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Saluto a Sua Santità il Dalai Lama

Saluto a Sua Santità il Dalai Lama

Rho Fiera, Milano, 22 ottobre 2016

Buongiorno a tutti, in questa giornata benedetta durante la quale ho la gioia e l’onore di incontrarmi nuovamente con Sua Santità il Dalai Lama, mi piace ricordare il nostro primo incontro avvenuto ad Assisi proprio trent’anni orsono, quando fummo invitati entrambi da Sua Santità Giovanni Paolo II, incontro che lo stesso Dalai Lama aveva chiamato un «dialogo fra le ortodossie».

Ma purtroppo, questa ortodossia oggi non basta più, e se abbiamo visto avvicendarsi quest’anno sul palco di Assisi gli attuali esponenti delle tendenze politiche correnti, inclusi i nostri stessi sedicenti «fratelli musulmani», così le stesse rappresentanze buddiste rispecchiavano l’assenza di quella verticalità rappresentata dall’altra dimensione della stessa croce cristiana.

E se Sua Santità il Dalai Lama non deve rammaricarsi per non aver partecipato a questo incontro, ugualmente noi apprezziamo la Sua rinuncia a rivendicare per il Suo Paese, il Tibet, una indipendenza territoriale, e forse noi stessi, primi musulmani italiani dopo settecento anni di assenza dell’Islam dall’Italia, dovremmo rinunciare a pretendere di essere riconosciuti dal governo del nostro stesso Paese, unico al mondo a non considerare l’Islam come terza Rivelazione del Monoteismo abramico.

Se Sua Santità il Dalai Lama sembra dover rinunciare anche di avvalersi di una successione secondo le consuetudini tradizionali buddiste, forse anche noi dovremmo farci perdonare da Lui per avergli sottratto la devota buddista giapponese che abbiamo sposato, e che grazie a Dio ci ha dato un figlio, il primo italiano nato musulmano, lo Shaykh Hajji Yahya Sergio Yahe Pallavicini effettivo Presidente della nostra Comunità Religiosa Islamica Italiana e incaricato dall’unica moschea autorizzata, quella di Roma, per il dialogo interreligioso, a lui affidiamo il compito e l’esempio di una santità, unico rimedio per questi nostri tempi ultimi.

Non è infatti più il tempo di compromessi ideologici o di alleanze politiche, ma è quello del riconoscimento nel Dio Unico di tutte le religioni veramente «ortodosse» di una santa fratellanza, quella stessa che il nostro cardinale di Milano Angelo Scola ha voluto chiamare l’«Unità nella pluriformità».

Vi ringrazio,

Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini

Presidente Onorario

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E’ iniziato con queste parole il messaggio che oggi pomeriggio alla fiera Rho di Milano il presidente onorario della COREIS italiana, Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini, ha portato a Sua Santità il XIV Dalai Lama in occasione degli insegnamenti che ha ritrasmesso a una platea di 12.000 persone.