“the bad austerity”
Io non sono un economista, ma a me sembra che la strada dell’austerità imposta a Bruxelles da un manipolo di banchieri non possa essere la strada per il futuro del continente, perché questa austerità può portare solo a contrazione di consumi e con essi alla riduzione delle produzioni e, di conseguenza, alla diminuzione progressiva ed esponenziale dei posti di lavoro! Anche la grande Germania, finora il motore trainate dell’economia del vecchio continente è alle prese con la stagnazione e con un PIL negativo; la cosa riguarda da anni anche la piccola ma rigida conservatrice Olanda e quindi non è solo una questione dei Pig: Spagna, Portogallo, Grecia ed Italia!
Fermo restando che ogni singolo Stato debba fare al proprio interno quelle necessarie, indispensabili, indilazionabili riforme strutturali ed istituzionali che permettano loro di governare in tempo reale e non sopravvivere nell’eterna emergenza rincorrendo sempre i problemi e mai prevenendoli, … ecco io credo che occorra tornare all’azione coordinata del ricorso al debito pubblico che, non potendo però più essere sostenuto da un singolo Stato, dovrà essere il debito concesso dalla BCE, magari emettendo finalmente anche i fantomatici Eurobond!
Infatti da una parte dovremmo imparare tutti noi europei che non è più tempo di nazionalismi e di protezionismi nazionali, ma semmai di blocchi con i quali si misura la finanza e lo sviluppo globale: il nord America, la Cina, l’India, la Russia ed appunto l’Europa! Ora il problema e che questa semplicissima osservazione – sostenuta dalla maggioranza degli osservatori ed economisti di professione – è avversata da una minoranza di questi economisti, minoranza che però tiene in scacco i politici praticamente di tutto il mondo. Ecco quando si parla di primato della Politica occorrerebbe ricordarsi che un politico non è solo una persona capace di ricorrere ai media, capace di battute pronte, capace di scelte coraggiose; un politico deve essere anche in grado al tempo stesso di conoscere e governare la fisica come l’economia, la chimica, come la medicina, le scienze sociali come le scienze giuridiche, ecc. ecc., non certo meno brillantemente di un singolo docente universitario! La politica non si improvvisa e non si fa nei teatrini televisivi dove imperversano onnipresenti ignoranti colossali più volte contraddetti pubblicamente dalle loro stesse stupidità (e il problema non è solo italiano)
Quindi una Unione Europea, fondata sulla sola Unione finanziaria, non poteva che essere un fallimento per i paesi più deboli! Il passo indispensabile per sottrarre tutta l’economica dell’area Euro ai finanzieri ed ai banchieri – che non risiedono solo a Bruxelles, ma anche a Londra che (particolare non secondario) non fa parte dell’area Euro ma ne determina le conseguenze, ma anche e soprattutto a New York come ad Hong Kong ed a Tokio, è l’unione politica federale. Solo allora la BCE sarà sotto il controllo della Politica e non oggetto di speculazioni finanziarie che avvengono ai danni delle economie più deboli strangolate dai patti di stabilità. Allora bene ha fatto per ora la Francia a far sapere che non stara più dentro il 3%, ma il passo successivo deve essere l’Unione politica federale, altrimenti non fuori dell’Euro, ma fuori dall’Unione ed iniziamo da subito a guardare ad altre alleanze strategiche tipo la tanto vituperata Russia, la vera potenza continentale di riferimento oltre alla strabordante Germania
Giampiero VENTURINI