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Il “caffè” da sorseggiare in Paradiso

Pietro …. e ‘na tazzulella ‘e caffè

Un tempo, un po’ di secoli prima di noi, quando non c’era il cinema, la televisione, le fiction, la pubblicità, erano i disegni, le pitture, gli affreschi nei palazzi signorili di nobili, di cardinali e di futuri papi, ma anche nelle chiese, nelle basiliche a illustrare e a raccontare delle storie familiari, militari, religiose.

In quel tempo nelle chiese alcuni disegni, pale d’altare, affreschi lungo le pareti raccontavano la vita di santi, la loro conversione, il loro martirio, altri disegni e affreschi invece raccontavano quello che sarebbe potuto accadere a quei fedeli che non osservavano i comandamenti della chiesa; non è che volevano incutere terrore a quelli che entravano, volevano illustrare quale era la via per raggiungere la salvezza e la vita eterna.

Prendiamo ad esempio il giudizio universale, quel giudizio a cui saranno chiamati tutti i credenti alla fine del mondo e che per alcuni di loro si aprirà la via eterna. Due artisti italiani, che hanno rivoluzionato l’arte mondiale e che rispondono ai nomi di Giotto e di Michelangelo in due città diverse, uno a Padova e l’altro a Roma, nella città del vaticano, su delle grandi pareti hanno illustrato la scena che si potrà presentare quel giorno, in alto il Cristo giudicante affiancato da santi ed angeli, in basso il popolo dei fedeli da giudicare, da una parte quelli che gli angeli vanno a prendere per farli salire  in paradiso, dall’altra parte quelli che i diavoli vanno a prendere per scaraventarli nell’inferno.

Quelle opere sono là, in quelle città, e richiamano milioni di visitatori da ogni parte del mondo di religioni diverse, vanno li non tanto per il messaggio che quelle opere vogliono comunicare quanto per come sono state realizzate dagli artisti.

Il sommo poeta Dante, nella sua Divina Commedia, ci ha raccontato quello che potrà essere l’inferno o il paradiso. Ma visto che tutti, in linea di massima, ci sentiamo un po’ dei santi e che pertanto andremo tutti in paradiso, ci poniamo un problema come sarà il paradiso? Non ci sono problemi, ce lo dice la televisione, anzi la pubblicità.

E’ successo che un fedele, nato a Roma, nella città eterna, all’ombra del cuppolone e cresciuto vicino a sottane di preti e monache, nel momento in cui la vita lo stava lasciando, ha chiesto ed ha ottenuto il permesso di potersi portare di là una macchinetta per fare il caffè ed una busta di caffè di una nota marca. Il suo arrivo in paradiso è stato bene accolto data la notorietà della marca del caffè e colui che deve controllare l’ingresso nel paradiso, il buon Pietro, avendo un debole per quella bevanda si è legato in particolar modo con il nuovo arrivato, stringendo con lui una solida amicizia, e mettendo da una parte tutti gli altri.

Questo atteggiamento a molti fedeli, in particolar modo a quelli che in varie epoche, nella basilica di San Pietro a Roma, hanno baciato il piede della statua consumandolo, non è proprio piaciuto perché anche lì non ci possono essere figli e figliastri ed inoltre hanno notato che nessuno ha richiamato all’ordine il buon Pietro che continua a gustare il caffè con questo nuovo arrivato a cui recentemente ha anche ingrandito l’alloggio.

Il vangelo di Marco ci racconta che Pietro nega, ad una serva che sembra di averlo riconosciuto, di essere un discepolo di Gesù. Da allora sono passati secoli e secoli e non sembra che ci siano state notizie di nuove negazioni da parte di Pietro, ma proprio recentemente è successo che, in quell’angolo del paradiso dove soggiorna il fedele che ha portato lì il caffè, è andata alla deriva una navicella spaziale.

Il fatto ha incuriosito il nostro amico che, penetrato nella navicella, ha subito percepito un profumo di caffè, ma non ha trovato una macchinetta come quella che lo ha seguito nel suo viaggio in paradiso e nemmeno un busta con la sostanza. Nella navicella, su un ripiano ha intravisto un oggetto nuovo non conosciuto ai suoi tempi, certamente un prodotto della nuova tecnologia, sotto quell’oggetto era posta una tazzina da caffè, incuriosito ha visto un bottone nell’apparecchio, l’ha premuto e dopo un po’ ha cominciato a gocciolare il caffè. La curiosità e la voglia di gustarlo è stata tanta, subito l’ha bevuto ed ha esclamato “E’ bbbooono!!!!” Pietro, incuriosito, ha chiesto cosa era “Bbbbooono”  ma poi anche lui ha avuto il piacere di gustare il nuovo  caffè.

Due poveri astronauti, alla ricerca della loro navicella alla deriva, hanno chiesto a Pietro e all’altro se per caso l’avevano vista. Il nostro amico ha negato, ma Pietro, non ci ha pensato due volte, e anche lui ha negato per non perdere questo apparecchio piovuto dal cielo.

Ora tutto va bene, il caffè è buono, il nostro amico è simpatico, ormai sta di casa in paradiso e quindi si permette qualche piccola libertà … ma Pietro no, lui non lo può fare, non possiamo accettare che Lui si venda per una tazzina di caffè, Lui deve essere una garanzia per tutti noi.

                                                                                                                                                   Alessandro RICCI