Spaccato inedito per le nozze gay in USA
I dati, gli ultimi disponibili di questo tipo, si riferiscono all’anno 2013 e ad andarli a scovare è stata la trasmissione web Truenumbers.tv che ha appena fatto il suo debutto in rete.
Si tratta infatti di una delle poche statistiche ufficiali in cui vengono accesi i riflettori su chi siano le persone omosessuali (sia uomini che donne) che hanno deciso di convolare a nozze. Al netto delle differenze tra la società degli Usa e quella italiana, può quindi apparire interessante dare un’occhiata a tali cifre, considerando che nel nostro paese il dibattito politico attorno al ddl Cirinnà è infiammato da mesi, con notevoli distinguo all’interno della maggioranza di governo, nonostante il premier Renzi e la ministra Boschi abbiano annunciato più volte ai quattro venti di voler portare a casa il provvedimento sulle unioni civili entro la fine dell’anno.
Osservando nel dettaglio i numeri, ecco cosa viene a galla: innanzitutto, l’età media delle persone gay sposate è piuttosto alta, pari a 53,92 anni, che salgono invece a 54,65 se si guarda ai soli uomini. Basti pensare che a contrarre nozze gay negli Usa sono nel 25,06% dei casi persone tra i 45 e i 54 anni, nel 20,26% tra i 55 e i 64 e nel 25,72% gli over 65 (che in Italia vengono classificati come anziani). Ancora più netto risulta il dato sulla razza (le statistiche ufficiali utilizzano proprio questo termine): la stragrande maggioranza dei matrimoni omosessuali, ossia l’82,98%, avviene tra persone bianche. In caso di uomini si sale all’84,18%. Al secondo posto ci sono i neri o afroamericani, fermi al 7,54%, seguiti col 3,70% dagli asiatici. La percentuale di coppie gay sposate di razze diverse è invece del 9,93%.
Ci sono altre statistiche particolarmente indicative rispetto allo stato sociale delle persone omosessuali che negli Stati Uniti hanno deciso di sposarsi. La prima di queste riguarda il grado di istruzione: nel 48,40% dei casi almeno uno dei membri della coppia è laureato, cifra che aumenta fino al 45,20% se si parla di coppie maschili, mentre invece scende al 42,40% in caso di femminili. In quasi un terzo delle coppie, invece (31,94%), entrambi i partner hanno in tasca un titolo di studio universitario.
Un altro dato interessante rispetto all’identità dei gay sposati è quello secondo il quale nel 65,35% dei casi almeno un membro della coppia ha un lavoro; cifra che si riduce al 49,18% quando si parla di entrambi i coniugi con una stabile occupazione. Chiudono il cerchio la proprietà dell’abitazione e il reddito: il 76,81% delle famiglie gay possiede la propria casa (si sfiora l’80% se si guarda ai soli uomini), mentre il reddito medio di una famiglia maschile è di oltre 130 mila dollari, pari a 116 mila euro (circa 115 mila dollari quello degli sposi omosessuali, sia maschi che femmine). Sempre guardando al lato economico, il 41,05% delle coppie guadagna infatti più di 100 mila dollari (89 mila euro) all’anno (47,11% sul fronte maschile), il 32,49% tra i 50 mila e i 100 mila e solo il 26,46% meno di 50 mila dollari.
articolo di Giovanni Bucchi via ItaliaOggi