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Il Messaggero: un’intervista di “cortesia” al Sindaco di Roma

Nell’ INTERVISTA al SINDACO IGNAZIO MARINO ….. Tentativi di salvataggio da un naufragio istituzionale

FABIO ROSSI ha intervistato per la testata “IL MESSAGGERO” martedì 22 settembre  il Primo Cittadino di una Capitale martoriata da governi inappropriati. L’intervista è blanda ed affronta i guasti attribuiti all’attuale amministrazione con mano leggera, limitandosi a due argomenti ormai dibattuti, quali i viaggi del Primo Cittadino e la questione annosa sulle condizioni riprovevoli della Capitale. Si fa notare (con tanto di cappello per l’eleganza con cui Fabio Rossi si limita  – non ad intervistare – ma semplicemente a ridursi a portavoce) che l’augusto Primo Cittadino risponde sempre – come usa fin dalla data della sua elezione – con il “tempo futuro” su problemi urgenti che costituiscono una piaga vergognosa per la Capitale di una nazione europea.

Marino sostanzialmente non risponde, limitandosi s dire: abbiamo messo a punto “questo” (… che so, il fatto della mobilità) o “quello” (… vale a dire il degrado grave e generalizzato dell’infelice capitale); no, le sue espressioni auspicano il sorgere di un ipotetico ed irrealistico sole dell’avvenire: faremo, disporremo, sarà….. Sì, ma quando?

Ormai è un bel poco che il “Medico” siede sul trono del Campidoglio, perlomeno in spiritu, perché tra inadempienze e viaggi è l’immagine giusta del Fantasma Formaggino …. Quindi a quando la sistemazione delle insidiose e pericolose buche, la regolarizzazione del trasporto pubblico, il rispetto della pulizia in ogni quartiere, la fine di comparsate alle feste bifolche o i grandi pranzi offerti agli odorosi nomadi in Campidoglio, dopo la loro improba fatica di “scavalchi” e di scippi?

Perché non chiedere al primo ligure cittadino di Roma una verifica realistica di provvedimenti portati a buon fine, senza periodi ipotetici che sono tipici dell’irrealtà o di quella becera politica postberlingueriana delle promesse scintillanti e della nullità delle azioni eseguite?  Non mi sembra che per questo si debbano andare a scovare simpatizzanti al di là dell’Oceano, né che i fondi per mettere a punto l’archeologia di Roma siano più necessari di un vero restyling di una città che è il sogno del mondo, in cima alla lista dei visitatori stranieri (e non) che trovano letamai indecorosi e ogni sorta di zingari e scippatori che attentano al loro portafogli. E non sembra un vero sindaco quello che non fa niente per rendere questa bella città migliore e più efficiente,  che si affida agli slogan, agli attacchi ormai logorati dall’uso alla destra politica per stupire e solleticare i compagni.

Bisognerebbe chiedergli semplicemente di esporre in modo chiaro e dettagliato cosa pensa di fare per i vari settori dell’amministrazione cittadina, riportandolo alla responsabilità di una risposta diretta e senza i giochi a nascondino dietro questo o quell’ assessore, come se egli non sapesse nulla di ciò che si fa. In altre parole, come pensa di riorganizzare i servizi perché lavorino davvero, che programmi vuole eseguiti per la cultura, per l’accoglienza, per la salvaguardia dell’arte e dei giardini, per prevenire le rovine e i disastri ad ogni acquazzone.

La città ne ha abbastanza di chiacchieroni, vuole un vero Sindaco.

                                                                      MARILU’  GIANNONE           

NOTE a MARGINE > natan Sia Ignazio Marino, sia Gianni Alemanno sono ben riusciti a farci rimpiangere, come Sindaci, i loro precedessori Walter Veltroni e Francesco Rutelli !  Esiste comunque un elemento di comune continuità condivisa da tutti codesti quattro ultimi Sindaci di Roma …. il ruolo di accompagnatori delle scolaresche romane nei viaggi di pellegrinaggio ad Auschwitz e dintorni, ma mai nei pressi delle Foibe, ove si svolse altro martirio, volutamente obliato, per i nostri Fratelli Italiani.  Veltroni ha portato gli studenti di Roma anche in Africa in villaggi e località a lui care ma, durante il percorso, non ha mai pensato di far deporre da quei ragazzi un fiore sulle croci di El Alamein.  Sorprendentemente, ma obiettivamente, bisogna riconoscere che il “miglior Sindaco di Roma” sia stato (nel periodo dal 1907 al 1913) il Prof. ERNESTO NATHAN, Ebreo, Inglese e Massone ! E mi piace anche ricordare che il Prof. Nathan svolse attività di Docente in Etica Professionale dal 1906 al 1908 presso l’Istituto Tecnico Commerciale  “Luigi di Savoia – Duca degli Abruzzi”, uno dei più prestigiosi Istituti di Ragioneria in Roma,  fondato nel 1902 e pari – in fama e merito – al “Leonardo da Vinci”.  E, con il dispiacere personale proprio di un ex allievo del “Duca”, vedo ora questo Istituto – uno dei numerosi “luoghi simbolo” di Roma – dover ammainare le propria insegne, cedere la proprie aule a “filiali” di altre strutture scolastiche, incamminarsi verso un percorso di oblio – senza ritorno – per la insensibilità e l’ inkultura delle Istituzioni amministrative/ ministeriali /politiche di questa “Capitale martoriata da Governi inappropriati” – così come ottimamente definita da Marilù Giannone. ___________(Giuliano Marchetti)