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Tra Arte & Cultura, alla Associazione “L’UNIVERSALE”

…… PROFUMO DI ARANCE  #  La galleria d’arte e di cultura “l’Universale” di Roma, via Caracciolo 12, ha ospitato gli ultimi tre giorni di gennaio di quest’anno una mostra di opere di due artiste calabresi, poliedriche, ridenti come i frutti che sono segnacolo alla loro “Amata Terra”.


Questo è infatti il nome dell’esposizione, e questo è in parte l’oggetto delle opere di una delle due colorate signore, Maria Eleonora Zangara, di Gerace, bella località della regione appollaiata sul monte come uno sparviero. La seconda artista è Manuela Starvaggi, di Locri, più concentrata della collega sull’arte del pennello che traduce i suoi pensieri in modo moderno senza tradire la lunga via italiana, fedele alla scuola che l’ha raffinata.
Il motivo che le lega, a parte la comune origine, è l’espansione accentuata dei colori quasi sempre caldi e corposi, nella Starvaggi diretti a cieli annuvolati , con un discorso quasi esplosivo teso alla manifestazione anche spasmodica di una luce sentita, nella Zangara miranti ad esplorare volte stellate nel pieno della notte, servendosi del plenilunio come guida e, nel contempo, mistero.
Maria Eleonora è anche una finissima poetessa, presente nei premi dell’A.N.L.A. di Firenze molte volte, ed altrettante in concorsi italiani e stranieri; è ancora un’ottima fotografa, anche qui nota in ambito estero e nazionale, che ricerca contrasti più o meno netti di luce ed ombra lasciandone trasparire il confine.
L’artista dedica inoltre le sue composizioni a temi diversi ed unitari ad ogni raccolta, edite da Laruffa, una delle quali, “Amata Terra” appunto, canta le bellezze della Calabria. A parte l’occasionalità della composizione, che lascia entusiasti all’intendere di bellezze naturali ed artistiche, è incantevole la raccolta “Pause d’inchiostro – Profili nella notte”. Se ne riporta una lirica, un momento di meditazione:

La schiena affonda // e mi conduce // verso passioni antiche

Arde il mio petto // su labbra che si sgretolano // sorseggiando carezze //che il tempo concede.

Il tempo, spesso citato da Maria Eleonora, è l’essenza alla quale ella mira, una dimensione imprendibile, incommensurabile, ma non come un ignoto, piuttosto come una solare, gradita sorpresa.

                                                                       Marilù GIANNONE 

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