Roma tra terrorismo e Giubileo
Roma tra terrorismo e Giubileo
Questo articolo viene pubblicato oggi, sabato 28 novembre, a due settimane dai tragici avvenimenti di Parigi ma le foto sono state scattate lo scorso 18 novembre e quanto scritto si riferisce a quel giorno.
*** *** ***
E’ novembre, sono passati soltanto alcuni giorni dall’attentato terroristico che ha offeso la città di Parigi. Giungo in piazza Farnese. Sulla piazza si affaccia Palazzo Farnese, qui ha sede l’ambasciata di Francia, nella loggia sono esposte il tricolore francese e la bandiera dell’Europa. L’ingresso è presidiato da militari italiani in tuta mimetica, imbracciano un fucile mitragliatore, sono pronti a reagire a qualunque azione terroristica.
Intorno al Palazzo è stata sistemata una lunga fila di transenne che non consentono di avvicinarsi all’edificio e di potersi sedere su quella lunga panca di marmo posta al disotto delle finestre del piano terra ai due lati del portone d’ingresso. Oltre la metà della piazza, in linea con le due vasche delle fontane, sui sampietrini, per circa una cinquantina di metri, è un tappeto di fiori, lumini, disegni, fotografie, messaggi, lettere.
Di fronte a quel tappeto, a guardare quei fiori, quei disegni, quelle immagini, a leggere quei messaggi scritti in italiano, ma anche in francese, sono uomini e donne, ragazzi e ragazze romani ma anche francesi residenti in città o studenti universitari di varie nazionalità qui a Roma con il programma Erasmus.
Come in occasione dell’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo abbiamo detto e scritto “Je suis Charlie” ora, dopo l’attacco alla città di Parigi, gemellata con la città di Roma, diciamo e scriviamo “Je suis Paris” ed allora, di fronte a quei fiori, a quel palazzo, a quelle bandiere ti ritorna in mente quello che la professoressa di francese ti fece imparare a memoria più di cinquant’anni fa e cominci a canticchiare, un po’ sottovoce, la “Marsigliese” e stranamente, strofa dopo strofa, anche se con una pronuncia un po’ maccheronica, vai avanti e una ragazza che ti è vicino, forse una universitaria francese in città con l’Erasmus, ti guarda un po’ stupita e pare che voglia dire “Però!”
Una ragazza francese ha lasciato tra quei fiori questo messaggio; “Ma France pleure pour le sang versé de ses freres e soeurs, mais elle se releverà … elle a perdu une bataille non la guerre contre le terrorisme.Vive la France”
Alcune persone discutono tra di loro, cercano di capire il perché, danno la colpa ora a questo ora a quello ma poi il loro pensiero va al Giubileo della Misericordia che si aprirà qui a Roma il prossimo 8 dicembre, festa dell’immacolata.
Giubileo “Si” o Giubileo “No”? Sui giornali, nelle lettere c’è chi scrive che il prossimo obiettivo dei terroristi potrebbe essere proprio la città di Roma in occasione del Giubileo e chi, invece, asserisce che non bisogna annullare il Giubileo, sarebbe un atto di resa. Quel discutere mi infastidisce, lascio piazza Farnese e mi dirigo verso Piazza Venezia, vado al capolinea del tram per Trastevere.
La zona è presidiata da polizia e carabinieri, ma forse non c’è nulla di straordinario, non è prevenzione ad un’azione di terrorismo, ma controllo del territorio, deve essere in corso una dimostrazione politica o sindacale, l’autorità di polizia non le ha ancora vietate, forse qualcuno pensa di vietarle durante il periodo del Giubileo.
Arriva il tram, non c’è tanta gente in giro, il tempo è incerto e la temperatura è calata, nel tram si trova comodamente un posto a sedere. I passeggeri sono prevalentemente persone della terza o quarta età e stranieri residenti o turisti in transito. Questo è quello che avviene quotidianamente a Roma, è presto ed i giovani non hanno invaso il tram, sono ancora nelle loro classi. Mi accomodo a lato di una delle porte di accesso, e un pensiero strano mi gira per la testa. Il tram, quando è affollato anche con delle persone in piedi, potrebbe essere un luogo dove effettuare un atto di terrorismo?
Le stazioni ferroviarie ed anche quelle della metropolitana sono presidiate dalle forze armate in assetto antiterrorismo, sono sotto controllo anche musei, teatri e le principiali piazze luogo della movida ma certamente non si può mettere un milite su ciascun mezzo pubblico che circola per la città. Provo a controllare chi sale sul tram. Poco prima che il tram parta dal capolinea, proprio un attimo prima che si chiudano le porte, di corsa entra uno straniero, ha un giubbotto e sulle spalle un piccolo zaino, potrebbe essere un kamikaze? Potrebbe avere una carica esplosiva nello zaino? Il suo aspetto ricorda quello di un mediorientale, non si è accomodato, è appoggiato sulla porta chiusa nel lato opposto a quella da cui è entrato, mi sembra che voglia controllare chi entra e chi esce e nello stesso tempo avere la certezza di poter uscire dal tram in qualunque momento senza difficoltà.
Forse sto un po’ esagerando, si, è vero, il suo aspetto è certamente quello di un cittadino mediorientale, ma non è detto che tutti i cittadini mediorientali debbano essere dei terroristi. La paura si sente a Roma, certamente questo non deve cambiarci la vita, però una valigia lasciata da una parte, apparentemente abbandonata può creare del panico e subito si grida all’allarme.
Continuo a controllare quell’uomo e penso, ma se vuole fare un attentato proprio sul nostro tram deve farlo? Ma non potrebbe andare da un’altra parte? Ma anche li ci potrebbe essere un altro che la pensa come me e che potrebbe dire perché proprio qui con tanti luoghi che ci sono? Già, è imprevedibile il luogo dove può capitare un attentato, dove un terrorista o un gruppo di terroristi possono colpire, in teoria tutti i luoghi possono essere nello stesso tempo sicuri o insicuri. Il tram si va riempiendo, devo scendere alla prossima fermata, in piazza Ippolito Nievo, mi avvicino alla porta e mi volto, quell’uomo è sempre fermo li, sta parlando al cellulare in un linguaggio che non riesco a comprendere.
Scendo, il tram riparte e si allontana, l’uomo non è sceso. Non è successo nulla e mentre mi avvicino verso casa penso che devo vivere normalmente senza questi pensieri.
Negli anni passati più di una volta l’8 dicembre sono andato in piazza di Spagna a vedere l’infiorata presso la colonna dell’Immacolata, quel giorno si apre il Giubileo della Misericordia ma voglio sperare che l’avvenimento non annulli quella tradizione romana, se è bel tempo mi faccio una passeggiata e vado in piazza di Spagna, potrebbe esserci un attentato? Non importa non rinuncio alle mie tradizioni.
Alessandro RICCI
Immagini dell’autore