La Toscana apripista per eterologa, Enrico Rossi lo annuncia con orgoglio alla conferenza delle regioni che ne approva le linee guide Un importante passo avanti verso la fecondazione eterologa arriva dal documento firmato ieri da tutti gli assessori regionali della Sanità. Un’intesa che sarà al vaglio, decisivo, dei governatori. Una scelta politica in concomitanza con l’avvio, all’ospedale Careggi di Firenze, delle pratiche cliniche di otto coppie che a fine mese potranno sottoporsi alla procreazione assistita grazie a donatori di semi e ovociti esterni.
A Roma, i governatori delle Regioni si sono incontrati per rendere valide le linee guida stabilite ieri per disciplinare in tutta Italia la fecondazione eterologa. E nonostante il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ribadisca «l’esigenza di una legge», l’ottimismo è dilagante.
A partire dal presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, Pd: «Sono fiducioso nell’esito positivo di un iter che renderà effettivo l’esercizio di un diritto di tutti i cittadini. Incontrerò il ministro Lorenzin per affrontare il tema economico. Per sollecitare cioè la possibilità della gratuità o al massimo di un ticket nazionale. Altrimenti sarà necessario il pagamento da parte delle coppie interessate o da parte delle Regioni che dovranno attingere dal bilancio extrasanitario». Fiducia condivisa dal governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, e dalla presidente dell’Umbria Catiuscia Marini. «C’è una sentenza dettagliata della Consulta – ribadisce quest’ultima – e abbiamo l’obbligo di varare linee guida, il rischio altrimenti è che partano i centri privati ma non possano farlo quelli pubblici. Il che è assurdo e grave».
Ma ecco i binari su cui si dovrebbe sviluppare l’eterologa. Innanzitutto la gratuità o il pagamento di un ticket. Viene poi stabilito che il bimbo abbia lo stesso colore di pelle della coppia ricevente. Per mantenere cioè il fenotipo della coppia ricevente in relazione al colore della pelle, dei capelli e al gruppo sanguigno. Il nato avrà la possibilità di chiedere di conoscere l’identità del padre o della madre genetici solo dopo aver compiuto 25 anni di età. E il donatore, se lo vorrà, potrà a quel punto rivelare la propria identità. Limite massimo di 10 nati per ogni donatore, mentre la coppia che ha già avuto un figlio da eterologa potrà chiederne altri con lo stesso donatore. E ancora: i donatori potranno avere tra i 20 e i 35 anni le donne e 18-40 per gli uomini.””
“”Avevamo visto giusto». Parole misurate, niente trionfalismi. Così Enrico Rossi, governatore della Toscana: «La giornata importante è stata quella del pronunciamento della Corte Costituzionale, noi abbiamo solo letto e applicato la sentenza».
Le altre Regioni vi seguiranno sulla stessa strada.
«Segno che avevamo preso la direzione buona nel redigere le linee guida, nel preoccuparci di sicurezza e regole chiare per i centri. Non c’era vuoto legislativo, se non l’avessimo adottata saremmo andati avanti nella discussione all’infinito».
Eppure quella scelta di fare da “apripista” le è costato uno scontro con il ministro Lorenzin…
«Sì, minacciava di mandare i Nas a fare i controlli e ho detto che avremmo aperto loro la porta,mostrando cosa stavamo facendo. Ma gli istituti privati si erano già sintonizzati offrendo l’eterologa a pagamento».
All’ospedale fiorentino di Careggi oggi ci sono le visite per le coppie in lista d’attesa. È la prima volta per un ospedale pubblico in Italia, lo ritiene un momento importante?
«Non è una corsa a chi arriva primo. Penso che sarà bene far parlare le donne, capire le sofferenze di chi era costretto ad andare all’estero per sottoporsi alla fecondazione eterologa».””Il Presidente continua orgoglioso”è finita anche un ingiustizia praticata alle coppie, chi aveva i soldi e, parliamo di oltre nove mila euro, andava all estero, gli altri rinunciavano.”continua con toni decisi e convinti che” non si può imporre al paese le leggi basandosi su idee personali, se Il ministro non ci fermerà, accoglieremo anche chi viene dal resto d’Italia”
Nessun timore di essere bloccati, nessuna volontà di fare marcia indietro. Dopo lo stop del decreto sull’eterologa deciso dal governo, la Regione Toscana è rimasta la sola ad aver adottato un atto che dà il via libera a questo trattamento nelle sue strutture. Il governatore Enrico Rossi dice di essere sereno e di non avere paura di ricorsi o ispezioni dei Nas, ipotizzati dal ministro della salute Lorenzin. “Abbiamo seguito la Corte costituzionale, lo facciano anche gli altri”.
il ministro Lorenzin ha detto che l’eterologa in Italia non si può ancora fare.
“No, noi andiamo avanti. Non voglio polemizzare con il ministro, la nostra delibera è certamente appellabile e contestabile ma io mi sono riletto la Corte Costituzionale sull’eterologa e dentro sono scritte cose molto importanti. La prima è che dichiarare illegittima la legge 40 non porta a un vuoto legislativo. Del resto questo trattamento veniva fatto prima di quella norma. I giudici sottolineano come il divieto per le coppie sterili di ricorrere all’eterologa è privo di un fondamento costituzionale, come la scelta di diventare genitori è frutto della libertà di autodeterminarsi.
La delibera può essere impugnata?
“NOI, ci basiamo su una sentenza della Suprema Corte, che sta un po’ sopra il chiacchiericcio, dal punto di vista normativo. Leggi, decreti e delibere sono entità inferiori, tutti dobbiamo obbedire alla Corte. Se la nostra delibera sarà impugnata, ci difenderemo. Se non sarà appellata andremo avanti. Comunque il nostro è un atto ponte, “cedevole” rispetto ad una eventuale legislazione nazionale. Parla di tecniche mediche che esulano dalla legge, allo scopo di dare sicurezza a cittadini e medici. Non ci dobbiamo mai dimenticare proprio di questo: stiamo parlando di terapie per una patologia sociale , l’infertilità. Si stima che in Italia siano 9 mila le coppie infertili che vorrebbero un figlio dall’eterologa e 4 mila di queste vanno all’estero, pagando molti soldi. Ci sono speculazioni che precludono l’accesso alla povera gente”.
Cosa dovrebbe fare adesso il Governo?
“Consiglierei di definire un quadro minimo con delle linee guida nazionali per attuare la sentenza subito, una legge porterebbe la questione alle calende greche mentre l’eterologa si può già fare. Tra l’altro stando fermi si rischia un’altra botta dalla Corte Europea. Se si deve discutere di questioni etiche, lo facciano le Camere. Io non sono per il federalismo ma per un sano regionalismo, e chiedo allo Stato di fare”.
La Toscana entra spesso in polemica con il Governo
“Ho già spiegato che non voglio fare polemica con il Governo. Questa legge 40 è stata demolita da sentenze della Corte Costituzionale e dell’Europa che ci fanno vergognare. Bisogna essere accorti in certe materie, tenere conto dei principi di tutti e trovare il giusto punto di equilibrio, come mi pare abbia fatto la Corte. Noi non abbiamo mai fatto un uso strumentale di queste battaglie. Dietro ci sono persone che provano ad avere dei figli, un’aspirazione legittima che va regolata, ricordando che non esistono diritti senza limiti. È giusto dire che ci sono anche le adozioni, che magari dovrebbero essere rese più facili. Non si possono fare leggi ideologiche tra fazioni, perché non reggono alla prova dell’evoluzione della società. In certi casi si rischia l’oscurantismo”.
La Toscana come la Spagna?
“Noi ci collochiamo dalla parte di tutta l’Europa, dove l’eterologa è quasi ovunque praticata. Vedremo se arriveranno cittadini da altre Regioni, e comunque le nostre strutture li accoglieranno. Però mi auguro anche il resto del Paese segua quanto ha detto la Corte”.
Adelfia Franchi