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Una “Eredità Ideale”

IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, EDIZIONE LOCALE de “IL CORRIERE DELLA SERA” per la Provincia di Lecce, PLAUDE AL NEO SINDACO DI NARDO’

PIPPI MELLONE, GIOVANE AVVOCATO – classe 1984 – SINDACO DI NARDO’

L’eredità, parliamo di quella ideale e non di quella soggetta all’imposta di successione, qualche volta è molto più preziosa di tanti beni materiali. E’ il caso di un Sindaco, proprio in questi tempi di grande abbandono delle “ pubbliche virtù’”, che , eletto in una lista civica, guida la Giunta Comunale di Nardò. Un primo cittadino, giovane ed attivo, che non ha abbandonato quelle linee guida che lo scomparso MSI, ha lasciato in eredità a tanti tra coloro che in quel Partito, messo ai margini, osteggiato in ogni modo, è pur stato, proprio in quel tempo di estremismo a senso unico, non un movimento di nostalgici, ma un cantiere di veraCALE  democrazia repubblicana, di onestà, di rispetto della dignità dell’uomo, di solidarietà sociale. Il Sindaco di Nardò, che giovanissimo, da quel Movimento è nato, ne rappresenta oggi tutta la sua forza ideale________________ A.P.B.

Riproduciamo qui di seguito il testo dell’articolo ripreso da “Il Corriere del Mezzogiorno” pubblicato a firma di Michele De Feudis

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«Il povero e il diseredato non hanno colore né nazionalità. L’attenzione per gli ultimi è la nostra bussola»: PIPPI MELLONE, giovane avvocato, classe 1984, neosindaco di Nardò in provincia di Lecce, non ha fatto in tempo ad indossare la fascia tricolore che si è cimentato in una battaglia per «l’umanesimo del lavoro». «L’amministrazione – spiega al Corriere – ha ottenuto che nelle campagne neretine fossero installati container con aria condizionata, dove far riposare di notte i lavoratori stranieri impegnati nel raccolto». A questo risultato si è giunti grazie alla concertazione con la Coldiretti: gli imprenditori si accolleranno tutte le spese, circa cinquanta mila euro. «Un segnale di civiltà», commenta il primo cittadino.. «Gli imprenditori del settore agricolo locale – racconta – si sono ritrovati sotto processo per schiavismo. E noi abbiamo fatto la battaglia per la costituzione del Comune come parte civile in Tribunale, mentre la precedente amministrazione di centrosinistra non scelse di difendere l’immagine della città…». Nell’operato di Mellone c’è un filo rosso, quello del socialismo antimaterialista che alimentava le elaborazioni degli eretici del Msi, fino alla destra sociale teorizzata da Giano Accame: «Ho “scavalcato” la Cgil sui migranti? Succederà spesso. C’è una certa sinistra parolaia, che si dimentica di difendere i non garantiti per schierarsi al fianco del capitale e delle banche», chiosa il sindaco, ritornato quattro volte in sette giorni nel più grande campo di braccianti, per alternarsi con la Caritas nel portare rifornimenti di acqua.

Il progetto politico per Nardò di Mellone è nato con una lista civica, “Andare oltre”, ha sbaragliato i rivali candidati con il Pd e con i fittiani, e ora punta a superare le vecchie categorie novecentesche: «Destra e sinistra non sono sufficienti a inquadrare i bisogni dei cittadini. Ho schierato candidati consiglieri di ogni orientamento politico, determinati a voltare pagina dopo il malgoverno del passato». Nel pantheon di Mellone, cresciuto nella scuola missina di Graziano De Tullie, «c’è Berto Ricci e Che Guevara, Ezra Pound e Paolo Borsellino, ma anche l’attenzione per l’ecologia con Fare Verde e l’elaborazione dei Campi Hobbit. E la passione per la musica: nella mia stanza a risuonano le note di Rino Gaetano…».

Tra le priorità, dopo il ratificato taglio del 20% dello stipendio, c’è la campagna contro i privilegi della casta e «i malvezzi partitocratici delle precedenti giunte». Si concretizza la lezione di Marco Pannella e Giorgio Almirante contro i privilegi della politica: «Ho messo in vendita l’auto blu in dotazione al sindaco. Vado alle riunioni in Regione o a Lecce con la mia auto, una Mini-Cooper. A mie spese». Poi ha rottamato la televisione nel palazzo comunale: «Il canone Rai costava tanto. Tagliato. Come gli abbonamenti ai quotidiani cartacei: li ho convertiti in più economici contratti digitali». Non ci sono più nemmeno i telefonini per gli amministratori («avevamo un sindaco che spendeva 4600 euro di bolletta l’anno per l’utenza in sua dotazione»). La lotta agli sprechi di risorse pubbliche è solo all’inizio. «Questi denari – puntualizza Mellone – li investiremo nei capitolati dei servizi sociali, per dare ristoro alle famiglie in difficoltà». Il chiodo fisso: le periferie. «Il territorio va ascoltato ogni giorno. Andando nei quartieri periferici e rendendo la casa comunale una campana di vetro. La mia segreteria – conclude Mellone – è aperta tutti i giorni».

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Alessandro P. Benini

Esperto di Finanza e di Storia dell'Economia.