Spesa sanitaria
Spesa sanitaria 2012 a quota 113,6 mld. “I tagli frenano la crescita”
Relazione generale sulla situazione economica del paese per il 2012. Scende il costo del personale e della farmaceutica convenzionata. Si riduce il disavanzo di gestione mentre cresce la spesa per beni e servizi e aumentano Irap e Irpef. Stabile l’ospedaliera accreditata. Risultato d’esercizio a -17% rispetto al 2011.
– La spesa per il Ssn nel 2012 si è posizionata a quota 113,6 mld. Un aumento dello 0,8% rispetto all’anno precedente che fa attestare il rapporto tra spesa per Ssn e Pil al 7,3%. I numeri sono contenuti nella Relazione generale sulla situazione economica del paese 2012 pubblicata dal Ministero dell’Economia che evidenzia come rispetto alla crescita dell’1,3% registrato nel 2011 e l’1% del 2010, la spesa sanitaria stia sostanzialmente tornando sotto controllo dopo gli sconquassi degli anni zero.
Scende dell’1,4% il costo (35,6 mld) del personale del Ssn. Cresce l’acquisto di beni e servizi (+2,1% rispetto al 2011) mentre scendono gli interessi passivi e le imposte. Sale dello 0,6% il costo della medicina di base (6,6mld) e della Specialistica convenzionata e accreditata (+0,7% a quota 4,7 mld). In calo verticale (-8,6%), invece la spesa per la farmaceutica convenzionata che nel 2012 si è attestata a quota 9 mld.
Numeri che per il Mef evidenziano come per la sanità “dall’esame dei dati di spesa riferiti agli anni 2009-2012 e dalla variazione percentuale annua registrata dagli stessi, si evince chiaramente come le misure di contenimento messe in campo sia a livello nazionale sia a livello regionale per effetto delle misure messe in atto per l’attuazione dei piani di rientro e dei programmi operativi (es. accreditamento degli operatori privati con l’assegnazione di tetti di spesa e attribuzione di budget, riorganizzazione della rete ospedaliera ecc.) abbiano posto un forte freno alla crescita”. Infatti il disavanzo di gestione è sceso dai 3,3 mld del 2009 al miliardo del 2012.
La spesa totale nel 2012 è stata di 113,683 miliardi di euro, di cui 113,036 miliardi di euro riferiti alle Regioni e alle province autonome e 0,647 miliardi di euro agli altri enti del SSN finanziati direttamente dallo Stato. Un numero che ha fatto registrare un rapporto tra spesa complessiva del SSN e PIL al 7,3%.
Dall’esame dei dati di spesa riferiti agli anni 2009-2012 e dalla variazione percentuale annua registrata dagli stessi, si evince chiaramente come le misure di contenimento messe in campo sia a livello nazionale (es.ulteriore blocco dei contratti collettivi nazionali di lavoro per la validità di un triennio con decorrenza anno 2010, interventi in materia di farmaci ecc.) sia a livello regionale per effetto delle misure messe in atto per l’attuazione dei piani di rientro e dei programmi operativi (es. accreditamento degli operatori privati con l’assegnazione di tetti di spesa e attribuzione di budget, riorganizzazione della rete ospedaliera ecc.) abbiano posto un forte freno alla crescita. Infatti il disavanzo di gestione è sceso dai 3,3 mld del 2009 al miliardo del 2012.
La spesa media pro-capite nazionale nel 2012 è di 1.914 euro, mentre il valore medio riferito alle Regioni a statuto speciale e alle Province Autonome è di 1.903 euro. A livello territoriale si riscontra un’ampia variabilità, con il valore minimo di 1.713 euro della Campania e i valori massimi, oltre i 2.000 euro, della P.A di Bolzano, della Valle d’Aosta, della Provincia Autonoma di Trento, del Lazio e del Molise.
Beni e servizi
Ammontano a 35,159 miliardi di euro, con un incremento del 2,1% rispetto all’anno 2011 (nell’anno 2011 rispetto all’anno 2010 si era invece registrato un incremento dello 4%).
L’analisi delle voci che compongono questo aggregato di spesa rileva in particolare:
– Beni:
incrementano dello 0,6%, rispetto all’anno 2011 che registrava, invece, un aumento del 2,4% rispetto all’anno 2010. A tale minore crescita, hanno contribuito positivamente l’ottimizzazione delle procedure di acquisto dei farmaci (in particolare, attraverso gare centralizzate gestite da centri di riferimento a livello regionale o aziendale), nonché il consolidarsi in alcune Regioni del fenomeno della distribuzione diretta dei farmaci (già attivata nei precedenti anni dalle stesse) e dall’accelerazione data da parte di altre Regioni a tale forma di dispensazione dei farmaci, al fine di contenere la spesa farmaceutica erogata attraverso le farmacie convenzionate. Tra i fattori che, invece, sospingono la spesa è da segnalarsi il costo dell’alta tecnologia presente nei beni utilizzati in sanità.
Un tema di estrema rilevanza è rappresentato poi dal contenimento della spesa in termini di dispositivi medici.
– Servizi sanitari e non sanitari (Trasporti sanitari, Consulenze, Formazione, etc.):
aumentano del 7,5 % rispetto all’anno 2011, rispetto al decremento dello 4,3 % tra l’anno 2011 e l’anno 2010. L’incremento è riferibile in particolare alle consulenze, collaborazioni, interinale e altre prestazioni di lavoro non sanitarie,ancorché continui l’impegno assunto da parte delle Regioni di monitorare il fenomeno del ricorso alle consulenze sanitarie e non sanitarie, avendo riguardo all’entità della spesa e al rispetto dei vincoli previsti dalla normativa vigente.
– Servizi non sanitari appaltati (Lavanderia, Pulizia, Mensa, Riscaldamento, etc.):
si rileva un incremento del 2,1% nell’anno 2012, rispetto all’incremento del 3,4 % registrato tra l’anno 2010 e l’anno 2011. Anche per questi servizi il freno alla crescita è in parte riferibile all’impegno assunto da parte delle Regioni di monitorare tali settori di spesa, anche su impulso del Commissario della spending review, avendo riguardo all’entità della spesa e al rispetto dei vincoli previsti dalla normativa di cui ai decreti-legge nn. 98/2011 e 95/2012;
– Manutenzioni e Riparazioni:
incrementano nell’anno 2012 del 3,7%, rispetto all’aumento del 2,6 % registrato nell’anno 2011 rispetto all’anno 2010. L’incremento è riferibile in particolare alle manutenzioni esternalizzate che crescono del 4,2%mentre l’acquisto di materiali per la manutenzione decresce dell’8,1%;
Il personale
Il costo totale del personale nel 2012 ammonta a 35,606 miliardi di euro (il 36% circa della spesa corrente Ssn) con un decremento dell’1,4% rispetto al 2011.
Medicina di base
Il costo complessivo della medicina di base da convenzione è pari a 6,664 miliardi di euro con una crescita, rispetto al 2011, dello 0,6%, mentre il dato relativo al 2011 presentava un incremento dell’1,3%. Il freno alla crescita è conseguenziale al blocco dei rinnovi delle convenzioni sul personale. L’ultimo rinnovo delle convenzioni con i medici di base, relative al biennio economico 2008-2009, risale infatti all’8 luglio 2010.
Interessi passivi e Oneri finanziari:
diminuiscono del 7,9% nell’anno 2012, a differenza del 2011 in cui aumentavano del 6,7 % rispetto al 2010. Rispetto al trend registrato nei precedenti anni tale aggregato economico risente dell’effetto positivo derivante dalla diminuzione dei tempi medi di pagamento in molte Regioni sottoposte ai Piani di rientro, con conseguente riduzione degli oneri legati al pagamento degli interessi di mora.
Farmaceutica convenzionata
Il livello della spesa registrato dall’aggregato nell’anno 2012 è pari a 9,011 miliardi di euro, in diminuzione dell’ 8,6% .
La consistente riduzione della spesa farmaceutica convenzionata si è realizzata quale risultato dell’effetto combinato di diversi fattori quali:
– il potenziamento della distribuzione diretta – soprattutto nelle Regioni soggette a Piano di rientro – che ha determinato lo spostamento di quote di mercato dal canale convenzionale verso quello della distribuzione diretta, con il conseguente risparmio a vantaggio delle Regione, dato dalla minore remunerazione della filiera distributiva;
– l’implementazione dell’attività di monitoraggio del livello di appropriatezza delle prescrizioni terapeutiche;
– ulteriori misure destinate a conseguire risparmi di spesa attraverso aumenti degli sconti sul prezzo dei farmaci a carico di grossisti e farmacisti, Gli effetti economici conseguenti all’introduzione di un extrasconto a carico del farmacista dell’1,82%, l’introduzione di un pay-back dell’1,83% a carico del produttore, l’allineamento del prezzo di riferimento della lista di trasparenza AIFA al prezzo dei farmaci a brevetto scaduto vigente in altri Paesi Europei.
Tra i fattori che hanno concorso alla riduzione della spesa farmaceutica convenzionata vi è stato, inoltre, l’incremento della compartecipazione alla spesa da parte del cittadino a seguito dell’aumento della misura dei ticket in molte Regioni, in cui essi erano stati già operativi e alla loro adozione anche in Regioni nelle quali sinora tale forma di compartecipazione non era stata introdotta. Le tipologie di compartecipazione hanno riguardato sia il ticket imposto dalla Regione di riferimento sulla ricetta o sui pezzi prescritti, sia la quota a carico del cittadino data dalla differenza tra il prezzo al pubblico del farmaco a brevetto scaduto “di marca” e il prezzo di riferimento a carico del SSN dato dal generico.
Specialistica convenzionata e accreditata
Comprende gli acquisti di prestazioni di assistenza specialistica da convenzionati SUMAI, da Ospedali classificati, IRCCS privati, Policlinici privati e da altri operatori privati accreditati. I relativi costi ammontano a 4,700 miliardi di euro, evidenziando un incremento dello 0,7%, contro un corrispondente incremento del 3,6% nel 2011. Il rallentamento registrato negli anni è da riferirsi essenzialmente all’effetto positivo derivante dall’adozione degli strumenti di governo della spesa da parte delle Regioni oltre che dal consolidamento degli effetti già prodotti negli anni passati del processo di deospedalizzazione, che ha comportato una maggiore fruizione in ambito ambulatoriale di alcune prestazioni ritenute inappropriate in ambito ospedaliero. Il freno della crescita registratosi nel 2012 è, inoltre, riferibile agli interventi introdotti dalla spending review che , già dal 2012, prevede una riduzione complessiva degli acquisti da erogatori privati (volumi e corrispettivo) per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di assistenza ospedaliera, in misura tale da ridurne la spesa, rispetto al valore consuntivato nel 2011, dello 0,5 per cento per il 2012, dell’1 per cento per il 2013 e del 2 per cento a decorrere dal 2014.
Assistenza riabilitativa
Comprende gli acquisti di prestazioni di assistenza riabilitativa convenzionata ed extraospedaliera da strutture private accreditate. I due aggregati ammontano nel loro complesso a 1,898 miliardi di euro con un decremento rispetto al 2011 del 2,9%.
Assistenza integrativa e protesica
Ammonta a 1,841 miliardi di euro, considerando sia l’acquisto da pubblico che da privato, con un decremento rispetto al 2011 del 4,9%.
Altra assistenza convenzionata e accreditata
Comprende cure termali, medicina dei servizi, assistenza psichiatrica e agli anziani, ai tossicodipendenti, agli alcolisti, ai disabili, comunità terapeutiche. I relativi costi ammontano a 6,627 miliardi di euro, con un incremento del 5,9% (nel 2011 l’incremento è stato del 5,7%).
Assistenza ospedaliera accreditata
Comprende gli acquisti di assistenza ospedaliera da Ospedali convenzionati, classificati, IRCCS privati, Policlinici universitari privati e Case di cura private accreditate, che nel 2012 sono costati 8,659 miliardi di euro, con un incremento pari allo 0,2%, in controtendenza rispetto all’anno 2011, quando si registrava un -2,4%. Per la Relazione, comunque, “si può in generale affermare che una regolazione più rigorosa dei meccanismi di accreditamento delle aziende private, che operano per conto del Ssn adottata a livello regionale, e le misure in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera, hanno contribuito a contenere la crescita della spesa di tutte le prestazioni acquistate dal settore privato”.
Saldo gestione straordinaria
È rappresentata dalle componenti di ricavo e costo legate ad esercizi precedenti. Le componenti di ricavo ricomprendono: plusvalenze, sopravvenienze attive, insussistenze attive che ammontano, per il 2012, a 0,563 miliardi di euro. Le componenti di costo ricomprendono: minusvalenze, sopravvenienze passive (in cui vengono contabilizzati anche oneri per arretrati dei contratti e delle convenzioni in caso di insufficienti accantonamenti e/o partite debitorie riferite agli anni precedenti), insussistenze passive che ammontano a 0,710 miliardi di euro.
“Si evidenzia – spiega nella Relazione – come negli ultimi esercizi i componenti straordinari di reddito diminuiscono drasticamente in tutte le Regioni, grazie all’avvio di un percorso virtuoso da parte delle regioni che tende a superare le criticità nella qualità dei dati contabili e nella loro comparabilità legate alle carenze dei flussi informativi dei dati contabili e di gestione che continuano ancora a causare in alcune realtà territoriali scollamento di processo tra dato gestionale e registrazioni contabili con iscrizioni contabili a volte non tempestive e non correttamente allineate ai dati gestionali”.
Ammortamenti
Valgono 2,654 miliardi di euro e riguardano il costo pro quota sostenuto per l’acquisto di beni ad utilità ripetuta (immobili, macchinari, apparecchiature, altri beni di d’investimento) la cui caratteristica è quella di avere un utilizzo in una pluralità di esercizi.
Finanziamento del Ssn
Nel 2012 le risorse destinate al finanziamento del SSN per l’anno 2012, non considerando i ricavi della gestione straordinaria e quelli per l’intramoenia, che sono stati considerati come saldo nel livello di spesa, sono state complessivamente pari a 112,641 miliardi di euro, di cui 111,994 miliardi di euro riferiti alle Regioni e alle province autonome e 0,647 miliardi di euro riferiti ad altri enti del SSN finanziati direttamente dallo Stato.
Il rapporto tra Fsn e Pil si è attestato al 7,3 %, più alto rispetto a quello dell’anno precedente pari a 7,1%. L’incremento percentuale del finanziamento complessivo del SSN a livello nazionale rispetto all’anno precedente è stato dell’1%, mentre l’anno precedente era del 2,2%.
Irap e addizionale regionale Irpef
Sono state stimate in 39,902 miliardi di euro, con un incremento del 4,6 % rispetto ad un incremento del 3,4 % nel 2012.
Fondo per fabbisogno sanitario ex decreto legislativo 56/2000 (federalismo fiscale: iva e accise)
Ammonta a 52,969 miliardi di euro, con un decremento pari all’1,6%, rispetto al 2011, in cui si registrava un incremento dello 0,6 %. L’importo indicato si riferisce però alla valorizzazione degli importi indicati in via provvisoria a copertura integrale del fabbisogno.
Ulteriori trasferimenti dal settore pubblico e da quello privato
In tale aggregato sono contabilizzate le quote di partecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle province autonome – ripartite dal CIPE – che, per le regioni Val D’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna (quest’ultima dal 2007 non riceve più trasferimenti a carico del Bilancio dello Stato) e per le province autonome di Trento e Bolzano, devono intendersi a copertura integrale del loro fabbisogno mentre per la regione Sicilia, la cui quota di partecipazione è fissata, per l’anno 2012, nella misura del 49,11%, è a parziale copertura del fabbisogno medesimo.
Vengono ricompresi, inoltre, gli ulteriori trasferimenti da parte della regione o della provincia autonoma a carico dei rispettivi bilanci, comprese le risorse aggiuntive per garantire l’equilibrio economico-finanziario, nonché quelli da parte del settore pubblico allargato (altre amministrazioni statali, province, comuni) e di quello privato.
Alla data del 2 maggio 2013, dati SIS relativi al 4° trimestre 2012, gli ulteriori trasferimenti dal settore pubblico e da quello privato desunti dal NSIS, comprensivi delle quote a carico delle regioni a statuto speciale per l’integrale copertura del loro fabbisogno sanitario, pari a 0,766 miliardi di euro, risultano pari a 10,367 miliardi di euro, con un decremento pari a 3,6%, mentre nel 2011 si registrava un decremento del 2,2%.
Ricavi ed entrate proprie
Sono rappresentati, in generale, dai ricavi conseguiti dalle aziende sanitarie derivanti dalla vendita di prestazioni sanitarie e non sanitarie a soggetti pubblici e privati, della regione e al di fuori della regione di appartenenza e da altri ricavi quali interessi attivi e altri proventi finanziari, rimborsi etc. Sono ricompresi nella voce anche i ticket introitati dalle aziende sanitarie. Alla data del 2 maggio, dati NSIS relativi al 4° trimestre 2012, risultano pari a 3,077 miliardi di euro, con un incremento del 2,7 %, mentre nel 2011 si registrava un incremento del 2,8%.
Fondo sanitario nazionale e quote vincolate a carico dello Stato per le Regioni e Provincie Autonome
Oltre ai fondi rimasti a favore della regione Sicilia, si riferisce la finanziamento di specifici obiettivi tra cui l’assistenza e formazione per l’aids, borse di studio ai medici di medicina generale, assistenza agli extracomunitari, interventi nel settore dell’assistenza veterinaria, assistenza agli Hanseniani, assistenza e ricerca per la fibrosi cistica, fondo di esclusività per la dirigenza medica, obiettivi prioritari del PSN, medicina penitenziaria). Tali trasferimenti ammontano a complessivi 4,004 miliardi di euro, con un incremento del 3,6 % , come nel 2011.
Ulteriori quote vincolate a carico dello stato per gli altri enti sanitari pubblici
Si tratta di fondi assegnati ad alcuni enti del SSN (Croce Rossa Italiana e Istituti Zooprofilattici Sperimentali per le rispettive esigenze di funzionamento, Cassa DD.PP. per il rimborso delle rate dei mutui pre-riforma, Università per l‟erogazione delle borse di studio ai medici specializzandi). Ammontano a 0,647 miliardi di euro, con un incremento del’1%, mentre nel 2011 si registrava un incremento dell’13,9%.
Il risultato di Esercizio
Il risultato d’esercizio al 4° trimestre 2012, corrispondente alla somma algebrica degli utili e delle perdite delle singole regioni e province autonome come risultante dai dati trasmessi al NSIS e prima delle coperture, ammonta complessivamente a circa 1,043 miliardi di euro, in diminuzione del 17% rispetto al 2011.
L’andamento dei risultati di esercizio rileva un’inversione di tendenza dal 2001 al 2012, registrando una crescita media annua nel periodo 2001-2006 del +15,39%, a -8,87% nel periodo 2007-2009 a -31,54% nel periodo 2010-2012. La Relazione sottolinea come “a fronte di questi risultati a livello nazionale, alcune regioni successivamente interessate dai Piani di rientro (Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia e Sardegna) erano responsabili nel 2006 di un disavanzo complessivo di 4,483 mld di euro, pari ad oltre l’80% del disavanzo del settore sanitario, mentre le Regioni impegnate nei Piano di rientro nell’anno 2012 (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia Calabria e Sicilia) sono responsabili di una disavanzo complessivo di 1,042 mld di euro, per una percentuale pari a circa il 74%. Ciò – secondo il Rapporto– testimonia che la normativa in materia di Piani di rientro ha prodotto sicuramente un miglioramento delle performance in materia di controllo della spesa, tanto che i costi hanno registrato un incremento percentuale medio annuo, nel periodo 2001-2006 del 6,97%, nel periodo 2007-2009 del 2,99% e nel periodo 2010-2012 dello 0,88%”.