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Spaccato inedito per le nozze gay in USA

Nozze gay roba da bianchi. Sono l’83% delle coppie sposate, inter-etniche al 10%
Sono per lo più bianchi, in età matura, hanno un buon grado di istruzione e guadagnano bene. È uno spaccato piuttosto inedito, quello fornito dall’Ufficio statistico federale statunitense, che ha analizzato le caratteristiche delle persone omosessuali che si sono sposate in uno dei 37 Stati in cui tale pratica è permessa (dopo la recente sentenza della Corte suprema, il matrimonio gay è invece diventato legale in tutti gli Usa). 

I dati, gli ultimi disponibili di questo tipo, si riferiscono all’anno 2013 e ad andarli a scovare è stata la trasmissione web Truenumbers.tv che ha appena fatto il suo debutto in rete.

Si tratta infatti di una delle poche statistiche ufficiali in cui vengono accesi i riflettori su chi siano le persone omosessuali (sia uomini che donne) che hanno deciso di convolare a nozze. Al netto delle differenze tra la società degli Usa e quella italiana, può quindi apparire interessante dare un’occhiata a tali cifre, considerando che nel nostro paese il dibattito politico attorno al ddl Cirinnà è infiammato da mesi, con notevoli distinguo all’interno della maggioranza di governo, nonostante il premier Renzi e la ministra Boschi abbiano annunciato più volte ai quattro venti di voler portare a casa il provvedimento sulle unioni civili entro la fine dell’anno.

Osservando nel dettaglio i numeri, ecco cosa viene a galla: innanzitutto, l’età media delle persone gay sposate è piuttosto alta, pari a 53,92 anni, che salgono invece a 54,65 se si guarda ai soli uomini. Basti pensare che a contrarre nozze gay negli Usa sono nel 25,06% dei casi persone tra i 45 e i 54 anni, nel 20,26% tra i 55 e i 64 e nel 25,72% gli over 65 (che in Italia vengono classificati come anziani). Ancora più netto risulta il dato sulla razza (le statistiche ufficiali utilizzano proprio questo termine): la stragrande maggioranza dei matrimoni omosessuali, ossia l’82,98%, avviene tra persone bianche. In caso di uomini si sale all’84,18%. Al secondo posto ci sono i neri o afroamericani, fermi al 7,54%, seguiti col 3,70% dagli asiatici. La percentuale di coppie gay sposate di razze diverse è invece del 9,93%.

Ci sono altre statistiche particolarmente indicative rispetto allo stato sociale delle persone omosessuali che negli Stati Uniti hanno deciso di sposarsi. La prima di queste riguarda il grado di istruzione: nel 48,40% dei casi almeno uno dei membri della coppia è laureato, cifra che aumenta fino al 45,20% se si parla di coppie maschili, mentre invece scende al 42,40% in caso di femminili. In quasi un terzo delle coppie, invece (31,94%), entrambi i partner hanno in tasca un titolo di studio universitario.

Un altro dato interessante rispetto all’identità dei gay sposati è quello secondo il quale nel 65,35% dei casi almeno un membro della coppia ha un lavoro; cifra che si riduce al 49,18% quando si parla di entrambi i coniugi con una stabile occupazione. Chiudono il cerchio la proprietà dell’abitazione e il reddito: il 76,81% delle famiglie gay possiede la propria casa (si sfiora l’80% se si guarda ai soli uomini), mentre il reddito medio di una famiglia maschile è di oltre 130 mila dollari, pari a 116 mila euro (circa 115 mila dollari quello degli sposi omosessuali, sia maschi che femmine). Sempre guardando al lato economico, il 41,05% delle coppie guadagna infatti più di 100 mila dollari (89 mila euro) all’anno (47,11% sul fronte maschile), il 32,49% tra i 50 mila e i 100 mila e solo il 26,46% meno di 50 mila dollari.

articolo di Giovanni Bucchi  via ItaliaOggi