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Un DDL “ETEROFOBO”

L’ OMOSESSUALISMO SARA’ OBBLIGATORIO ? 

di Stefano Biavaschi *

Lo chiamano Disegno di Legge contro l’omofobia, ma in realtà si tratta di un tentativo per introdurre l’eterofobia nella giurisprudenza italiana, e se questo andrà in porto, sarà obbligatorio essere omosessualisti, pena il carcere. Si badi bene, un conto è schierarsi contro il bullismo omosessuale o la persecuzione verso le persone gay, un altro conto è essere costretti a riconoscere l’omosessualità o la transessualità come una legge di natura, o essere obbligati a parlare a favore delle adozioni per gay e transessuali.

Invece, la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha appena approvato il testo base del cosiddetto “DDL contro l’omofobia e la transfobia” (testo che andrà all’esame dell’Aula il prossimo 22 luglio), e che prevede l’incriminazione per tutti coloro che, sulla questione, hanno un pensiero diverso, per esempio per tutti:

1. coloro che sollecitassero i parlamentari della Repubblica a non introdurre nella legislazione il “matrimonio” gay;

2. coloro che proponessero di escludere la facoltà di adottare un bambino a coppie omosessuali;

3. coloro che pensassero di organizzare una campagna di opinione per contrastare l’approvazione di una legge sul “matrimonio” gay;

4. coloro che pubblicamente affermassero che l’omosessualità è contro le Sacre Scritture;

5. coloro che pubblicamente dichiarassero, per un proprio pensiero religioso, che gli atti compiuti dagli omosessuali «sono intrinsecamente disordinati»;

6. coloro che pubblicamente sostenessero che gli atti compiuti dagli omosessuali sono «contrari alla legge naturale», poiché «precludono all’atto sessuale il dono della vita e non costituiscono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale» (come per esempio afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica al N.2357);

Sappiamo che sull’argomento c’è un pubblico dibattito con diversità di posizioni, e voler precludere con un bavaglio questo confronto (o peggio voler mandare in galera gli oppositori) introduce di nuovo quei concetti di discriminazione e persecuzione che il DDL dice a parole di voler combattere.La prima a protestare è stata l’associazione dei Giuristi per la Vita(https://www.giuristiperlavita.org/) che sta organizzando una petizione da inviare «ai parlamentari della Repubblica italiana, e a tutti gli uomini di buona volontà, affinché venga scongiurato il rischio dell’introduzione di una simile normativa nel nostro ordinamento giuridico». E’ possibile leggere la petizione e firmarla al link

https://www.lanuovabq.it/it/sottoscrizioneCampagnaRaccoltaFirme.php

I Giuristi per la Vita hanno voluto lanciare questo appello «per fermare questa iniziativa legislativa, che rischia seriamente di avere gravi ripercussioni sui diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla nostra Costituzione, tra cui il diritto alla libertà di pensiero (art.21) e alla libertà religiosa (art.19).» Secondo i Giuristi per la Vita «le norme che si intendono approvare rispondono ad una mera prospettiva ideologica, del tutto inutile sul piano legale, godendo gli omosessuali degli strumenti giuridici previsti dal codice penale per i tutti i cittadini, contro qualunque forma di ingiusta discriminazione, di violenza, di offesa alla propria dignità personale. La proposta di legge sull’omofobia, pertanto, non merita di entrare nel nostro ordinamento. Opporvisi non è una battaglia di retroguardia, tesa a garantire chissà quale privilegio o quale ingiustificata impunità, ma significa battersi contro il rischio di una pericolosa violazione della libertà di espressione del pensiero e del credo religioso, fondamento di tutte le libertà civili nel quadro costituzionale vigente.»

Del resto l’Italia è già tra i Paesi più tolleranti in questa direzione, e non vi è alcuna necessità di forzare eccessivamente l’attuale legislazione. Lo scorso 4 giugno il Pew Research Center ha perfino pubblicato un rapporto che mette l’Italia all’ottavo posto fra i Paesi più tolleranti al mondo nei confronti dell’omosessualità, e addirittura al quarto posto tra i Paesi che hanno compiuto negli ultimi 6 anni i più grandi passi avanti nell’ accettazione dell’omosessualità. L’esperienza dimostra invece che frettolose accelerazioni nel legiferare in questo senso producono discriminazioni di segno opposto, e già in diverse nazioni se ne sono sperimentati i danni (vedi anche nostro articolo: Adottati da gay: testimoni del disastro).

Eppure le pressioni in tale direzione stanno quotidianamente aumentando. Il governo francese, per esempio, si sta preparando ad introdurre, dall’inizio dell’anno scolastico 2013-2014, un nuovo corso obbligatorio di educazione sessuale basato sulla “gender theory” per tutti i bambini dai 6 anni in su, sia nelle scuole pubbliche che in quelle private (comprese quelle confessionali). Questo progetto governativo sta provocando grande preoccupazione tra genitori e insegnanti, che spesso hanno già contestato il divieto governativo ad utilizzare i termini come “padre” e “madre” a favore di quelli “meno sessisti” di “genitore uno” e “genitore due”. In Italia, dopo i disastrosi esperimenti omosessualisti della Regione Toscana o del Comune di Milano, le associazioni di pedagogisti sono assai perplesse dinanzi ai tentativi giuridici di impedire ai bambini adottati di trovare, in caso di adozione presso coppie gay, un genitore del proprio sesso, quale modello per i propri processi di identificazione lungo l’età evolutiva.

*Docente, Editorialista e Saggista – Collaboratore presso l’Università Cattolica

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