“Provi a connettere i due neuroni che ha e a farli funzionare”
Il sindaco arriva, sorride, si fa vedere e in questa Roma derelitta si presenta sempre con la stessa faccia.
Cronache di un marziano a San Lorenzo, tra i vicoli di quel quartiere dove il 19 luglio del ’43 caddero le bombe, le strade dove Pio XII arrivò vestito di bianco alzando le braccia al cielo e quasi pianse.
Che ci fa un sindaco marziano tra quelle case 72 anni dopo? Insulta.
Ignazio Marino arriva, sorride, si fa vedere e in questa Roma derelitta si presenta sempre con la stessa faccia. C’è una signora romana che da tempo ha rabbia e stanchezza nello stomaco. Quando vede il primo cittadino pensa che sia arrivato il momento di dirgliene quattro. Si avvicina e si avvale del diritto degli elettori di lamentarsi. «La città è sporca ed è una buffonata che lei venga qui stamattina solo dopo che hanno spazzato le strade. Sapevano del suo arrivo e hanno pulito. Venga domani. Questa città fa schifo». Ci sta. Non è bello che puliscano le strade solo quando arriva il sindaco. Sa di presa per i fondelli.
La risposta del marziano è da marziano, neppure beneducato. «Se ne vada. E provi a connettere i due neuroni che ha e a farli funzionare». Il teorema di Marino è questo: chi lo contesta è per definizione un cretino. È il difetto più grande di Ignazio. È la protervia. È quel stare al Campidoglio con quell’aria da «vi sto facendo un favore».
Marino è convinto che lui sia una benedizione per Roma. È l’unico a pensarlo. Marino il grande chirurgo. Marino illuminato. Marino che si illumina solo quando di lui parla qualche giornale straniero, non importa quale non importa come. Marino il cervello in fuga, che si è degnato di ritornare. Questo è il marziano. Quello che il marziano non vede è tutto ciò che sta al di là del suo ombelico. Fuori c’è Roma e (nonostante sia Roma) fa schifo.
articolo di Vittorio Macioce via Il Giornale, 20/07/2015