Risparmio & Deflazione
Occhio alla sicurezza ……. e scadenze
La “deflazione”, questo termine prepotentemente entrato nel linguaggio tecnico degli addetti ai lavori, sta condizionando lo sviluppo e, di conseguenza, il risparmio. Considerando che oltre il 50% degli italiani possiede prodotti d’investimento, il fenomeno degli interessi scomparsi sui titoli pubblici aumenta la preoccupazione delle famiglie, incerte sul dafarsi: non potendo contare più su quelle cedole semestrali o annuali capaci di integrare redditi da lavoro spesso insufficienti, i risparmiatori devono necessariamente volgere lo sguardo verso altri orizzonti. Fermo restando la posizione prudente, non sembra il caso di concentrare l’intero ammontare del proprio patrimonio in un solo prodotto.
Il portafoglio delle famiglie nella gran parte dei casi è ricolmo di titoli di Stato, BOT , BTP e Certificati Postali; questo genere di emissione con una vita dai due anni in giù rende, come noto, meno di zero. E’ utile, dunque, come già abbiamo avuto modo di scrivere, rivolgersi a Bond obbligazionari, che per loro natura, proteggono in primo luogo il capitale investito e, salvo sorprese, producono un incremento accettabile. Sempre, bene inteso, scegliendo con cura il gestore di tali Fondi (primarie banche, solide compagnie d’Assicurazioni, etc, etc, etc).
Tornando ai vecchi, cari Titoli con le gradite cedole, è interessante sapere che alcuni Stati dell’Unione Europea, tra i quali il nostro, stanno studiando, allo scopo di fornire all’investitore una fonte di reddito, diciamo, sicuro, l’emissione di un Bond con scadenza cinquantennale (in Irlanda, addirittura si pensa ad un’ obbligazione lunga cent’anni) con rendimenti indicizzati che dovrebbero garantire un discreto reddito. Sarà comunque, meglio, nel caso questa tipologia di titoli dovesse vedere la luce, astenersi, o comunque diversificare. Vedremo, poi, come procedere per ottenere qualcosa dal nostro denaro risparmiato.
Alessandro P. Benini