ormai durava da mesi, e pretende che la modifica della legge elettorale e il superamento del sistema bicamerale avvengano nel minor tempo possibile. Il Capo dello Stato come un allenatore stanco e con poca voce, incita i partiti impegnati nei lavori di modifica del sistema di voto e di trasformazione del bicameralismo a fare il più presto possibile. Napolitano invoca velocità soprattutto nella rettifica del sistema a due camere a causa delle “sue ricadute negative sull’iter di formazione e approvazione delle leggi. Senza entrare nel merito di opzioni ancora aperte è parte della mia responsabilità sperare in una conclusione costruttiva, evitando ulteriori spostamenti in avanti dei tempi di un confronto che non può cadere, come troppe volte accaduto, nell’inconcludenza”. Il Presidente ha proseguito affermando che pensa sia opportuno “non pronunciarsi sui termini delle scelte in dibattito al Senato per quel che riguarda, in particolare, il superamento del bicameralismo paritario. Ma ho reputato doveroso pronunciarmi fin dall’inizio del mio mandato e al pari di miei predecessori (in particolare il presidente Scalfaro, al quale succedetti nella presidenza della Camera) sul bisogno di procedere a modifiche da tempo ventilate della seconda parte della Costituzione”. La stessa modificazione del Senato ha costituito un argomento “oggetto di serio esame da parte della commissione per le Riforme diretta dall’allora ministro Quagliariello, dalle cui conclusioni ha tratto stimolo il progetto del governo. Merita apprezzamento l’ampia apertura del dibattito su quest’ultimo punto, notevolmente prolungatosi rispetto agli annunci iniziali; e merita apprezzamento l’impegno intensissimo profuso dalla commissione Affari costituzionali del Senato, anche attraverso larghe audizioni e terminato in una ricca messe di emendamenti da parte dei relatori”.
Siamo sicuri che capiamo tutto ciò? Cambiano i termini tecnici, ma, di fatto i contenuti sono sempre gli stessi, messi dentro un contenitore bucato, senza difesa, come per la squadra di calcio senza giocatori uniti e, mentre altrove si giocano partite vincenti ,, noi assistiamo in silenzio alla nostra sconfitta, dando la colpa ad altri, ci facciamo affamare e rubare dai nostri governanti.
Adelfia Franchi