Rubbettino: dall’8 ottobre in libreria
DALL’8 OTTOBRE IN LIBRERIA
Storia dello stupro e di donne ribelli
di Enzo Ciconte
Lo stupro non esiste. L’hanno detto in tanti; una folla di tutte le età e condizioni sociali, vecchi e giovani, ignoranti e colti. Dicevano: se la donna non vuole, l’uomo non riesce a violarla. La violenza? È la donna che la cerca. Tutto ciò non è vero. L’autore, con l’aiuto delle carte di migliaia di processi, ci fa incontrare donne che hanno avuto il coraggio di portare in giudizio gli stupratori che non hanno accettato di ritirare la denuncia in cambio di denaro o del matrimonio riparatore; ci descrive uomini violenti e padri incestuosi, ma ci fa scoprire altri uomini – i parenti delle vittime – che non si vendicano uccidendo, ma ricorrono alla giustizia; ci presenta giudici – tutti uomini – che emettono sentenze sorprendenti. Pagine dense e scorrevoli che delineano una nuova storia di donne e di uomini: francesi, inglesi, sammarinesi, settentrionali, meridionali, calabresi. Una storia in gran parte sconosciuta.
Enzo Ciconte è docente di Storia della criminalità organizzata all’Università di Roma Tre, di Semiologia e analisi del linguaggio mafioso all’Università dell’Aquila e di Storia delle mafie italiane all’Università di Pavia. Consulente presso la Commissione Parlamentare Antimafia dal 1997 al 2010. E’stato il primo a pubblicare un testo storico sulla ‘ndrangheta in Italia, ‘Ndrangheta dall’Unità a oggi, 1992. Numerose le sue pubblicazioni, molte delle quali con Rubbettino. Tra queste si ricordano Storia criminale. La resistibile ascesa di Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra dall’Ottocento ai giorni nostri, 2008; ‘Ndrangheta, 2008 e 2010; ‘Ndrangheta padana, 2010; Banditi e briganti. Rivolta continua dal ‘500 all’800, 2011; Politici (e) malandrini, 2013. E’ insieme a Francesco Forgione e Isaia Sales uno dei curatori di Atlante delle mafie (I e II volume), 2012 e 2013. Nel 2014 ha pubblicato Le costanti mafiose. Tre saggi su consenso e affari di ‘ndrangheta e camorra (Pellegrini editore).
Senza paura
Per non perdere il bello di un mondo migliore
di Davide Giacalone
Siamo più ricchi, ma con la paura d’impoverirci. Viviamo in un mondo più aperto e libero, ma con la paura d’essere invasi. Ci siamo lasciati alle spalle la carneficina dei nazionalismi, ma timorosi di smarrire la sovranità. Dalla famiglia alla sessualità, dalle informazioni che ci arrivano all’ambientalismo, sembra che non sia consentita altra lettura che quella negativa e catastrofica. Penitenziale e colpevolista. La fine dei tempi paurosi ha fatto sorgere la paura del tempo che ci attende. Il tramonto delle ideologie ha fatto sorgere il vuoto delle idee. Eppure basta mettere il naso fuori dai luoghi comuni, dai buonismi privi di senso e dai cattivismi senza senno, per accorgersi che viviamo in un mondo migliore, con più opportunità. Basta guardare i numeri reali della nostra economia, per accorgersi che il declinismo è una superstizione. Basta considerare i fondamentalismi per accorgersi della superiorità della nostra civiltà. Le paure possono trasformarsi in rancori, desideri di rivalsa, voglia di vendette sociali. Sprofondandoci. A dissolverle non servono ottimismi di maniera, ma documentati e razionali elementi della realtà.
Davide Giacalone, opinionista per Rtl 102.5 e «Libero», è autore di saggi ed inchieste. Con Rubbettino negli ultimi anni ha pubblicato: Non stop Views (2007); Una voce alla radio (2008), Good morning Italia! (2009), Terza Repubblica (2010), Sveglia! (2011), L’Italia dei 1000 innovatori (con A. Cianci 2011) e Rimettiamo in moto l’Italia (2013).
Messico: la nuova frontiera per le imprese italiane
di Giovanni Donato
Il volume offre un’analisi approfondita sull’economia messicana, con particolare riferimento ad alcuni fattori di competitività che rendono il Messico una delle principali destinazioni di Investimenti Diretti Esteri (IDE) a livello mondiale. Lo studio permette inoltre agli operatori economici di acquisire un quadro quanto più possibile chiaro sugli interessi economici italiani e i settori di rilevanza strategica per il “made in Italy” in questa importante economia emergente.
Giovanni Donato Capo Ufficio Economico, Ambasciata d’Italia Bruxelles. Alla Farnesina dal 2004, si è sempre occupato di Diplomazia Economica partecipando a missioni con imprenditori in Egitto, Brasile, EAU e Tailandia. Trasferitosi in Messico, ha seguito l’internazionalizzazione di imprese italiane. Attualmente a Bruxelles, ha ideato e coordinato iniziative di successo come TECHITALY, la missione di PMI dell’Aerospazio ed il Premio imprenditoriale Italia-Europa.
Storia delle destre nell’Italia Repubblicana
a cura di Giovanni Orsina
Per molti decenni il settore destro del sistema politico repubblicano è stato sostanzialmente ignorato dagli storici. Sia perché non è facile da studiare, sia perché gli studiosi erano più interessati ad analizzare quegli sforzi progressisti di trasformazione del paese rispetto ai quali la destra rappresentava soprattutto un elemento di freno, un ostacolo da superare. Anche per questo gli studi sulla vicenda politica repubblicana hanno in genere trattato la destra come un unico soggetto, un insieme indifferenziato le cui articolazioni interne erano o inesistenti o irrilevanti. Negli ultimi due decenni questo quadro è mutato in profondità. La galassia delle destre nell’Italia repubblicana è stata esaminata in maniera più approfondita e si è rivelata molto più articolata di quanto non si pensasse, tanto da rendere impossibile parlare di “destra” – “destre” piuttosto, al plurale, molto differenti l’una dall’altra e anzi spesso duramente contrapposte l’una all’altra. Questo libro raccoglie saggi di alcuni fra i principali esponenti della nuova stagione di studi e ha l’ambizione di dar pienamente conto, con scritti agili e interpretativi accompagnati da un apparato bibliografico essenziale, di come fossero formate e di come siano evolute nel tempo le destre italiane dal 1945 a oggi.
Giovanni Orsina è docente di Storia contemporanea e vicedirettore della School of Government all’Università Luiss-Guido Carli di Roma. È autore di vari saggi sulla storia politica italiana, e ha dedicato particolare attenzione al problema dei liberali e delle destre in epoca repubblicana. Si segnalano in particolare L’alternativa liberale. Malagodi e l’opposizione al centrosinistra (2010), Il berlusconismo nella storia d’Italia (2013) e i due libri che ha curato di recente per Rubbettino, Partiti e sistemi di partito in Italia e in Europa nel secondo dopoguerra (2011) e Culture politiche e leadership nell’Europa degli anni Ottanta (2013).
Fortuna e ironia in politica
di Martin Wight
a cura di Michele Chiaruzzi
Fortuna e ironia sono categorie classiche per descrivere l’esperienza più antica e fondamentale in politica: la consapevolezza che eventi e persone sono recalcitranti alla guida; che intenzioni e risultati delle azioni coincidono raramente; che il controllo di tutti i fattori rilevanti è impossibile. Il testo qui presentato in prima mondiale, scritto da uno studioso di raffinata erudizione, tratta di questa esperienza e dei confini della sua conoscenza. Illumina l’incoerenza della politica, gli effetti perversi, i fatti imprevedibili, le mutevoli concatenazioni che la rendono storia “viva”, ambito umano aperto e storicamente indeterminato. In quest’avvincente trama, tra necessità e libertà, emergono le risposte e le qualità di chi ha affrontato il rischio della politica e il senso ambiguo delle sue ragioni.
Martin Wight (1913-72) è stato uno dei più profondi e influenti pensatori del suo tempo sulle relazioni internazionali. Fu membro del British Committee on the Theory of International Politics e tra i fondatori dell’Università del Sussex. Figura cruciale per un’intera generazione di studiosi, riconosciuto caposcuola, la sua opera più celebre, International Theory, è apparsa in edizione italiana nel 2011. Michele Chiaruzzi insegna Relazioni internazionali nell’Università di Bologna. È stato visiting fellow alla University of Cambridge, Brown University, University of Queensland e Fondazione Bruno Kessler.