Riflessioni su “L’ Uomo e le sue sue Libertà”
“RIFLESSIONI” __________________________Don Walter TROVATO *
Il pensiero moderno è arrivato a collocare al centro delle proprie prospettive l’uomo e le sue libertà. L’essere umano si manifesta come quello che, a partire dalle profondità di se stesso e della propria coscienza personale, va incontro al mondo degli uomini e delle cose. Un’ interiorità ed una autonomia fondamentale si trova al punto di partenza delle sue attività. L’uomo vuole costruirsi da se stesso. Giudica su tutto è vuol determinare secondo le proprie vedute e decisioni in quale maniera parteciperà all’evoluzione ed agli avvenimenti del mondo.
Per una buona parte egli crea la proprietà, la dirige e l’orienta. Ma immediatamente se ne sente personalmente responsabile. Nel suo intimo, l’essere umano scopre la propria esistenza come un compito che gli incombe personalmente. Sente che dovrà uscire da se stesso e che non potrà costruirsi che nell’incontro con i propri simili e con le realtà della vita. È un essere di contatti e di relazioni. Si sviluppa e diventa maggiormente ciò che è vivendo con altri e formando con essi una comunità.
Sì, l’uomo si sente responsabile di un compito da svolgere in questo mondo. Ma non è cosa facile. L’ invito a perfezionare da noi stessi la propria vita si presenta sotto forma di mille problemi, di mille suggestioni che attendono da noi risposta e soluzione, la quale in fin dei conti costituisce una scelta. Nella vita concreta dobbiamo continuamente deliberare sulla direzione da prendere. Ora, di fronte ad ogni decisione, ci troviamo ad un incrocio: con quali disposizioni ci collocheremo di fronte agli avvenimenti, agli uomini e finalmente a Dio stesso? Sarà l’amore proprio o la benevolenza che determinerà il mio incontro con la realtà della vita ? Sarà l’orgoglio o la sufficienza, avidi di asservirmi, oppure il desiderio generoso di trascinare i miei simili e tutte le cose verso il progresso e la mobilitazione?
La nostra riflessione sul’uomo ci fa scoprire che due grandi atteggiamenti di vita ci si presentano: quello in cui si opera la scelta senza gli altri o contro di loro, o quello in cui si sceglie per gli altri. Dall’origine della nostra opzione troviamo o il possesso egoista, oppure, con un sentimento di disponibilità e di simpatia nei riguardi dei nostri simili, un’inserzione nel movimento collettivo verso il progresso. Certamente, abbiamo il potere di scegliere in favore al nostro “io” e contro il progresso collettivo del genere umano. Sì, abbiamo questo potere: psicologicamente parlando siamo liberi. Ma nel’intimo di noi stessi ci rendiamo conto che si tratta di un errore. Colui che, scegliendo, effettua la scelta del’egoismo, decide in ultima analisi contro se stesso. In effetti, solo l’opzione nel senso del buon volere e della benevolenza mi aiuterà a crescere. Solo optando per l’amore, diventerò pienamente uomo.
Esistono delle decisioni e degli atti che favoriscono e fanno sviluppare l’umano in noi, altri che lo ostacolano e lo annientano. Siamo capaci di azioni che ci paiono sagge, nobili, veramente umane. Ma anche di azioni insensate e indegne di un uomo. Sì impone una scelta, non dal’esterno, ma dal’intimo di noi stessi, vivere significa scegliere. Per dare un senso alla vita, per crescere come uomo, è necessario optare per la benevolenza e l’amore.
In me stesso e negli altri si trova la ragione, la base di questo obbligo. La mia libertà è necessario al servizio dell’amore. Io ho il dovere di non sottrarmi a questa legge della vita. Gli uomini sono tra loro legati dagli invisibili e nel loro intimo responsabili gli uni degli altri.
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Il dovere fondamentale del potere è la sollecitudine per il bene comune della società: da qui derivano i suoi fondamentali diritti. Proprio nel nome di queste premesse attinenti all’ordine etico oggettivo, i diritti del potere non possono essere intesi in altro modo che in base al rispetto dei diritti oggettivi e inviolabili dell’uomo. Quel bene comune, che l’autorità serve nello Stato, è pienamente realizzato solo quando tutti i cittadini sono sicuri dei loro diritti. Senza questo si arriva allo sfacelo della società, all’ opposizione dei cittadini all’autorità, oppure ad una situazione di oppressione, di intimidazione, di violenza, di terrorismo, di cui ci hanno fornito numerosi esempi i totalitarismi nei secoli.
E’ così che il principio dei diritti del’uomo tocca profondamente il settore della giustizia e diventa metro per la sua fondamentale verifica nella vita degli Organismi politici. Queste riflessioni sono enormemente importanti per il domani che ci preoccupa direttamente: la ricerca della pace internazionale, della giustizia fra le Nazioni e la cooperazione di tutti i popoli nella solidarietà. In ultima analisi, il successo del diplomatico oggi sarà la vittoria della verità sul’uomo.
* Sacerdote Walter Trovato – Presidente Istituto San Benedetto per l’Europa