Se l’ingegnere chiede aiuto al boss
Mimmo Gangemi torna in libreria il 12 novembre con Il prezzo della carne (Rubbettino, pp. 272, € 16,00), un romanzo che racchiude in sé tutta la freschezza, l’impeto, l’urgenza dell’opera d’esordio e la perfezione stilistica, il ritmo incalzante, la compiutezza dell’opera matura: “È il romanzo – ha affermato l’Autore – a cui mi sento più legato”.
Con un andamento carico di tensione e un registro da tragedia greca, il racconto si addentra nel cuore dell’Aspromonte, al cospetto di un’umanità in bilico tra cultura arcaica e modernità, dove l’ordine naturale delle cose è governato da regole ancestrali.
Dopo una serie di intimidazioni a fini estorsivi, opera di balordi, le vittime – tra le quali l’ingegnere Parisi – anziché denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine si rivolgono agli “uomini di rispetto”. Ma esiste ancora un’onorata società paladina dei più deboli, in grado di punire le prepotenze e lavare le offese?
«La maggiore sotto il noce, la minore sotto il fico» – scappò dai pensieri a don Rosario. – Allora sì che funzionava: il capo società, i sottocapi, il consiglio, il mastro di giornata, gli ’ndranghetisti, i picciotti, e la minore, i giovani onorati, senza macchie personali e di famiglia. «Oggi persino la vara la dirigono i figli di puttana. Come se fossero necessarie le corna per non farla sbandare».
Mimmo Gangemi, (Santa Cristina d’Aspromonte 1950), ingegnere e scrittore. Tra le sue opere più recenti Il giudice meschino (Einaudi 2009, Premio selezione Bancarella 2010), La signora di Ellis Island (Einaudi 2011, Premio Leonida Repaci 2011, Premio dei lettori di Lucca 2012/13, Premio Tropea 2012, Premio Saverio Montalto 2012) e Il patto del giudice (Garzanti 2013). Collabora con “La Stampa”. Il prezzo della carne è la riscrittura del suo romanzo d’esordio Un anno d’Aspromonte (Rubbettino 1995).
Hanno detto di lui:
«Non eravamo più abituati a trovare nella nostra lingua, ma in generale nella letteratura occidentale, un modo così semplice, potente e sensuale di narrare».
Curzio Maltese, «La Repubblica»
«Gangemi entra definitivamente nel filone di Alvaro, Strati, La Cava. Per narrare una terra irredenta che, come i suoi personaggi, non vuole sentirsi irredimibile.»
Gianluca Mercuri, «Corriere della Sera»