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Un Nobel che va, un Nobel che arriva.

 

Per un premio Nobel che ci lascia, un altro è stato appena annunciato proprio quasi in contemporanea dall’Accademia di Svezia. DARIO FO ci lascia alla veneranda età di 90 anni, una vita tra Teatro, impegno politico e Arte: Attore, Scenografo, Pittore, Autore, Drammaturgo, Illustratore, Costumista ed attivista,  fu insignito nel 1997 dello stesso premio  assegnato quest’anno ad un altro grande Artista del nostro tempo, BOB DYLAN.

Due artisti diversi per estrazione e appartenenza culturale: italiano uno, americano l’altro, mattatore della scena teatrale il Nobel italiano, mattatore della scena musicale planetaria Dylan …. stesso premio nella medesima categoria: la Letteratura e, caso ha vuoluto, che le due notizie si siano rincorse nella stessa giornata di giovedì 13 ottobre.

A FO, il Nobel del 9 ottobre 1997 consegnato con la seguente motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi “. Il commento di Fo è stato: “ Con me hanno voluto premiare la gente di Teatro”.

A DYLAN invece: il riconoscimento dell’Accademia di Svezia ”per aver creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione musicale americana”.  Bob Dylan, alias Robert Allen Zimmerman, è forse il più enigmatico tra i geni della musica popolare.

Nessuna gara di merito o demerito, nessun termine di paragone che, tra l’altro, sarebbe imbarazzante e inopportuno. Ma una cosa è certa: in entrambi i casi si è trattato di due Artisti di onorata carriera che hanno saputo, con le debite differenze, regalarci emozioni per quanto diverse sempre in grado di strapparci un sorriso o una riflessione, una lacrima o un forte brivido lungo la schiena.

Due menestrelli a modo loro uniti e separati per retaggio e provenienza, capaci di parlare alle grandi folle con il “Linguaggio Universale” e senza confini dell’ARTE: musicale in un caso, teatrale nell’altro; senza voler stigmatizzare troppo perché sarebbe riduttivo relegarli a questo o a quel settore, quando l’Uomo e l’Artista spaziano così a 360° nel campo artistico.

Troppo ci sarebbe da scrivere in merito alle proprie meritevoli carriere; ai cavalli di battaglia di uno seguono quelli dell’altro, ai personaggi in carne ed ossa impersonati da Fo fanno seguito quelli cantati da Dylan lungo una carrellata di voci, note e suoni … suoni da Grammelot, onomatopeici e figurativi di Fo, suoni di strumenti musicali accompagnati da una voce non educata forse, poco incline ai più esigenti del bel canto, ma affascinante proprio perché fuori dagli schemi come quella di Dylan. In questa giornata di pioggia si direbbe che i due si stiano strizzando l’occhiolino passandosi il testimone: mentre Dario Fo sta raggiungendo la sua compagna di una vita e di scena, FRANCA RAME, che ci ha lasciati nel 2013 …. Bob Dylan potrebbe dedicare loro una delle sue ballate più famose: Knockin on heaven’s door.

dylan_pope Tutti e due in un certo senso impegnati socialmente, in maniera differente: Comunista il Nobel italiano, attivista per i diritti civili il menestrello  statunitense, di premi e riconoscimenti ne hanno ricevuti entrambi diversi a coronare il proprio impegno non solo artistico ma anche  sociale. Mentre l’anticlericale, irriverente Giullare di Dio torna, eufemisticamente, nella casa del Signore per raccontargli la propria parabola a suon  di onomatopee, l’altro, il menestrello del Minnesota continua la sua carriera artistica suonando in grazia di Dio senza badare se questo sia ebraico o  Cattolico, nonostante la trentennale conversione religiosa che da Ebreo lo vede Cristiano pur non avendo mai dichiarato l’appartenenza ad un  ordine religioso specifico se non che alla Musica.

CRISTIAN ARNI