Trilussa e le distorsioni di mamma Rai
Nell’ultima casa di Trilussa, un edificio novecento con grandi finestre ad arco, un po’ loft e un po’ grande magazzino d’epoca, resisteranno ancora, ad oltre sessant’anni dalla scomparsa del Poeta, le fantasie, gli animali stupidi o furbi, ad imitazione di una umanità sempre uguale nei tanti difetti e nei pochi pregi? Carlo Alberto Salustri, al secolo, fu poeta satirico e dolente, tratteggiò la società del suo tempo, con penna caustica, ma bonaria, pronta a cogliere ipocrisia e viltà, pur nell’indulgenza di un animo schietto. Sono versi, quelli di Trilussa, più vicini ad una favola con morale, viene in mente a questo proposito la volpe del latino Fedro, che al ritratto popolare di Gioacchino Belli, incline ad una satira forte e senza appello. Tra le tante suppellettili, oggetti di ogni genere in quell’abitazione vicino al Tevere, spiccava un grosso coccodrillo, impagliato naturalmente, regalato al poeta dal Re d’Egitto Faruk, un monito forse o una difesa dalla malevolenza del prossimo. Chissà dove è finito il grande rettile, che ancora potrebbe svolgere il suo compito al servizio di Trilussa, specie adesso, quando un film televisivo della RAI vuole descriverlo in una posizione politica antiregime. Pura e semplice libertà degli autori, dal momento che il poeta di favole ne aveva scritte….per i bambini del Littorio.
Alessandro Benini