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See you in TOKYO !

“See you in Tokyo”:  Arrivederci a Tokyo

Nello stadio Maracanà di Rio de Janeiro, alla conclusione dei giochi della XXXI Olimpiade, è risuonato un arrivederci fra quattro anni: “Arrivederci a Tokyo” (“See you in Tokyo”) ma cinquantasei anni fa, correva l’anno 1960, era l’11 settembre, dovevano essere circa le ore 21, quello stesso arrivederci risuonò nello stadio Olimpico di Roma, non quello che si vede ora uscito così dalle devastazioni di “Italia 90” , ma quello costruito negli anni trenta, ristrutturato negli anni cinquanta per ospitare i giochi della XVII Olimpiade di Roma.

Allora, in uno stadio gremito all’inverosimile, spenta la fiaccola olimpica, ammainata la bandiera a cinque cerchi, spente tutte le luci, il buio della notte invase tutte le gradinate, nei due tabelloni posti sopra le curve comparve la scritta “Arrivederci a Tokyo” e poi quasi per incanto lo stadio iniziò lentamente ad illuminarsi.

Nelle gradinate cominciarono a lampeggiare delle luci, seguite poi a poca distanza da altre, tremolanti, che avevano breve vita, ma quando una si spegneva era pronta una nuova ad illuminare lo stadio. Stava succedendo qualcosa che gli organizzatori non avevano previsto, gli spettatori, un po’ tutti, avevano dato inizio ad una Roma 60 .1 illuminazione spontanea, con l’accendino avevano  acceso  delle torce con i giornali, la pubblicità  consegnata  all’ingresso, con i programmi con tutta  la carta a    disposizione, non ci fu bisogno  dell’intervento dei vigili del  fuoco, quelle  fiammelle sulle gradinate disegnarono lo stadio  lasciando in un buio profondo il prato dove erano  raccolti  tutti gli atleti che precedentemente  avevano salutato il  pubblico romano.  Con quella  fiaccolata così spontanea il  pubblico delle  gradinate salutava gli atleti e i non romani, gli  stranieri giunti nella città eterna richiamati dalle  olimpiadi,  salutavano Roma.

Tutto era cominciato con la cerimonia d’apertura nello stadio Olimpico nel pomeriggio del 25 agosto, alla XVII olimpiade avevano partecipato 5.902 atleti provenienti da ben 85 stati, nelle ultime olimpiadi svoltesi sul continente europeo, quelle del 1952 ad Helsinki, avevano partecipato 5.867 atleti provenienti da 69 paesi.

Tutta la città di Roma fu interessata dai giochi della XVII Olimpiade, a nord nella zona del Foro Italico, lo Stadio dei Marmi per l’hockey su prato, lo Stadio del Nuoto per il nuoto e la pallanuoto, lo Stadio Olimpico, oltre alle cerimonie di apertura e chiusura, per l’atletica leggera, gli sport equestri, e al di qua del Tevere, in prossimità del Villaggio Olimpico, il Palazzetto dello Sport per la pallacanestro ed il sollevamento pesi, lo Stadio Flaminio per il calcio.  A sud, nella zona dell’Eur, il Palazzo dei Congressi per la scherma, il Palazzo dello Sport per il pugilato e le finali della pallacanestro, il Velodromo Olimpico per il ciclismo e l’hockey su prato.

Per collegare rapidamente le due zone dove si svolsero le principali gare si realizzò una nuova strada che prese il nome di “via olimpica” che nel suo andare verso sud tagliò in due il polmone verde di Villa Doria Panfili. All’interno delle mura, nella Roma antica, le Terme di Caracalla per la ginnastica e la Basilica di Massenzio per la lotta; nella zona di Villa Borghese, a Piazza di Siena per gli sport equestri. Ma oltre alla città di Roma le olimpiadi interessarono anche Napoli dove nel golfo si svolsero le gare di vela, Albano per il canottaggio e la canoa nel lago, Passo Corese per le prove di equitazione del pentathlon moderno, Cesano per il tiro nel poligono.

Roma_1960 In quell’anno il medagliere olimpico italiano, terzo dopo  quello dell’Unione Sovietica e degli Sati Uniti, si arricchì di  ben 36 medaglie, 13 d’oro, 10 d’argento e 13 di bronzo. Una  medaglia d’oro nei 200 metri con Berruti, 5 ori nel ciclismo  di cui due con Gaiardoni, 3 ori nel pugilato con Benvenuti,  De Piccoli, Musso, 1 oro nella pallanuoto, 2 ori nella scherma,  1 oro negli sport equestri con Raimondo D’Inzeo.

Nel 2008 Jacques Rogge, presidente del CIO,  nel corso di una conferenza su Pierre de Coubertin affermò che “Una città che ha ospitato i Giochi, resta una città Olimpica per sempre” e nello stesso anno il giornalista vincitore del premio Pulitzer David Maraniss definì Roma 1960 “Le Olimpiadi che cambiarono il mondo”.

Chi non ricorda l’arrivo di Abebe Bikila l’etiope che a piedi nudi tagliò il traguardo della Maratona sotto l’arco di Costantino, qualcuno, ormai settantenne, dirà con un po’ d’orgoglio e di nostalgia “c’ero anch’io”. A Roma la Germania, allora divisa tra est ed ovest, partecipò con un’unica squadra con atleti di qua e di là dalla “cortina di ferro”, fu adottata una bandiera dove nel tricolore, al centro, c’erano i cinque cerchi olimpici; la Cina non partecipò tra le nazioni c’era l’isola di Formosa (Taiwan) che vinse una medaglia d’argento.

A Roma nel 1960, una settimana dopo la conclusione della XVII Olimpiade, furono ospitati, per la prima volta in concomitanza con i Giochi Olimpici, i “X Giochi internazionali per paraplegici” che aperti il 18 settembre si disputarono dal 19 al 24 settembre. Furono organizzate 57 gare in 8 sport diversi, a cui parteciparono 400 atleti in rappresentanza di 23 nazioni. Tali giochi successivamente furono riconosciuti come “I Giochi paralimpici estivi”.

Nel 1960 la Rai fu la prima televisione al mondo a trasmettere in diretta i Giochi olimpici per un totale di 120 ore in ben 18 Paesi, in quel periodo i collegamenti via satellite erano agli albori e per la prima volta fu utilizzata la registrazione su nastro. Dopo Roma altre olimpiadi sono presenti nella memoria collettiva non come esaltazione dello sport e dell’amicizia ma come contestazione e purtroppo anche terrorismo.

A Città del Messico nel 1968 due atleti degli Stati Uniti alla premiazione dei 200 metri piani alzarono il pugno chiuso guantato in nero per protesta contro il razzismo ed ascoltarono l’inno nazionale con il capo chino come in segno di vergogna.

Alle olimpiadi di Monaco nel 1972 otto terroristi palestinesi di “Settembre Nero”, il 5 settembre, irruppero nella palazzina numero 31, nella quale soggiornava la rappresentativa israeliana. L’azione terroristica si concluse con l’uccisione di 11 atleti e di 5 terroristi.

Con le olimpiadi di Montreal del 1976 iniziarono i boicottaggi di alcuni stati per motivi prevalentemente politici, queste furono boicottate da alcuni paesi africani per protesta nei confronti della Nuova Zelanda la cui squadra di rugby si era recata in tour nel Sudafrica dell’apartheid; quelle di Mosca del 1980 furono boicottate dagli Stati Uniti e da un’altra sessantina di stati per l’invasione sovietica dell’Afghanistan, l’Italia gareggiò adottando la bandiera olimpica; quelle di Los Angeles del 1984 furono boicottate dall’Unione Sovietica e da poco più di una decina di paesi comunisti in risposta al boicottaggio Usa alle olimpiadi precedenti.

La città di Roma ha una certa nostalgia della sua olimpiade, e anche se la “via olimpica” ha perso il suo nome con la toponomastica che l’ha sostituita con le varie circonvallazioni, con l’inizio del terzo millennio più di una volta è balenata l’idea di proporre la città per una nuova edizione olimpica.

Si era pensato per quella del 2004, ma la città di Roma arrivò seconda dopo Atene e considerando quello che è successo all’economia Greca, che ha trascinato con un effetto domino le altre economie dell’euro, forse per l’economia europea sarebbe stato meglio che il vessillo olimpico sventolasse nella città di Roma. Successivamente fu costituito un comitato per le olimpiadi del 2020, ma data la crisi economica con l’incubo dello “spread” sul debito pubblico, nel febbraio del 2012 si rinunciò a presentare la candidatura.

Attualmente si sta nuovamente pensando di proporre la candidatura per le olimpiadi del 2024 per far si che Tokyo in quell’anno restituisca l’arrivederci che Roma aveva fatto nel 1960.  Attualmente il sindaco della città di Roma è un esponente del “Movimento 5 Stelle” che, malgrado abbia un numero in comune, pare che non ami troppo che in città nel 2024 sventoli la bandiera olimpica con 5 cerchi.

Dopo le olimpiadi del 1960 Roma ha ospitato altri avvenimenti sportivi internazionali, nel 1990 i campionati di calcio di “Italia90” con una spesa enorme per il rifacimento degli stadi di calcio. Dal 18 luglio al 2 agosto del 2009 i XIII Campionati del Mondo di Nuoto FINA (roma09), all’ultimo momento furono utilizzati gli impianti del Foro Italico già utilizzati in occasione dei VII Campionati del 1994, della “Città dello Sport” progettata dall’architetto Calatrava rimangono delle opere incompiute costate milioni di euro.

Se per il 2024 Roma sarà prescelta per ospitare le XXXIII Olimpiadi potremmo quasi dire che verrà messa in croce, gli atleti potranno essere oltre 11mila più gli accompagnatori, gli stati partecipanti più di 200 di cui circa il 50% con meno di 10 atleti, gli sport tra i 26 di Londra ed i 28 di Rio de Janeiro.

Alessandro Ricci

Roma 60 .3

 NOTE A MARGINE  –  con questo pezzo, a firma di Alessandro Ricci, gli  interventi pubblicati sul nostro web hanno raggiunto il N°. di 3.000 articoli

“ROMA 1960: L’ANNO DELLE GRANDI OLIMPIADI” –  mi piace ricordare che …..”C’ero anche io”, in quel periodo tra agosto e settembre, in attesa di intraprendere – con l’inizio del mese di ottobre – l’ultimo anno delle superiori presso il “Duca degli Abruzzi”, uno dei due “mitici I.T.C.” della Capitale – sodale e rivale con il  “Leonardo Da Vinci”. Erano anni diversi, era una Roma diversa, era tutto diverso e più bello, forse semplicemente perché noi eravamo giovani. Comunque è indiscutibile una certezza: le Olimpiadi di Roma sono state le ultime Olimpiadi a “dimensione umana”, come ben viene illustrato – con l’articolo di Alessandro Ricci – nei brevi cenni sui Giochi Olimpici che si sono svolti successivamente.

La “realtà del sogno” vissuto a Roma nel 1960 si sarebbe potuto ripetere con le Olimpiadi del 2020, esattamente 60 anni dopo; ma la pavidità e la mediocrità di Mario Monti, il “Premier” che avrebbe dovuto allora controfirmare la nuova candidatura di Roma Capitale, ha impedito questa nuova grande occasione (*1).  Il “Grande Rifiuto” di quel Presidente del Consiglio, grigiocrate ed ex bocconiano (*2), sembrerebbe essere ora replicato, per il 2o24, da Virginia Raggi – Neo “Sindaca” di Roma – come pare piaccia farsi chiamare, adottando un pessimo neologismo di ispirazione “Boldriniana”.  Mi  interesserebbe conoscere, a questo punto, anche il parere della Dottoressa Francesca Immacolata Chauoqui, già “consulente” vaticana (*3) e della Signora Alba Parietti, “opinionista” ancora a tutto campo in tutti i talk-show televisivi. – G.M.

(*1)  https://www.consulpress.eu/olimpiadi-e-saper-far-di-conto/

(*2) “Il Grigiocrate” – su N° cartaceo /Sett. Ott. 2012  # vds. sezione “archivio numeri” oppure tramite il file in pdf   >  IL GRIGIOCRATE

(*3)  https://www.consulpress.eu/post-it-per-il-vaticano/