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La decadente bellezza: un cattivo uso degli edifici storici

Piazza Verdi, tra il quartiere Parioli e Pinciano, un maestoso palazzo in stile liberty, quello che ha ospitato per più di 50 anni la sede della Zecca è oggi uno dei tanti luoghi abbandonati. La costruzione dell’edificio, che avrebbe dovuto ospitare la Corte de Conti, è iniziata nel 1914 ma i lavori vennero interrotti due anni dopo e ripresero nel dopoguerra con l’obiettivo di farne la sede degli Uffici Postali. Nel 1925, con un nuovo progetto di adattamento, si decise di trasformare l’immobile a sede della Regia Officina Carta Valori, poi chiamato Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Qualche anno fa, Fingen tramite una Joint Venture con Fintecna, PirelliRE e Maire Investimenti, ha acquisito l’intero immobile studiando un progetto e cambiandone la destinazione d’uso: da uffici e stamperie a residence di lusso con appartamenti ed un hotel a 5 stelle. Il progetto ovviamente è ancora in cantiere ma si è ben pensato di usare il “palazzone”, ormai abbandonato, a mo’ di discoteca o meglio di temporary club per circa una settimana; dal 3 all’11 luglio c’è stato un susseguirsi di eventi serali, il K party, una selezione di dj internazionali, una rassegna cinematografica, una mostra d’arte, una serata dedicata allo spazio, il party di AltaRoma…

Gli infiniti corridoi, i soffitti altissimi, i saloni immensi e tutto il primo piano sono diventati, o almeno hanno provato ad essere, un santuario per la cultura così come definito dagli organizzatori. L’edificio, si grande, è stato sovraffollato e non adatto ad accogliere tutta la movida romana che ci si è riversata dentro. Nelle due sale più grandi, quelle con i dj, l’aria era irrespirabile a causa degli effetti “fumogeni” e del caldo in quanto l’impianto di aerazione era mal funzionante, anzi non c’era proprio, al suo posto erano stati messi un po’ ovunque  dei condizionatori da terra e dei ventilatori. Per terra, invece, il pavimento scrostato (l’edifico è in disuso da diversi anni ormai) e una moltitudine di cavi a vista, che correvano lungo tutte le stanze, rendevano abbastanza difficile lo spostarsi dovendo far particolare attenzione a dove mettere i piedi. Strano che non ci siano stati dovuti controlli e che abbiamo concesso così alla leggera uno spazio, si bello, ma inadatto e soprattutto poco sicuro ad ospitare un evento senza una dovuta “resa a norma”.