Un uomo responsabile
L’Editore Rubettino ha pubblicato giorni fa un volume di JEAN-PIER DELAUME MYARD, dal titolo “NON IN MIO NOME”. L’autore è un esponente del mondo della cultura francese, narratore, sceneggiatore, portavoce nazionale della “ Manif pour tous” , dunque un soggetto sempre in prima linea e sempre collegato al socialismo dialogante e moderato di Francia, come più volte evidenzia la sua frequenza con il Presidente Hollande e con Ségolène Royal.
In questo volume Myard si pone ragionevolmente contro le idee sentimentali e prepotenti- perchè per solito le due cose, specie in politica, combaciano- di quel socio-comunismo pecoreccio e beota che segue ad occhi chiusi o bene aperti sul ritorno economico e d’immagine, qualsiasi cosa parli di “diritti” (ed i doveri ?) ed “eguaglianza” (con buona pace delle leggi naturali).
Il matrimonio omosessuale, è il punctum dolens. Myard, omosessuale dichiarato e dalla nascita, amante e già convivente, si oppone per coerenza ed amore verso i minori al matrimonio fra due persone dello stesso sesso, sostenendo responsabilmente che l’esito di questo egoismo sono la rovina psicologica, ambientale, sociale di ogni figlio sgomento di fronte a “sua madre che vende suo fratello dopo averlo partorito” e la confusione totale dello stesso di fronte a parenti e pseudoparenti, senza un punto di riferimento definito e vitale. A ciò va aggiunto che affitti e vendite di carne non hanno come altro risultato che indurre a credere una mente infantile, che tutto si può vendere e comprare, e che l’essere umano non è altro che merce da concio, un nulla, un oggetto senz’anima, sia esso padre, madre, ed egli stesso.
E’ necessario porre mente alla tremenda insicurezza di un piccolo di fronte alla possibilità di essere smerciabile, privo di valore , solo e veramente solo in un mondo di stupidi e sporchi pescicani. Questa inumana idea, da noi sostenuta anche, e contro la legge circa il comportamento delle istituzioni, da un burattino verniciato da donna, non dà altro risultato che un futuro da Frankenstein, e si pensa con orrore alle parole di San Giovanni “ guai alle madri, guai alle donne che saranno incinte”.
Marilù GIANNONE