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Sara

La ConsulPress,  sorta  con una spiccata vocazione verso tematiche economiche, tributarie, aziendali, culturali – ed indirizzata al mondo dei “Professionisti e Consulenti d’ Impresa” –  fin dal suo inizio nel 1996 in forma cartacea e poi nel 2006, con l’entrata nel mare della rete, pur ampliando i suoi interessi, non ha mai voluto occuparsi di cronaca nera … ma c’è sempre un’eccezione.

Quanto accaduto a Sara Di Pietrantonio, una solare studentessa romana di 22 anni, nei giorni scorsi nella periferia di Roma, ha sconvolto tutti  sia per la crudeltà con cui è stato effettuato il crimine da un innamorato (?) respinto, sia per l’indifferenza di chi sarebbe potuto intervenire ….. ed allora, eccezionalmente, la redazione ha voluto inserire nella sezione “ATTUALITA” questo scritto in memoria della giovane. Si è scelto quasi di sussurrarle le parole di una celebre canzone di Antonello Venditti, poi si è voluto ricordarla per la sua tragica fine.

Sara, svegliati è primavera.

Sara, sono le sette e tu devi andare a scuola,

Sara, prendi tutti i libri e accendi il motorino

e poi attenta, ricordati che aspetti un bambino.

Sara, se avessi i soldi ti porterei ogni giorno al mare,

Sara, se avessi tempo ti porterei ogni giorno a far l’amore,

ma Sara, mi devo laureare, e forse un giorno ti sposerò,

magari in chiesa, dove tua madre sta aspettando per poter piangere un po’

Sara, tu va dritta non ti devi vergognare,

le tue amiche dai retta a me lasciale tutte parlare

Sara, è stato solo amore, se nel banco no c’entri più,

tu sei bella, anche sei vestiti non ti stanno più.

Sara, mentre dormivi l’ho sentito respirare,

Sara, mentre dormivi ti batteva forte il cuore,

Sara, tu non sei più sola, il tuo amore gli basterà,

il tuo bambino, se ci credi nascerà

Sara, Sara, Sara …

 Antonello Venditti

 

  *** *** ***

Sara, svegliati è primavera. …

Quante volte guardandoti negli occhi ti avranno cantato questa canzone.

E tu, udendo quelle parole, quante volte avrai sorriso o ti sarai un po’ infastidita.

E’ primavera, ma tu sei caduta in un sonno a cui non c’è risveglio.

Anche tu, avresti voluto aspettare un bambino.

Anche tu avresti voluto vedere che i vestiti non ti stavano più.

Anche tu non saresti stata più sola.

Sara, Sara, Sara vorrei che tu ti svegliassi da quel sonno.

E’ primavera, poi arriverà l’estate e tu saresti andata al mare.

Un vile,Vincenzo, ha acceso un sigaretta e ti ha dato fuoco.

Ha bruciato anche la tua auto per cancellare tutte le prove.

E’ fuggito, ma un occhio l’ha visto ed ha registrato tutto.

Si è creato un alibi, ha tentato di negare, ma quell’occhio l’ha inchiodato.

Hai sofferto Sara, forse l’hai pure perdonato, come avevi fatto altre volte.

Ma Vincenzo va condannato.

Tutte le fiamme dell’inferno non basteranno per pagarlo di quello che ti ha fatto.

Degli ignavi sono transitati per quella strada dove chiedevi aiuto.

Quell’occhio ha visto anche loro.

Ti hanno visto, non si sono fermati, sono andati avanti.

Ti potevano salvare? Chi sa!

Che anche loro siano avvolti dalle fiamme dell’inferno.

Sara, sei la Giovanna d’Arco dei nostri giorni.

Hai creduto nell’amore.

Non avresti mai pensato che Vincenzo ti avrebbe fatto questo.

Non sei santa, ma sei certamente martire.

Alessandro Ricci