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Riforma Pubblica Amministrazione: parte la rivoluzione all’insegna della trasparenza

La Pubblica Amministrazione è l’insieme di attività a presidio degli interessi pubblici, e la sua riforma non è solo rivolta ai tre milioni di dipendenti pubblici, bensì a tutti i cittadini italiani. Da questo assunto è partita la Riforma della Pubblica Amministrazione, composta da 23 articoli ed approvata dalla Camera prima della pausa estiva. Tre sono gli obiettivi da raggiungere: semplificare la vita dei cittadini, aiutare chi investe e tagliare gli sprechi migliorando i servizi.
Si partirà con una autentica Rivoluzione Digitale: anche per gli italiani ricevere servizi online non sarà più un miraggio, bensì un vero e proprio diritto che, attraverso questa riforma, dovrà essere rispettata da ogni amministrazione. I cittadini potranno accedere ai servizi pubblici (prenotazione di visite mediche, iscrizione a scuola, pagamento dei tributi) ed a quelli degli operatori privati che aderiranno (operazioni online) con un unico nome utente ed un’unica password. Nei prossimi 12 mesi e con il freedom of information act (FOIA) ogni cittadino avrà diritto ad accedere ai dati e ai documenti della Pubblica Amministrazione, anche non pubblicati. Ed ancora: nasceranno le White List, nonché procedure più semplici per l’iscrizione agli elenchi dei soggetti non a rischio di mafia ai fini della partecipazione agli appalti pubblici, che verranno monitorate semestralmente ai fini del loro aggiornamento.
Con l’obiettivo di semplificare la vita dei cittadini ed ottimizzare i costi, tutti i servizi dell’Amministrazione centrale convergeranno in un unico ufficio territoriale. Dall’Agenzia delle Entrate, alle Soprintendenze, ai Provveditorati alle Opere Pubbliche e Uffici Scolastici Regionali senza tralasciare gli Uffici della Motorizzazione.
I leitmotiv della nuova riforma sembrano essere semplificazione ed unificazione, anche per quanto riguarda i numeri telefonici. Scompariranno, infatti, i numeri fin’ora utilizzati per le emergenze e rimarrà quello unico, il 112, che permetterà di mettersi in contatto con tutti i servizi di assistenza (carabinieri, polizia, vigili del fuoco, pronto soccorso).
Vicino ai cittadini e ai loro portafogli, la riforma prevede un solo libretto di circolazione che sostituirà gli attuali libretto e foglio complementare.
Sul piano occupazionale, come prevede la Riforma, lavorare nel Pubblico deve tornare ad essere un prestigio ed un’ambizione per i giovani. Per farlo entrerà in vigore la dirigenza di ruolo e selezionata per concorso. Scelta che deve essere resa compatibile con un modello di funzionamento diverso da quello che si è sin qui realizzato e che ha prodotto una sostanziale inamovibilità della dirigenza. Per queste finalità è prevista, in primo luogo, l’istituzione del sistema della dirigenza pubblica, articolato in ruoli unificati e coordinati, aventi procedure analoghe di reclutamento e fondati sui principi del merito, dell’aggiornamento, della formazione continua. Nascono così tre ruoli unici in cui sono ricompresi, rispettivamente: i Dirigenti dello Stato, Dirigenti Regionali, Dirigenti degli Enti Locali.
Stop anche agli incarichi “a vita” e sì alla possibilità di revocare gli incarichi, oltre alla separazione dell’indirizzo politico amministrativo da quello gestionale, con conseguente responsabilità amministrativo-contabile dei dirigenti, mediante esclusiva imputabilità agli stessi della responsabilità amministrativo contabile per la gestione.
L’accesso agli incarichi avverrà attraverso un sistema di selezione dove peseranno le valutazioni ottenute nello svolgimento dei precedenti incarichi e rilasciate da un organismo indipendente. I dirigenti verranno selezionati per concorso e potranno salire o scendere di livello durante la carriera, sulla base delle valutazioni ricevute.
Si prevede il rafforzamento del ruolo della Presidenza del Consiglio nel coordinamento delle politiche pubbliche, nelle nomine dei manager pubblici, nella vigilanza delle agenzie governative nazionali e nella disciplina degli uffici di diretta collaborazione dei ministri. I Segretari Comunali non saranno più nominati dal Sindaco, avendo dei dirigenti autonomi e indipendenti dalla politica che svolgeranno funzioni di legalità.
Anche la Dirigenza Sanitaria sarà interessata dalla nuova Riforma Sanitaria, con una nuova disciplina degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale e di direttore dei servizi socio-sanitari.
Per tagliare gli sprechi e migliorare i servizi la riforma prevede una drastica riduzione delle Società partecipate e l’eliminazione delle municipalizzare ritenute inutili. Saranno rafforzati i criteri di economicità, imponendo l’applicazione rigorosa dei principi europei in materia di tutela del mercato e della concorrenza: parità di trattamento tra imprese pubbliche e private. Si ottimizzeranno i costi anche nel settore sicurezza ma senza abbassare la qualità del servizio erogato: si provvederà solo ad eliminare le duplicazioni di funzioni, accorpando i corpi delle forze armate messe in campo a tutela e difesa del territorio e dei cittadini. Meno Camere di Commercio e meno costi di contributi obbligatori che le imprese dovranno versare.
In linea di principio il DDL1577 semplificherà la vita dei cittadini e migliorerà i servizi , di fatto occorrerà attendere nei prossimi mesi auspicando che le singole amministrazioni abbiano la forza di svecchiarsi e di farlo entro i tempi previsti dalla legge, attuando gli articoli di quella riforma che, se attuata e accolta positivamente, potrà veramente rappresentare una sostanziale rivoluzione politico-culturale per tutto il nostro territorio nazionale.