Skip to main content

XIII Esposizione “Più Libri, più Liberi” – Analisi, Commenti, Considerazioni

Speciale su “Più libri Più Liberi”, XIII  Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria (ROMA, 4-8 dicembre 2012) – a cura di Riccardo ABBAMONTE

Si è tenuta a Roma, al Palazzo dei Congressi dell’Eur, dal 4 all’8  dicembre 2014, “Più libri più liberi”, XIII edizione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria. Centinaia di espositori, migliaia di titoli, centinaia di appuntamenti in fiera, centinaia di iniziative in vari luoghi della città di Roma. Autori internazionali, talenti italiani, esplorazioni tra fumetto, musica e arti visive. Più grande, ricca e indipendente che mai. Promossa dall’A.L.I. – Associazione italiana editori, la Fiera ha confermato il suo ruolo di esploratrice dell’altra editoria. “Più libri più liberi”. E’ tempo di leggere al Palazzo dei Congressi  di Roma. E’ sempre tempo di leggere un buon libro. Ma lo è ancora di più dopo che da giovedì 4 dicembre a lunedì 8 dicembre 2014 il Palazzo dei Congressi ha ospitato la tredicesima edizione di “Più libri più liberi”. Decine di autori presenti in Fiera, decine di ospiti della società civile, della politica, del giornalismo, del cinema, dello spettacolo, del teatro, dello sport.

Appuntamento consolidato nella mappa degli eventi culturali italiani – momento di riflessione sull’anno che si è appena concluso e rampa di lancio per la stagione successiva – la Fiera nazionale della piccola e media editoria quest’anno ha sfidato la crisi aggiungendo un giorno al suo programma e proponendo un cartellone ricco di conferme e novità. Come sempre sono stati centinaia gli ospiti e gli espositori, che hanno testimoniato l’intraprendenza e la vivacità di un segmento chiave dell’editoria italiana, che il presidente del Senato Pietro Grasso ha definito “simbolo di un’imprenditoria che sa difendere la propria indipendenza culturale ed economica”. Promossa e organizzata dall’Associazione Italiana Editori, la Fiera è tornata dunque a proporre una panoramica completa e variegata su tutte le realtà nazionali che si avventurano nelle rotte meno battute del mainstream e dai grandi marchi, portando alla luce nuovi talenti, futuri bestseller, stuzzicando la curiosità del lettore e alimentando la diversità culturale del paese. Con un’offerta sempre più apprezzata dal pubblico, come dimostra la regolare crescita di presenze a “Più libri più liberi”.

Nel 2014 si è rafforzata la partecipazione di ospiti internazionali: scrittori provenienti sia da paesi già conosciuti per la produzione letteraria (Francia, Spagna, Stati Uniti), che da territori ancora in buona parte inesplorati (Croazia, Uruguay). Grandi narratori (come lo svedese Bjorn Larsson, Céline Minard, vincitrice del Prix du Livre Inter, l’americano Percival Everett), fondatori di organizzazioni come Médecins sans frontières (Jean-Christophe Rufin) e testimoni di un presente tormentato (l’ucraino  Andrei Kurkov); mai come quest’anno l’elenco spaziava per estensione geografica e per trasversalità culturale ed è stato rafforzato dalla conferma della partnership con il prestigioso premio transalpino Prix Goncourt. L’espansione della presenza di autori stranieri non ha ridotto tuttavia quella dei protagonisti della narrativa e della saggistica nazionale, con ampio spazio anche ai fumetti (con Zerocalcare, Gipi, Makkox, Davide Toffolo, Paolo Bacilieri), all’illustrazione (con Roberto Innocenti) e ai libri e sport cui sono stati dedicati numerosi incontri e una speciale programmazione quotidiana in Fiera. A Roma sono stati presenti romanzieri e poeti, giornalisti e fumettisti, attori e musicisti, ma anche politici, magistrati, sindacalisti, imprenditori, a testimonianza non solo della vivacità culturale del momento storico in Italia ma anche di un approccio che – rispettando preferenze e abitudini del pubblico – si proponeva un perfetto equilibrio tra fiction e saggistica, narrazioni di fantasia e racconto della realtà. A “Più libri più liberi” gli appuntamenti erano diverse centinaia e si sono declinati nella ormai tradizionali varietà di formati: presentazioni, incontri, dialoghi, tavole rotonde, reading, approfondimenti.

Come sempre “Più libri più liberi” ha rivolto una particolare attenzione anche al mondo professionale, confermando la sua natura di laboratorio per i piccoli e medi editori, a partire dalla fotografia del mercato con i dati Nielsen e dell’Ufficio studi AIE sugli economics della piccola editoria. E-commerce, internazionalizzazione, visibilità su internet, settori emergenti e nuovi mercati per i piccoli editori: tredici appuntamenti, con esperti autorevoli come Martin Angioni, Andrea Boscaro, Luisa Finocchi, Davide Giansoldati, Mauro Zerbini rivolti al pubblico dei piccoli editori, ai professionisti del libro e agli operatori del settore. E ancora approfondimenti sulla politica del libro, con esponenti come Mario Giro, Antonio Palmieri e Flavia Piccoli Nardelli. E poi, a ricordare che la lettura è un diritto di tutti, l’appuntamento di presentazione della Fondazione LIA – Libri Italiani Accessibili ha fatto il punto sull’accessibilità dei libri, con, tra gli altri ospiti, Silvia Costa.

Più libri più liberi ha confermato e potenziato  inoltre la vocazione internazionale della piccola e media editoria. Per questo è stato presentato in Fiera, grazie alla collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, una delegazione di 25 editori stranieri, provenienti da Europa, Canada, Brasile e dagli USA, che sono stati il Paese Focus di quest’anno.

Da sempre molto stretto, il rapporto tra la Fiera e il territorio locale si è consolidato ulteriormente nel 2014 attraverso una serie di eventi – realizzati da “Più libri più liberi” con Carta Giovani e CTS grazie al contributi della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Regione Lazio – che hanno preceduto o si sono svolti in concomitanza con la Fiera. Si tratta di “Più libri più storie” (una serie di incontri che si sono svolti da venerdì 21 novembre a mercoledì 3 dicembre pensati per le scuole e per le università del territorio), di “Più libri più idee” (un progetto promosso da AIE al centro di quattro approfondimenti in altrettanti atenei romani e, per la prima volta, in due poli universitari del Lazio, con incontri e seminari dedicati al marketing editoriale, alla transmedialità e alle nuove professioni dell’editoria) e del ciclo di incontri organizzati dalla Regione Lazio e condotti dall’assessore alla Cultura e Politiche Giovanili Lidia Ravera durante la Fiera.

Il territorio urbano è stato coinvolto quest’anno in progetti innovativi come la realizzazione di un murale nella stazione della metropolitana di Rebibbia da parte del fumettista Zerocalcare (in collaborazione con ATAC) il 3 dicembre, che quello regionale, attraverso le tante iniziative organizzate nelle varie province – anche nelle settimane precedenti alla Fiera – con il sostegno della Regione Lazio. Confermato è stato anche il coinvolgimento diretto degli istituti scolastici – già elemento forte delle precedenti edizioni – attraverso una serie di percorsi dedicati agli studenti come “Più libri junior”, con il gioco letterario E pur si muove! (che è culminato nella pubblicazione di un libro presentato in Fiera il 6 dicembre) e “Più libri più grandi”, il progetto che la Fiera dedica ormai da tre anni alle scuole (realizzato in collaborazione con l’Istituzione Biblioteche di Roma).

Ad arricchire ulteriormente il programma sono state le partnership con importanti realtà editoriali e culturali italiane: quella con il Gruppo Espresso prevedeva la partecipazione e il coinvolgimento diretto di giornalisti di “Repubblica” (un incontro con Carlo Bonini e Lirio Abbate sul giornalismo d’inchiesta e uno con Jaime D’Alessandro sulle App della narrazione), “Repubblica.it” (Luca Fraioli e Angelo Melone hanno incontrato gli studenti per parlare del nuovo sito di “Repubblica” dedicato alla scuola) e “l’Espresso” (con un ciclo di incontri sull’attualità con Luigi Vicinanza, Gigi Riva, Marco Damilano, Leopoldo Fabiani, Giovanni Tizian). La RAI – Radio Televisione Italiana per la prima volta è stata partner di contenuto e presente in Fiera con la postazione Teche teche tew, dove è stato possibile vedere il filmato “Scrittori in Tv”, parte del prezioso patrimonio culturale contenuto nei suoi archivi.

L’EDITORIA INDIPENDENTE PROPULSORE PER PARTIRE ALLA RISCOSSA

I piccoli editori guidano la lotta alla resistenza contro la crisi: i libri sono un bene rifugio e un veicolo di libertà. Se si legge di più si è più liberi, e viceversa; se si riesce a favorire la circolazione non solo dei grandi marchi ma anche dei piccoli editori, si incrementa la domanda di libertà e insieme se ne favorisce lo sviluppo. Così Giampaolo D’Andrea, capogabinetto del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, ha spiegato il significato della Fiera “Più libri più liberi”: “Vi porto il saluto e la gratitudine del ministro Dario Franceschini per un’iniziativa che consideriamo strategica per lo sviluppo culturale del paese”. Sviluppo che vede nell’editoria indipendente un motore propulsivo fondamentale. “I piccoli editori rappresentano il 30% del mercato e dobbiamo a loro l’infinita varietà di idee, proposte e cataloghi che troviamo nelle librerie che ancora svolgono un ruolo di promozione culturale” ha ricordato Romano Montroni, presidente del Centro per il libro e la lettura. “Sono un po’ come cani da tartufo: seguendo un’intuizione, vanno a scovare libri sui quali i grandi gruppi editoriali non scommetterebbero” ha continuato, “e credo sia un atto di coraggio da difendere e valorizzare. Come Centro per il libro e la lettura continueremo a sostenere “Più libri più liberi” in ogni modo, perché la passione e l’entusiasmo che anima questi editori sono gli stessi nostri”.

Si è aperta così la XIII edizione di “Più libri più liberi”, all’insegna di un senso profondo di gratitudine e speranza per la ripresa. “Fa un certo effetto pensare che sono già passati 13 anni e che, nonostante i colpi della crisi e il mutamento delle strutture commerciali, i piccoli editori continuano a proporre con entusiasmo novità, ricerche, iniziative” ha sottolineato in apertura Enrico Iacometti, presidente del Comitato promotore di “Più libri più liberi”. Uno sforzo elevatissimo che spiega anche perché questa Fiera, organizzata e gestita direttamente dagli stesi editori, “riesce a ottenere anno dopo anno un successo crescente nonostante un budget limitato”. Ed è il motivo per cui ha ancora tante potenzialità da realizzare nella speranza di poter contare su nuove risorse.

E’ il medesimo auspicio di Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori: “Ritengo che questo tipo di manifestazione dovrebbe durare all’infinito, se soltanto si potesse”. E spiega: “Ogni volta che vengo a Roma mi stupisco dell’affetto che la gente riserva ai libri. Mi trovo continuamente a dover commentare numeri con segno meno davanti ma poi qui vedo la coda alle biglietterie, gli stand e le sale gremite. E allora mi domando se questa fantomatica crisi del libro sia vera o non sia, invece, una sorta di distrazione, di disaffezione e mancanza di interesse costruito”. Attività di edificazione culturale che vede gli editori indipendenti in prima linea:”Qui a ‘Più libri più liberi’ c’è quel 30% del mercato che citava Montroni e fra loro i più creativi: qui trovate quella parte dell’editoria davvero all’avanguardia, l’unica che tiene in vita il mercato”.

Una lotta di resistenza che vede tutti compatti, affinché il libro possa crescere e svilupparsi: ne è convinta Lidia Ravera, assessore alla Cultura e politiche giovanili della Regione Lazio, che ricorda come i libri siano un bene rifugio di cui non si può fare a meno. “Abbiamo bisogno di libri, di pluralismo, di leggere i libri che non sono sostenuti dalle major o dal grande mercato editoriale. E’ inutile nasconderci che siamo sconcertati, offesi, tristi, spesso delusi e disillusi e un libro è il nostro personale spazio di resistenza a tutto quello che non ci piace”.

Lo sa bene Giovanna Marinelli, assessore alla Cultura, creatività e promozione artistica di Roma Capitale, che da 13 ani segue la Fiera e ringrazia anzitutto la rete delle Biblioteche, autentici avamposti di cultura e speranza. “La cultura è un’arma importantissima per superare un periodo così complesso e difficile come quello che viviamo: trovo bellissimo il vociare dei ragazzi qui dietro e sono grata a ‘Più libri più liberi’ per il loro contributo alla riqualificazione delle periferie”. Il riferimento è alla collaborazione offerta dai piccoli editori e in particolare dal fumettista Zerocalcare che da poco ha completato un gigantesco murale alla stazione metro di Rebibbia, suo quartiere: “Senza ‘Più libri più liberi’ non saremmo riusciti a portare a termine questo progetto”, sottolinea l’assessore.

Ma l’impegno dell’editoria indipendente va oltre la Fiera: come ricordano Marco Polillo, presidente AIE e Giampiero D’Andrea, capogabinetto del MiBACT, un’altra grande battaglia per risolvere le sorti della cultura è quella per l’equiparazione dell’IVA fra libri cartacei e digitali. “Siamo molto soddisfatti come editori dell’attività di Dario Franceschini”, sostiene Marco Polillo, “c’è un’assoluta sintonia di vedute e risultati già si vedono. Il fatto che i ministri dei Beni culturali europei abbiano accettato l’idea che un libro è unico, cartaceo o digitale, è fondamentale: l’Europa è sempre stata un grande ostacolo all’equiparazione dell’IVA fra i due formati e anche se siamo solo all’inizio questo cambio di tendenza partito dall’Italia può essere quello scatto iniziale necessario per invertire la tendenza, allargare la platea dei lettori e partire alla riscossa”.

Con questa dichiarazione di guerra alla crisi e una vibrante iniezione di entusiasmo è partita “Più libri più liberi”. ”Qui più che altrove si respira passione: è quella per cui vivono i piccoli editori, spesso la loro unica ricompensa. Ma alla fine la verità è che dei libri non abbiamo solo bisogno: i libri li desideriamo” conclude Lidia Ravera, nella sua doppia anima di scrittrice e assessore.

CRESCE LA CAPACITA’ DELLA PICCOLA EITORIA A VENDERE TITOLI ALL’ESTERO

E’ stato nel 2013 uno dei pochi segni + dell’editoria italiana: export e vendita di diritti di edizione di libri italiani all’estero sono cresciuti del +7,3% rispetto al 2012 (dopo un 2011 poco positivo). La capacità e la possibilità di vendere diritti di edizione a editorie straniere, risulta però diversa da genere a genere (si pensi solo all’editoria per ragazzi: +2,3% nel 2013), da paese a paese, anche in rapporto alle dimensioni dell’impresa. Cresce di molto la capacità della piccola editoria a vendere titoli all’estero: +96,2% tra 2011 e 2014, anche se i numeri assoluti sono ancora piccoli.

Per questo “Più libri più liberi”, la Fiera nazionale della piccola e media editoria, ha dedicato tre incontri professionali al tema: il primo, “Le opportunità per l’editoria italiana nel mercato USA” (in collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), venerdì 5 dicembre alle 13 nella Sala Smeraldo del Palacongressi, è stato occasione per presentare l’Italian Publishing Research Project, una ricerca che esamina la vendita dei diritti di opere italiane nel mercato USA e il posizionamento della letteratura italiana rispetto a quella di Francia, Spagna e Germania, nostri diretti concorrenti. Hanno partecipato Chad Post (Open Letter Books e University of Rochester) e Matteo Picariello (ICE Agenzia di Chicago). Il secondo incontro si è svolto sabato 6 dicembre alle 12 in Sala Smeraldo ed è stato dedicato a fornire gli elementi operativi per l’internazionalizzazione del business editoriale (in collaborazione con ICE), condotto da Paola Pecchioli (Right manager de Il Mulino) e Ines Aronadio (ICE) per favorire da un lato allargamento del dialogo anche al di fuori dei paesi europei e verso i mercati emergenti, dall’altro valorizzare le eccellenze di molti settori della piccola editoria (ragazzi, enogastronomia, graphic novel, ecc.).

Sempre il 6 dicembre alle 14 BooksinItaly si è presentato ai piccoli editori. Il portale, realizzato da Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, promosso da Ministero degli Affari esteri, Ministeri dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Centro per il libro e la lettura, in collaborazione con AIE, con il patrocinio di Expo 2015, e con il sostegno di Regione Lombardia, Comune di Milano e Fondazione Cariplo, si rivolge agli editori, sia italiani sia stranieri, agli agenti letterari, ai traduttori, agli italianisti, agli Istituti italiani di cultura e agli italiani all’estero. E’ stato pensato per favorire la presentazione dei titoli degli editori italiani, e in particolar modo a quelli più piccoli, agli operatori di settore stranieri, ed è uno strumento particolarmente adatto a quei piccoli editori che non hanno una struttura specificamente dotata e che dispongono di un numero limitato di titoli da proporre alle case editrici straniere. Sono intervenuti Luisa Finocchi (fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori), Mario Giro (sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari esteri) e Alfieri Lorenzon (direttore AIE).

E’ SEGNO MENO PER I PICCOLI EDITORI, IN LINEA CON IL TREND GENERALE DEL MERCATO. IN CONTROTENDENZA INVECE IL CAMPIONE DEGLI ESPOSITORI DI “PIU’ LIBRI PIU’ LIBERI”

E’ segno meno per i piccoli editori nei primi dieci mesi del 2014, con performance sostanzialmente in linea con il resto del mercato. E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Nielsen e presentata a “Più libri più liberi”, che per la prima volta allarga la tradizionale indagine condotta sulle piccole case editrici presenti alla manifestazione romana a tutti i 5663 marchi di editori che hanno un venduto nei canali trade libri per un valore non superiore a 10 milioni di euro. I piccoli editori registrano un calo a copie vendute del -3,4% (al netto della Grande distribuzione organizzata) mentre per il resto del mercato è del -3,2%. Va meglio il valore del venduto anche per le diverse politiche di prezzo adottate: -2,5% per i piccoli, -3,0% per gli altri (sempre al netto Gdo).

Questo andamento di tutti i piccoli, se ricondotto solo agli editori presenti a “Più libri più liberi”, cambia, e molto, registrando un +1,1% nelle vendite di copie (sempre esclusa la Gdo) e un +2,2% del fatturato. In altre parole, esiste una punta di diamante, in buona parte presente tra gli espositori di “Più libri più liberi”, in grado non solo di registrare un segno più ma di smorzare il segno meno del mercato nel suo complesso. Il trend complessivo del mercato? In miglioramento. Ma il segno è ancora negativo: se si considerano tutti i canali (Grande distribuzione compresa), a fine ottobre si registra complessivamente un -4,6% di fatturato (circa 43 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2013 nei canali trade e sempre esclusi gli ebook): è ancora un segno meno, certo, ma grazie alla timida ripresa estiva, in leggero recupero rispetto al -5,3% dei primi tre mesi dell’anno. Le copie di libri di carta venduti nei primi dieci mesi del 2014 segnano invece un -7,1% (pari a circa 5,5 milioni di copie vendute in meno rispetto allo stesso periodo del 2013).

Riguardo al mercato per genere, cresce ulteriormente il peso dei libri per bambini e ragazzi, al punto che le copie vendute raggiungono il 20,5% del totale e si avvicinano sempre di più al segmento della fiction straniera (che è il genere più venduto, pesa il 26,1%). Solo al terzo posto si trova, a copie, la fiction italiana (15,3%). In termini di fatturato il segmento bambini, in crescita, detiene, comunque, il terzo posto (dopo la fiction straniera e la non fiction specialistica, cioè i libri di filosofia, critica letteraria, ecc.). Venendo ai generi nel mercato dei piccoli editori, per i piccoli editori circa un quarto delle copie vendute riguarda la non fiction pratica (cioè libri di manualistica, cucina, salute, tempo libero e lyfestyle, guide). Seguono i libri per bambini (con il 18,3%) e quindi la non fiction specialistica (17,9%). Rispetto allo scorso anno cresce la fiction italiana dello 0,6%, diminuisce di quasi il 10% la fiction straniera.

“Sia il Rapporto AIE sulla piccola e media editoria che l’indagine Nielsen confermano – ha commentato il presidente dell’Associazione Italiana Editori Marco Polillo – che, al di là dei segni meno generalizzati, esiste circa un 10% di piccoli e medi editori che non solo crescono ma crescono tanto da smorzare i segni meno complessivi. Quel 10% di editori, con i suoi vari marchi, sta qui a “Più libri più liberi” e questo ci rende orgogliosi. Noi siamo qui per aiutarli a far fare loro il salto, questo è il compito e obiettivo di questa Fiera: non solo una vetrina, ma un laboratorio, un’occasione di formazione e di network. Secondo noi si vince anche così”.

A “PIU’ LIBRI PIU’ LIBERI” LA CULTURA RISPONDE AL MALAFFARE. INCONTRI E DIBATTITI PER CAPIRE LE ORIGINI DEI FENOMNI MAFIOSI CHE DA TROPPO TEMPO MINANO LA CREDIBILITA’ DEL NOSTRO PAESE

A “Più libri più liberi” si cerca una risposta culturale e un propulsore di riscatto dopo l’inchiesta “Mafia Capitale”, che ha scoperchiato il più classico dei vasi di Pandora portando alla luce inquietanti intrecci fra politica e corruzione, che non solo gettano discredito sulla classe politica ma minano nel profondo lo spirito stesso del ruolo e della missione della politica. In Fiera si è parlato di mafie e di malaffare, all’interno di un filone di educazione alla legalità con incontri che hanno cercato di andare alle radici di questa malattia per restituire alla città di Roma e a tutto il paese, qui rappresentato da centinaia di editori indipendenti e migliaia di lettori, addetti professionali, curiosi, un senso di fiducia da tempo perduto.

Questo filo rosso è iniziato venerdì 5 dicembre con “BIL, una biblioteca della legalità: pagine e parole per crescere liberi” (a cura di Ibby Italia e Sinnos Editrice, in collaborazione con “Più libri più liberi”). Tanti bambini e ragazzi fra il pubblico, ai quali il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha spiegato perché i libri e la lettura sono strumenti imprescindibili per costruire il nostro futuro. “Come diceva Bufalino – ha raccontato il ministro – per combattere la mafia serve un esercito di maestri elementari”, perché una società consapevole e colta “è in grado di individuare le prassi che portano a questo tipo di fenomeno”. E sottolinea: i libri servono a “costruirsi una propria capacità critica e non essere un oggetto di chi costruisce il consenso”.

Sabato 6 dicembre “Più libri più liberi” ha continuato a esplorare questa sorta di palude fertile per illegalità e criminalità in cui affonda la gestione della cosa pubblica. Si è cominciato la mattina con il ciclo di appuntamenti “Incontri con l’Espresso” (ore 11.30, Sala Diamante), che ha visto Giovanni Tizian, criminologo e giornalista de “l’Espresso” dialogare con Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia: “Da Roma a Milano la mafia che non si vede”. In piena luce, invece, è “Il sacco di Roma”, protagonista delle prime pagine dei giornali in questi giorni. Se ne è discusso sabato pomeriggio (ore 16, Sala Diamante) con Lirio Abbate nell’ambito degli “Incontri con la Repubblica”: “Capitale corrotta. Nazione infetta. Nuovo volto nero di Roma 60 anni dopo”, un appuntamento a cura di Carlo Bonini di “Repubblica” che ha permesso di ricostruire la genesi del circuito di illegalità che solo ora viene alla luce ma ha radici antiche.

L’incontro fra Rosy Bindi, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e il giornalista dell’ “Espresso” Giovanni Tizian è stato all’insegna di una vibrante indignazione e di un sincero impegno civile per la lotta alla criminalità organizzata. “Da Roma a Milano la mafia che non si vede”, il titolo di un dibattito che si è trovato fin troppo sul pezzo, come ha commentato con rammarico Rosy Bindi: “Credo sia una vicenda terribile, per tutti noi, soprattutto perché ancora una volta sono coinvolte le istituzioni, la politica, e assistiamo all’ennesima conferma del fatto che le mafie sanno usare benissimo le fragilità della nostra società”. E quando le si chiede cosa pensa dell’ipotesi di scioglimento del Comune di Roma per mafia risponde: “Lo scioglimento di un Comune è sempre grave e inviterei a non avere un atteggiamento sbrigativo verso un atto così impegnativo. Tuttavia ritengo ci siano le condizioni per verificare se sia il caso di iniziare il procedimento”. E annuncia: “La Commissione aprirà un focus su Roma: era previsto già da tempo e il nostro ascolto del procuratore Giuseppe Pignatone era funzionale a farlo partire, ma naturalmente vista l’urgenza e la gravità della situazione sarà la nostra priorità. Chiameremo il Prefetto e anche tutti i presidenti di partito”, sottolinea, per coinvolgerli in un’analisi dettagliata dei loro dirigenti e organi amministrativi.

E su “Mafia Capitale” prosegue: “Bisognerà formare una commissione di accesso, che di per sé è già grave, ma credo che lo stesso sindaco dovrebbe chiedere di essere affiancato. Non solo da Cantone, come ha già domandato, ma da una commissione ampia che lo aiuti a scovare gli invisibili”. Perché Roma è una città enorme, un’amministrazione articolata in tanti municipi, alcuni dei quali in zone particolarmente complesse, con numerose municipalizzate, partecipate, una miriade di società: “non è un lavoro che si può fare in poco tempo e con gli strumenti che già abbiamo, dobbiamo inventarne di altri”. E auspica una fase istruttoria, il cui esito “potrebbe tranquillizzare alla luce del lavoro di pulizia fatto dal sindaco insieme alla magistratura, oppure far emergere penetrazioni profonde in altri settori finora non individuati, rendendo necessario lo scioglimento del Comune”.

Ma l’impegno non finisce qui. Rosy Bindi sottolinea l’urgenza di estendere l’inchiesta e occuparsi del rapporto tra mafia e politica, di come è cambiato ma non scomparso negli anni. Perché se un tempo la mafia aveva rapporti solo con i parlamentari, “oggi spadroneggia nelle sedi locali, dove si decidono gli appalti, la gestione dei rifiuti, i provvedimenti sugli immigrati: è lì che la mafia fa soldi”. E commenta: “La cosa che personalmente mi fa più rabbia è sentire con che cinismo si facevano affari sugli immigrati, sui richiedenti asilo, sulle periferie: sfruttando i più deboli”.

Il dibattito continua con Giovanni Tizian che incalza il presidente Bindi sui risvolti drammatici e insieme odiosi della vicenda romana, che non è certo l’unico caso di infiltrazione mafiosa in contesti politici. “Il mafioso non è più solo quello con la coppola e la lupara in spalla”, ricorda Tizian, “ormai fa parte di una rete di insospettabili, persone che incontriamo sul lavoro o nel quotidiano senza renderci conto di chi effettivamente siano”. E quando ricorda la recente dichiarazione del prefetto Pecoraro, secondo il quale “a Roma ci sono solo bande, non è una città di mafia”, Rosy Bindi subito replica. “Consiglio di leggere l’ordinanza di Pignatone: Roma da tempo è sotto gli occhi della mafia, come emerge dalle tante confische e interdizioni, e anzi qui c’è un po’ di tutto: ‘Ndrangheta, Camorra, Cosa Nostra, Banda della Magliana, delinquenza comune”. Con una differenza fondamentale: “Il modello di mafia a Roma non è una clonazione di altri: è originario e originale, non è una mafia a Roma, è una mafia di Roma”. Fatta di atteggiamenti violenti e soprattutto capacità di far soldi sul pubblico, sfruttando le fragilità strutturali e sociali e intrecciando rapporti con la politica. “L’ordinanza di Pipitone, che applica il 416 bis, sarà molto utile anche in altre situazioni in Italia dove ancora si fatica a riconoscere la presenza mafiosa, proprio perché in questa zona grigia ognuno collabora, o non ostacola, perché tutti hanno interessi e convenienza: serve presentarsi con la pistola? No, basta presentarsi con qualche favore”.

Il dibattito si chiude con un avvertimento riguardo i pericoli del populismo, imperante in tutta Europa e in Italia, con vari stili, colori e accenti: “Se non ci riappropriamo tutti della politica, il populismo può fare da anticamera all’espansione dei poteri mafiosi perché quando si fiaccano le strutture della società e si rinuncia all’esercizio responsabile della cittadinanza, la mafia trova terreno fertile”: E conclude: “I fatti di Roma devono farci capire quanto sia urgente combattere la mafia invece di girarsi dall’altra parte, pensando che sia una cosa che riguarda altri, che non esiste. La rimozione sociale che è stata fatta in questo senso deve portare a un senso di responsabilità maggiore ciascuno di noi. Soprattutto dove la mafia usa, insieme, paura e convenienza”. E’ una guerra che il nostro paese può e deve vincere: “Conosciamo la determinazione del presidente del Consiglio: se userà nella lotta alle mafie le stesse energie e la stessa convinzione che abbiamo visto con il Job Act, abbiamo una speranza concreta di farcela”.

ng6ddh